Poteva mancare una parte 2?
Cogliendo la palla al balzo in merito ai rumor sull’uscita del Nintendo 64 Mini, abbiamo offerto una lista di titoli che sarebbe stato bello vedere sulla piccola console da collezione, chiedendo poi un parere alla community e a voi lettori su quali potessero essere i giochi dimenticati nell’elenco: questo è il risultato!
Prima di cominciare quindi ringraziamo Fabio Maccari, Paolo Barzaghi, Diego Duci, Federica Kamra Richwell, Giovanni Faggi, Giacomo Mitch Ike, JAcopo Girelli, Federico Silano, Yuri San e Luca Romano per aver contribuito suggerendoci i titoli da loro più amati!
Starfox 64 / Lylatwars (EU)
Un titolo incredibile per l’epoca, per tanti motivi: innanzitutto rappresentava la prima vera incarnazione in 3D con texture mapping del concept originale visto su Super Nintendo nel 1993, dando forma reale all’immaginario trasformando gli Airwing in leggenda. Se oggi giocando a Starlink Battle of Atlas potete sfrecciare con Fox Mc Cloud, si può dire che il merito va a questo titolo.
Livelli di difficoltà variabili, bivi, cutscenes, zone segrete e perfino una modalità multiplayer a 4 giocatori: Starfox 64 era un arcade lineare che aveva tutto per stupire grazie alla grafica eccezionale e i controlli perfetti. Il titolo raggiungeva il massimo del coinvolgimento grazie al Rumble Pack, accessorio che per la prima volta nella storia del gaming faceva percepire al giocatore le vibrazioni generate dall’azione di gioco: la prima bomba lanciata è indimenticabile da questo punto di vista!
The Legend of Zelda Majora’s Mask
L’altra faccia della medaglia ci mostra la luna, una luna terrificante pronta a decretare la fine di Cronopoli: Majora’s Mask vive da sempre nell’ombra del più celebre Ocarina of Time, ma offre un’esperienza di Zelda originale e, per certi versi, irrinunciabile. Inquietudine, terrore e rassegnazione delineano le vite di tutti i giorni, portando Link a interagire in modo più umano con l’universo di gioco, trasformando personaggi comprimari in colonne portanti dell’esperienza.
A questo titolo dobbiamo la genesi dello Skull Kid, personificazione del male attraverso le paure dell’innocenza: pochi villain nella storia hanno potuto eguagliare il suo carisma e praticamente nessuno ha potuto godere di una leggendaria creepypasta a tema. Vero Ben?
F-Zero X
Prima dello sconvolgente F-Zero GX, con cui SEGA fece drizzare i capelli alla stessa Nintendo, la velocità futuribile rispondeva ad un solo nome: Nintendo 64. Indipendentemente dai risultati ottenuti sulle console della concorrenza, chi voleva sfrecciare senza limiti a 60 fotogrammi al secondo doveva farlo impugnando il tricorno.
Graficamente forse un po’ spoglio per via del limitato texture mapping e l’evidente abuso della “nebbia” per ridurre il campo visivo da renderizzare, offriva comunque un gameplay severo, deciso e ricco di azione, portando in pista numerose vetture con cui ci si trovava in costante competizione. Un peccato che in Europa sia arrivata una versione non all’altezza di quella giapponese, davvero da urlo!
Turok 64
Poco sopra si parlava di nebbia, inevitabile quindi passare dalle parti di Turok. Il titolo Acclaim rappresentava il tipico approccio di generi pre-esistenti sul nuovo hardware Nintendo a 64 bit: si ricercava un impatto clamoroso, sacrificando il campo visivo per via della complessità nella gestione delle rendering 3D della console. Il risultato? Ben pochi si sono lamentati del fogging, lasciandosi trascinare in una delle avventure più rappresentative dell’epoca.
Non per niente è arrivato un seguito, capace di espandere e migliorare il concept offrendo uno dei prodotti tecnicamente più avanzati dell’epoca. E anche dopo il dimenticabile terzo episodio, il franchise ha dato segni di vita anche negli anni recenti con un discusso remake e una remaster che, elevando esponenzialmente la pulizia grafica, esalta tutti i limiti della produzione originale. Un tuffo sul codice originale, quindi, potrebbe spiegarci l’origine di questo semi-fenomeno dell’epoca.
Paper Mario
Ogni tanto Nintendo ci stupisce estremamente in positivo con curiose reinterpretazioni dei suoi personaggi più celebri. A volte queste digressioni si limitano a uniche istanze, altre invece danno il via a serie amate ed apprezzate negli anni. Paper Mario è un JRPG del tutto originale, che prende le distanze da quel Super Mario RPG che fece la storia del Super Nintendo, illuminando gli occhi dei giocatori entusiasti all’idea di possedere ormai un Final Fantasy ambientato nel Regno dei Funghi.
