Sarà anche la notte delle streghe, ma noi giocatori siamo abituati ad affrontare mostri e demoni, mica abbiamo paura di Halloween! Sono altre le cose che ci fanno gelare il sangue e venire la pelle d’oca e di certo non hanno nulla a che vedere con strane zucche e cappelli a punta.
In questo articolo quindi ho voluto raccogliere gli incubi secondo la redazione di NintendOn, chiedendo cosa spaventasse i membri dello staff per poi dargli forma nel modo peggiore possibile: benvenuti agli incubi di Halloween di NinendOn!
Il Wii U che non volevi tu – suggerito da Vincenzo Marino
Oggi sappiamo come il povero Wii U si sia rivelato una console fallimentare dal punto di vista delle vendite (lato software, invece, ci ha regalato tante soddisfazioni), ma prima del suo lancio l’entusiasmo generale era piuttosto elevato – al netto delle solite polemichette su potenza e controlli: si trattava dell’erede della home console di maggior successo della precedente generazioni e puntava a far tornare a casa le terze parti, restituendo Nintendo al ruolo di protagonista che meritava.
Chi voleva acquistarla al lancio aveva più scelte: il basic pack, con la console bianco perla (che si sporca subito) ma solo 8gb di memoria e niente accessori, oppure i molto più allettanti Premium Pack e Zombie Pack che estendevano la capacità di archiviazione a 32gb e offrivano giochi extra più tutta una serie di complementi più o meno utili. In breve è iniziata la corsa alle prenotazioni, con punti vendita che magari hanno raccolto più nominativi del dovuto per rubare i clienti altrove. Ma con troppi clienti… le console non bastano: arriva il giorno fatidico, ti presenti al negozio e BAM – niente Premium per te.
“Se vuoi abbiamo le Basic”. Parole che non avresti mai voluto sentire. Nel mentre tutti i tuoi amici postano su social e sulle chat le foto dei loro acquisti (Premium ovviamente) e tu stai sia rosicando per la mancata disponibilità della versione migliore sia perché vorresti questa benedetta console. Il tuo cuore sobbalza, il portafogli si apre, ti porti a casa la Basic. E ti rendi conto subito dell’immane errore commesso, perché non sarai mai felice davvero. Mai. Un lancio di una console Nintendo trasformato in incubo…. cosa c’è di peggio?
Le memorie, ieri ed oggi – suggerito da Stefano Messina
Ve li ricordate i tempi delle password? I più ordinati e precisi di noi avevano interi quaderni dedicati alla conservazione di questi lunghissimi codici fondamentali a progredire attraverso le avventure più impegnative. Io invece sono sempre stato un distrattone ed ero pieno di fogliettini con caratteri scritti in modo discutibile – cosa che inevitabilmente mi portava a leggere in modo sbagliato le password e perdere numerosi progressi, con l’aggiunta della consapevolezza di essere il responsabile della mia stessa sofferenza.
Grande entusiasmo quindi si è creato in me al consolidarsi delle cartucce con batteria tampone e, a seguito, delle memory card, dei dischi e del cloud: nessuno mi avrebbe più privato dei miei progressi! Nessuno si poteva sognare di rubarmi le centinaia di ore passate a farmare in un JRPG o privarmi in alcun modo di tutti i collezionabili raccolti in sessioni da crampi alle mani in un difficile platform.
Nessuno tranne il destino, ieri come oggi: quale incubo può essere più grande del ripescare una cartuccia di Pokémon Rosso originale per Game Boy che “dovrebbe” custodire tutti i 151 Pokémon e scoprire, all’avvio del gioco, che non c’è più nulla per via della batteria che si è scaricata?
Mai abbassare la guardia di fronte agli spiriti della sfiga, perché non sono solo le cartucce in pericolo: i poltergeist di Halloween potrebbero avere la meglio sull’integrità del vostro Nintendo Switch e danneggiare la console su cui giocate a Splatoon 2 e Pokémon Let’s Go Pikachu / Eevee… e non ci sarà backup del servizio online che tenga! AIUTOOOOOO!
