Back to the future
C’era un tempo in cui i titoli automobilistici facevano a gara (giuro, non era voluta) a chi affascinava maggiormente i giocatori con fisica ai limiti della realtà, derapate, velocità folli e collisioni che non causavano danni nemmeno cadendo giù da un burrone.
Vuoi per i limiti tecnici o per scelte ben precise, questo è ciò a cui si era costretti a giocare fino all’arrivo di un certo Gran Turismo, che ha segnato l’inizio dei giochi automobilistici come li conosciamo oggi. Ma il fascino dell’arcade rimane sempre immutato, titoli come Ridge Racer, Out Run a Scud Race avranno sempre un posticino nel nostro cuore da pilota spericolato, e proprio su questo ha puntato Acquiris Game Studio con il suo spettacolare Horizon Chase Turbo.

Quel che ci troviamo tra le mani è un prodotto uscito dal concessionario con estrema cura in tutti i suoi particolari, un gioco che dimostra come pochi poligoni non indicano necessariamente una grafica scarna. Fin dal menu iniziale è possibile apprezzare l’amore per certi giochi del passato, soprattutto Out Run, con menu semplici e tracce che gasano già dalle prime note. Entrando poi nella modalità principale, il Tour Mondiale, ci ritroviamo in un globo anch’esso in low poly che incanta per la sua bellezza: le varie tappe sono subito riconoscibili e già dall’inizio, seppur ancora da sbloccare, si immagina come possano essere paesaggi del Brasile, degli Stati Uniti, dell’Europa, del Cile, dell’Oriente e del Sud Africa, il tutto alla mercé di ambientazioni sempre stupende da vedere con i loro background in due dimensioni ed effetti particellari curati.
Una volta sulla griglia di partenza, dalla quale partiremo sempre per ultimi, ci troveremo a sfidare 19 avversari più o meno agguerriti, in base ovviamente all’avanzare delle tappe mondiali. Qui forse troviamo uno dei pochi difetti del gioco, ovvero dei nemici sì ostili, ma fin troppo punitivi. L’obiettivo del gioco è infatti cercare di superare tutti i nostri avversari (incredibile, vero?) e per farlo serve una guida quasi perfetta, con un numero di errori prossimi allo zero. Il problema sta nel momento in cui gli avversari, soprattutto nei livelli più avanzati, sembrano volerci tamponare appositamente per farci perdere velocità e quindi speranze nel raggiungere la prima posizione.

Per ovviare a ciò non solo bisogna destreggiarsi in schivate all’ultimo secondo, ma anche potenziare la propria auto in modo da bruciare sui rettilinei gli avversari e fare curve strette al millimetro per evitare qualsiasi inconveniente.
Vincendo delle tappe specifiche, infatti, sarà possibile acquistare dei potenziamenti che miglioreranno le prestazioni del nostro bolide, dall’accelerazione alla manovrabilità, alla velocità massima a quella del NOS. Come l’adrenalina del nostro corpo richiede, in Horizon Chase Turbo durante la gara sarà possibile infatti utilizzare anche delle accelerazioni supplementari che permettono di raggiungere velocità estreme per brevi periodi, ma è bene non abusarne: gli sviluppatori hanno infatti limitato il loro utilizzo a tre per gara (o eventualmente qualcuna in più in caso si raccolga il boost trovabile sul tracciato), in modo da dover ponderare bene il momento ideale per usarli.
Non è finita qui: durante le adrenaliniche gare non solo bisogna cercare di superare gli avversari, ma anche tenere d’occhio il carburante. Quest’ultimo infatti diminuisce con il passare dei chilometri e sarà bene raccogliere le taniche di benzina disseminate per la pista per evitare di rimanere a secco ed essere costretti al ritiro.

Non solo tanta “azione” dunque, ma anche quel pizzico di strategia che rende le gare impegnative e mai noiose. Di questo ne giova la longevità, visto che non solo la campagna principale richiederà parecchie ore per essere completata, ma per ottenere tutte le automobili – senza licenza ma così ben realizzate da richiamare benissimo le controparti reali – sarà necessario migliorare i propri punteggi il più possibile, raccogliendo le monete disseminate sulle piste, arrivando sempre primi e avendo uno stile di guida pressocché perfetto.
Rigiocare più e più volte i livelli, in ogni caso, sarà più che un piacere. Horizon Chase Turbo offre infatti dei tracciati curati al minimo dettaglio, nonostante ad una prima occhiata i pochi poligoni potrebbero dare l’impressione opposta. I ragazzi di Acquiris Game Studio invece hanno disseminato le città di tante piccole chicche, come diversi tipi di terreno, meteo e ciclo giorno/notte, elementi dello scenario come gallerie o pali che regalano i tipici suoni di “aria spostata” quando vengono attraversati ad alta velocità.
Non solo il comparto grafico infatti, ma anche e soprattutto quello sonoro porta i giocatori ai meravigliosi anni ’90: le tracce musicali non sono moltissime, ma ognuna di esse si adatta perfettamente alla città in cui si gareggia e il lavoro svolto da Barry Leitch, non proprio l’ultimo arrivato, è davvero eccezionale.

Horizon Chase Turbo è un titolo che omaggia in pieno il passato, ma lo fa senza sapere di vecchio. Un gameplay più profondo di quanto si possa immaginare all’inizio, nonostante forse troppo guidato (ops, ci risiamo con le battute non volute), accompagnato da un comparto tecnico di prim’ordine.
Peccato per l’assenza del multiplayer online che avrebbe reso il titolo potenzialmente infinito, ma le ore regalate dalla sola campagna principale, più la possibilità di mettersi alla prova in missioni a tempo e campionati, vi faranno macinare centinaia e centinaia di chilometri in tutto il mondo.