La separazione forzata con Squaresoft, però, mosse con forza sull’orgoglio dell’azienda, pronta a creare una sua originale versione dei combattimenti a turni. Grande cura nei dialoghi, ricchi di ironia e mai noiosi, un gameplay fresco che richiedeva presenza e attenzione il tutto immerso in un mondo fatto di carta, in cui le regole della realtà si piegano (ah ah, battuta voluta) a fantasia e necessità. Da rivivere assolutamente, anche oggi.
Pokémon Snap
Li avete catturati tutti, li avete allenati al limite e avete sconfitto più e più volte la lega. Poi avete detto la vostra anche su Pokémon Stadium, diventando il migliore come nessuno è stato mai. Cosa manca? Mostrare a tutti che siete i migliori fotografi di Kanto… già, un’idea un po’ bizzarra che però ha dato vita ad uno dei giochi più originali e divertenti della console.
Un titolo letteralmente “sui binari” che spingeva a migliorarsi in continuazione, che abbiamo avuto occasione di rigiocare recentemente su Wii U. Ma una versione da portarsi in giro ad ogni occasione sarebbe sicuramente apprezzata. E poi c’è Surfing Pikachu!
1080° Snowboarding
La simulazione di Snowboard per eccellenza dimorava su Nintendo 64, riuscendo nell’ardua impresa di offrire un gameplay tecnico e appagante in completa sinergia con un ritmo arcade e un buon livello di accessibilità.
Grazie alla sapiente fusione tra fondali 2D e piste 3D, il gioco presentava un impianto grafico davvero sorprendente, con modelli poligonali di dimensioni generose animati in modo eccellente fin nei dettagli del vestiario. Tutt’ora, sugli emulatori, il gioco stupisce e offre una sfida per veri appassionati degli sportivi arcade.
Rimane, insieme a Wave Race, testimonianza di un’epoca in cui Nintendo aveva creato il suo universo di titoli sportivi con tanto di personaggi ricorrenti (Ricky Winterborn, Akari Ayami e soci) pronti a esibirsi in mille discipline. Dopo l’insuccesso dell’era Gamecube, difficile che rivivremo tale periodo: una riapparizione sul Nintendo 64 Mini sarebbe perfetta!
Kirby 64
Un gioco di Kirby in cui il maestro Sakurai non è alle redini del progetto? Santi numi! Fermate tutto… o forse no? Kirby 64: The Crystal Shards offre una classica avventura bidimensionale in cui l’amatissima palletta rosa potrà vantare l’aiuto di Waddle Dee e King Dedede, raccogliendo i poteri nemici e fondendoli per la prima volta così da crearne di nuovi – come se non fosse già abbastanza letale!
I primi passi tridimensionali del nostro eroe sono lontani dalla brillantezza e dalla rapidità a cui ci hanno abituato le ultime iterazioni viste su 3DS, ma l’uso di una telecamera variabile consente di ricreare quell’effetto 2.5D tanto piacevole in un epoca di sperimentazioni. Di certo non il titolo più iconico del periodo, ma un’aggiunta indispensabile per completare una lista first party come si deve.
Yoshi’s Story
Yoshi’s Story è ricordato come la pecora nera delle avventure del nostro piccolo dinosauro verde per via dell’estrema semplicità dell’esperienza, ben lontana dal ricercato level design di Yoshi’s Island, ma va ricordato per la qualità con cui sfoggia sprite prerenderizzati di dimensioni generose mantenendo l’aspetto da favola tanto caratteristico.
Diverso non è necessariamente un male ed il titolo potrebbe ritrovare il suo seguito sulla piccola piattaforma retro. E poi chi dimentica la canzoncina degli Yoshi felici? Dai!
Sin & Punishment
Treasure è un nome che non dice molto ai giocatori di oggi, ma ai tempi delle console a 16bit rappresentava una vera e propria garanzia di divertimento sfrenato, dinamismo, superboss da affrontare e centinaia di colpi sparati. Per questo solo loro potevano fornire il supporto necessario a creare un titolo indimenticabile da giocare con il bizzarro pad del Nintendo 64.
I graffianti personaggi di Yasushi Suzuki prendevano vita in uno stile grafico minimalista ma necessario per mantenere il gameplay veloce e solido e il risultato finale ci ha regalato un gioco in grado di dare grandi soddisfazioni dopo una buona dose di allenamento. Anche per questo è stato grande l’entusiasmo all’arrivo del seguito su Wii, sebbene non abbia lasciato il segno come il predecessore, ed è testimonianza dell’affetto che questa serie continua a ricevere dai fan – ninendari e non. Forse oggi si può considerare una proposta ludica anacronistica, ma l’evoluzione dei generi passa anche dagli esperimenti!
A questo giro è tutto, ci rivediamo alla prossima occasione, in cui ricorderemo i titoli della cara vecchia Rare!
Nel frattempo potete lasciare appunti e suggerimenti, così come i vostri aneddoti legati a questi giochi, nei commenti o nel nostro gruppo Facebook ufficiale, La botola segreta di NintendOn!