Jim Sterling recensisce il nostro gioco più atteso – suggerito da Riccardo Piccinini
Stai aspettando con impazienza un titolo first party, hai imparato a memoria tutti i Nintendo Direct in cui è apparso e – grazie alle strategie di comunicazione di Nintendo – sai praticamente tutto prima ancora di metterci le mani sopra. La tua enorme conoscenza però aspetta di essere completata e certificata da un singolo, unico, impercettibile dettaglio: la media voto su Metacritic. Si susseguono valutazioni entusiasmanti, il 90 viene superato abbondantemente e da più testate… si sfiora la corona di titolo migliore della storia e qualcuno, in preda a deliri onirici, vocifera che potremmo vedere finalmente il primo 99. Qualcuno dichiara perfino di aver visto la San Pietro sulla barra degli indirizzi del browser…
Poi, lui. Jim Sterling. La sua recensione si abbatte sulla media voto come un Twomp su un Mario distratto, tra incredulità e demoralizzazione. Nulla di quello che scrive per te ha senso, ma quel numero in fondo alla pagina andrà comunque a fare il suo distruttivo lavoro. Gli altri, impotenti.
“E tutte le nostre fantasie in cui perculiamo i sonari e i boxari?” – “E la media voto più alta di sempre che sarebbe stata tramandata nei libri di scuola?” – “E tutte quelle discussioni con gli ignoranti in materia in cui avrei potuto sfoggiare la mia conoscenza nintendara?”.
Il castello della nostra immaginazione crolla come fosse fatto di carte… e ovviamente la principessa è altrove. Danato Jim Sterling, chi dorme adesso la sera al pensiero di tutto ciò che ci hai tolto?
Ammazza che mazza 2, la vendetta – suggerito da Andrea D’Amely e Giuseppe Racioppo
Una delle più grandi minacce alla serenità di un nintendaro è affidare un regalo ad un genitore, magari la mamma: mesi e mesi di attesa (metti che il compleanno è a metà dell’anno) per vedere un nuovo videogioco, perché ovviamente i tuoi genitori sono contrari alla tua passione e te li comprano solo quando sono obbligati moralmente, e ti ritrovi con in mano un pacchetto dalla forma inconfondibile – di sicuro è troppo rigido perché siano calzini ed è troppo leggero per essere un libro.
Nella tua mente si susseguono mille titoli che hanno suscitato il tuo interesse negli ultimi tempi, da quelli che hai saltato alle ultime novità. Fa niente non dovesse essere Super Smash Bros. Ultimate, anche Octopath Traveler o Bayonetta 2 ti garberebbero.
Poi guardi lei, la mamma, che con grande soddisfazione se ne esce con una frase che ti scalda il cuore: “Sai caro, ho deciso che voglio capire un po’ questa tua passione…”. Non ci credi, non sta succedendo davvero, è troppo bello per essere vero… difatti il tuo senso di ragno improvvisamente si attiva, mentre lei prosegue: “…quindi ho chiesto al commesso di suggerirmi un gioco che potessimo fare* insieme”.
Si gela il sangue mentre le tue mani iniziano a tremare… l’intenzione di tua madre è onorevole e in generale si tratta di un passo avanti enorme nella vostra relazione genitore/figlio. Ma nella tua mente appare solo un’immagine, che in breve si tramuta in realtà. Buon Natale, a mai più.
*licenza poetica, sta parlando la mamma, non lo direi mai io (Nd Pittanza)
Eredi da diseredare – suggerito da Elena Eugeni
Il sogno di tanti giocatori un po’ più grandicelli, mentre guardano la loro immensa collezione di titoli in versione pacchettizzata (sia mai il digitale!), è di poter un giorno tramandare i propri possedimenti e la propria conoscenza ad un erede degno. Un figlio diventa quindi il vessillo ideale attraverso cui veicolare i nostri desideri. Dopo aver passato anni a discutere con i propri amici dei dogmi della programmazione, ritrovandosi al pub per discutere sulla perfezione del level design di Super Mario 64, c’è davvero bisogno di assicurarsi che tutto questo non vada perduto.
Perciò all’arrivo del pargolo quasi non si vede l’ora di insegnargli tutti i rudimenti del genere, mettendogli in mano tutti i pad Nintendo da quello NES in poi, scandendo le parole “CRO-CE DI-RE-ZIO-NA-LE” con la speranza che questo metodo di insegnamento porti a fargli pronunciare il Konami Code come prima parola.
Il bimbo (o la bimba) sembra divertirsi, apprezzando tutto e condividendo l’emozione del genitore. MISSIONE COMPIUTA! O forse no…
Con il passare degli anni il nostro erede subisce le influenze di amici, siti web e social e inizia a subire una metamorfosi. Metamorfosi che si completa inesorabilmente un giorno, quando senti che i suoni emessi dai suoi giochi sono diversi… più cacofonici, più freddi… più FORTNITE. O FIFA. O peggio ancora Call of Duty. E ti chiedi dove hai sbagliato come genitore. PER SEMPRE.
