Amore non ricambiato
Ah, caro New Super Mario Bros. U! Tu, titolo di lancio dello sfortunato Wii U, speranza di un D1 nintendoso al 100% per tutti coloro che avevano comprato la console “quasi-ibrida” in abbinata col divertente – ma poco impegnato – NintendoLand. Quanto tempo è passato dall’ultima volta che ci siamo visti, vero? Sono passati sei anni da quando ho inserito il tuo Blu-ray dal bordo arrotondato nella console e mi sono lasciato trasportare dalla musica. Un titolo davvero speciale.
Alfiere del Miiverse, scuola di level design, follia multiplayer… eppure non hai ricevuto l’amore che meritavi. Ma perché?
Crisi di identità
Nel giugno del 2011 Nintendo teneva ancora le consuete conferenze “in grande stile”, ormai anacronistiche nell’era ella comunicazione diretta (ah-ah, diretta come “Direct”) che ci tiene aggiornati su ogni notizia e annuncio. Sul palco del Nokia Theater si respirava aria di grandezza e la conferma arrivò dalla grandiosa apertura dedicata al medley creato per celebrare il 25° anno della serie The Legend of Zelda.
Transizione, cambiamento, tradizione: ci apprestavamo a vivere l’ultimo grande anno di Wii con The Legend of Zelda: Skyward Sword e il trittico delle meraviglie nipponiche (Xenoblade Chronicles, The Last Story e Pandora’s Tower) mentre si celebrava il lancio dell’innovativo Nintendo 3DS. Mancava però il passaggio di consegne, il passo avanti nel futuro. Wii U.
E quale poteva essere il primo titolo ad essere mostrato al pubblico? Ovviamente New Super Mario Bros. Mii.
L’introduzione dei Mii è stata sicuramente gradita, ma dipingeva i tratti di un prodotto collaterale, disimpegnato, privo della magia (o della qualità) che si poteva ricercare in un gioco brandizzato “Mario”. Che potesse essere questo il nuovo “Wii Sports” destinato a mostrare le funzionalità speciali della console? Che meraviglia, ma anche no.
Cambio di rotta… in tempo utile?
Non sono però mancate della (piccole) polemiche in merito a quanto mostrato: va bene che siamo ancora in fase embrionale, ma QUESTO sarebbe il primo gioco di Mario mostrato per la piattaforma? Dove sono i bei tempi andati dello SNES con Super Mario World, del Game Boy con Super Mario Land o Nintendo 64 con Super Mario 64? Mario è il gioco simbolo di ogni console, quello che setta la portata dell’evento a cui assistiamo… dopo Gamecube, Wii e 3DS, l’utenza era un po’ stanca di dover ogni volta aspettare un Mario “main” e non poterselo goderle al lancio.
E cosa fa Reggie? Ribalta la frittata: “Sappiamo che volete un Mario al lancio, eccolo!”.
Questo è il momento critico in cui il progetto perde il contatto dall’utenza core, quella che aveva ormai considerato quanto mostrato l’anno prima un prodotto collaterale e si aspettava i fuochi d’artificio. Indipendentemente dalle qualità che si potevano esprimere poi nel prodotto finale, New Super Mario Bros. U non sarebbe mai stato all’altezza delle aspettative.
Tutti i power up, l’impegno creativo, il multiplayer geniale. Quando l’umore è deviato, recuperare è tosta.
E comunque il miglior gioco del lancio era Tank! Tank! Tank!.
Apprezzamento. Meritato.
Alla fine dei conti, però, un bel gioco non può in alcun modo essere declassato a mediocre senza ricorrere a compromessi critici ingiustificabili e dunque New Super Mario Bros. U ottenne i suoi buoni voti (non sempre eccellenti però, va ammesso) e piacque anche ai nintendari. Quello che gli si riconosceva era la capacità di risollevare l’immagine della serie “New” di recente compromessa dal solo discreto secondo episodio uscito su Nintendo 3DS.