Un incubo che non finisce presto, ma che ti accompagnerà almeno fino ai suoi 18 anni… età in cui lo caccerai di casa.
Link finalmente parla, ma ce ne pentiamo subito – suggerito da Marco Palma
The Legend of Zelda: Breath of the Wild è un titolo che ci ha regalato tante emozioni, anche e soprattutto grazie all’introduzione del voice over per i personaggi principali. Se prima di questo capitolo comunque la serie aveva da sempre dimostrato una grande capacità di trasmettere emozioni perfino in “muto”, smuovendo anche la più arida delle anime verso l’empatia per i personaggi digitali, oggi possiamo dire di aver raggiunto l’apice delle emozioni, condividendo sorrisi e lacrime con i personaggi che hanno fatto la storia.
Cosa potremmo volere di più da Zelda? In effetti qualcosa manca, un personaggio di cui non abbiamo sentito la voce c’è, eccome: Link.
Sì, sappiamo tutti come l’afonia del nostro elfo hyliano sia condicio sine qua non per la serie, ma se un giorno si volesse fare un passo avanti e far parlare anche lui? Nell’entusiasmo generale e nella fremente aspettativa di tutto il popolo nintendaro, si compie la tragedia: il nostro eroe finalmente parla, ma la prima frase che gli sentiamo pronunciare è…
“Excuuuuuuse me princess”.
VI PREGO SVEGLIATEMI ADESSO!
Non adesso, non adesso, non adesso!
Sei nel bel mezzo di una delle più belle sessioni di gioco della tua vita: che sia Super Mario Odyssey o The Legend of Zelda: Breath of the Wild, ciò che conta è che le ultime ore sono filate via come fossero minuti e sei riuscito ad accumulare progressi in quantità senza troppa fatica. Non ti capitava da tanto, quasi non ci credi neanche tu. Sei così di buonumore che decidi di “fare il passo” e andare dal boss finale. Per loro natura questi giochi ti consentono di procrastinare, ma credo che questo “fluido positivo” non vada sprecato e ti dirigi verso il castello per affrontare l’ultima fase di gioco con il meraviglioso umore che ti pervade il corpo. Sei pronto, controlli che sia tutto ok, e poi ti lanci… inizia la sequenza di scene di intermezzo e di scontri che ti terranno occupato per parecchio tempo, all’inseguimento dell’agognato fina-DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN.
Oddio no, il telefono no… ignoralo! Non puoi togliere la suoneria, non vuoi staccare le mani dal pad o mettere in pausa… non vuoi rovinare il momen-DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN.
È con questo che mi hai chiamato? Ecco.
Sta continuando a suonare, non cede… ok, metti in pausa e il tuo cuore soffre: sai che ormai hai perso “la scia“, che il finale non te lo godrai più, ma almeno ora lo spegni quel cavolo di telefono così nessuno ti disturber-PIRUPIRUPIRUPIRUPIRUPIRUPIRU…. PIRUPIRUPIRUPIRUPIRUPIRUPIRU…. PIRUPIRUPIRUPIRUPIRUPIRUPIRU…
Dannazione il citofono! Ma chi è adesso? Ignoralo, vai oltre: come minimo è un testimone di Geova fuori orario o al massimo un condomino che ha dimenticato le chiavi (e suona proprio a te mentre giochi, pare giusto?). Esiste la possibilità che sia la tua crush che viene a trovarti, ma sai che siamo a livelli del superenalotto quindi non ti alzi. Continui a giocare, ignori il suono, e ti concentri per proseguire sul fina-WREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEM.
I lavori! MA PROPRIO ADESSO IL VICINO DOVEVA INIZIARE A TRAPANARE? E tu non sai se ti sveglierai mai da questo incubo. Quindi spegni la console, che non è più giornata. E forse non lo sarà mai più… vai a dormire anche se sono le 3 del pomeriggio, nella speranza di addormentarti per sempre. O svegliarti dall’incubo.
Con questo si concludono i nostri incubi di Halloween… speriamo che nessuno di questi prenda per voi forma e che possiate passare queste tetre giornate con il sorriso sul volto! Confidiamo sulla vostra resistenza fisica e vi preghiamo di non denunciarci per eventuali danni morali.
Se però invece pensate che il terrore non debba finire, fateci sapere quali sono i VOSTRI incubi nei commenti! Noi andiamo a decorare le zucche!