E poi le sfide, le partite Turbo, la gara di monete. Di roba da fare ce n’era parecchia e si adattava al livello di abilità di ogni giocatore. I più accaniti invece…
Rise of the brother
Il primo “vero” anno di vita di Wii U è coinciso (bizzarro, eh) con quello che è stato definito “L’anno di Luigi“: tante le iniziative per mettere in risalto (una volta tanto) il bistrattato fratello, compreso un 3DS esclusivo pieno zeppo di Luigi in cui potevamo notare… un Mario. Vabbé, Nintendo ci ha provato a farci credere che avesse della considerazione per Mario Verde.
Però qualcosa di buono, Dr. Luigi a parte, è venuto fuori: New Super Luigi U. Questo titolo, nato come espansione di New Super Mario Bros. U, ci offre una rivisitazione totale dei mondi originali mettendoci nei panni di un Luigi alle prese con un cronometro ben poco clemente, fissato sui 100 secondi.
Una vera gemma, un piccolo capolavoro hardcore che ha generato felicità e imprecazioni in parti uguali. Una presa di posizione del giocatore due a dimostrare quanto sia meno impegnativo il compito per l’eroe che – di solito – si prende sempre la scena.
Declassamento e fine della storia?
Col passare del tempo e con l’affievolirsi del fenomeno Wii U, abbiamo assistito anche al ridimensionamento dell’offerta ludica e al conseguente proliferare di edizioni budget che potessero rimpolpare gli scaffali sotto le feste. Tra questi troviamo anche il Wii U Select di New Super Mario Bros. U + New Super Luigi U, un pacchetto completo che racchiude quanto visto a cavallo del 2012/2013 in disco solo e al conveniente prezzo di 24,99€
L’unione dei due giochi in un unico package a prezzo budget è una leccornia per il giocatore, ma setta anche un ideale valore del prodotto che punta verso il basso: allo stato attuale il connubio Mario U e Luigi U si era trasformato in un gioco solo, identificabile come completo solo in questa abbinata. Avevano forse ragione i dubbiosi del lancio, che non nutrivano troppa stima nei confronti di New Super Mario Bros. U? Che forse solo ORA avessimo tra le mani un prodotto completo per qualità?
Domane buffe, bizzarre, ma la mente degli incerti (e dei detrattori) funziona in modo originale. I fatti però dicono che per Nintendo New Super Mario Bros. U e New Super Luigi U (insieme) valgono un gioco solo. E su Wii U valgono meno della metà del prezzo pieno.
Dimostrare e giustificare il proprio valore
E ora? Il compito di New Super Mario Bros. U Deluxe è tra i più tosti che si potessero immaginare: dopo 5/6 anni, dopo il declassamento a Wii Select, questo platform approda su Nintendo Switch con la consapevolezza di meritare l’etichetta di titolo venduto a prezzo pieno. Un azzardo?
Eppure abbiamo tra le mani un gioco che non ha mai avuto un’iterazione portatile né è possibile giocare oggi su altre console grazie alla retrocompatibilità. Un prodotto che vanta 164 livelli e modalità extra, con personaggi nuovi (qualcuno ha detto Bowset-ehm, Peachette?) e una fruibilità mai vista prima. Un titolo che – matematica alla mano – non è stato giocato da tutti i possessori di Switch, che ora ne hanno l’occasione.
A breve sapremo di più sul lavoro di trasposizione “Deluxe” per Nintendo Switch, nel mentre non dimentichiamo come l’immagine di questa produzione abbia subito dei saliscendi repentini spesso slegati dall’effettiva qualità. Nulla che possa impattare realmente sul suo valore commerciale.
Perché, come di consueto, dovessimo prezzare un videogioco per il suo valore effettivo, non ci troveremmo nulla di sbagliato in ciò che ci mostrerà il listino l’11 gennaio 2019.