Super Mario Party – Recensione

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Genere: Party Game
Multiplayer: Locale/Online
Lingua/e: Multilingua

Tenetevi stretti amici e parenti finché potete

C’è una software house che tiene ancora alta la bandiera dei giochi multiplayer in locale e che da tempo, col diffondersi dell’online nelle case di tutti i videogiocatori, sembra sia rimasta l’unica a preoccuparsi realmente del divertimento di amici e parenti sotto lo stesso tetto. Parliamo di Nintendo ovviamente e della sua concezione del gioco sempre molto ancorata alle origini, eppure, nonostante il trascorrere del tempo, molto attuale.

La modalità multigiocatore in locale ha da sempre accompagnato gran parte delle IP della Grande N, ma è con Mario Party che ha trovato la sua massima espressione. Trasporre l’immediatezza e il coinvolgimento dei giochi da tavolo non fu affatto semplice al tempo, ma l’amore che la casa di Kyoto riversò nelle sue opere decretò il successo di una serie che ancora oggi tiene al caldo migliaia di divani in tutto il mondo.

Serie che, tuttavia, negli ultimi anni sembrava aver perso il proprio smalto. Dopo il deludente debutto dell’ultimo capitolo home per Nintendo Wii U, tocca a Super Mario Party ribaltare la sorte dei party game made in Nintendo. Tenetevi pronti, perché con molta probabilità vi ritroverete davanti ad uno dei migliori esponenti del genere e il merito, in larga parte, è da attribuire alle caratteristiche uniche dei Joy-Con — che non a caso hanno determinato l’esclusione del Pro Controller — e di Nintendo Switch.

Allora ragazzi, da dove iniziamo oggi?

Mario Party

Partiamo dalla modalità classica della serie, Mario Party. Quattro giocatori capitombolano su di un enorme tabellone (a scelta tra tre disponibili, più uno sbloccabile), alla ricerca delle agognate stelle. A scandire il ritmo sono i dadi, dai numeri cangianti e dai bonus più disparati grazie all’incontro di personaggi che si uniscono gradualmente alla nostra causa. Ogni casella ha una storia a sé: alcune ci forniscono monete, altre danno il via ad eventi fortunati o meno, altre ancora innescano meccanismi che costringono i partecipanti a fuggire via a gambe levate.

Tra un turno e l’altro, manco a dirlo, ecco arrivare i minigiochi, vero cuore pulsante di Super Mario Party, e il malefico Kamek, che provvede spesso a cambiare le carte in tavola, modificando delle caselle a nostro vantaggio o svantaggio. Il giocatore che vince un minigioco guadagna preziose monete che permettono di acquistare stelle e utili oggetti, come il fungo dorato che conferisce un +5 al numero dei dadi. Non solo, sarà possibile spenderne alcune per avere accesso a delle aree bloccate del tabellone, in modo da prendere una scorciatoia e arrivare prima sulla casella a noi più utile.

Si lascia corrompere con poco!

Alla fine dei turni stabiliti, che partono da una base di 10 per una durata di circa un’ora, vince il giocatore con più stelle in sacca. Occhio a non cantar vittoria troppo presto però, perché giunti a conclusione le stelle bonus rimescolano ulteriormente le carte e conferiscono lo scettro al giocatore che ha compiuto specifiche azioni durante la partita. Proprio quest’ultima resa dei conti, tuttavia, non si dimostra sempre equilibrata, ignorando ad esempio le prestazioni durante i minigiochi. Nel complesso la modalità classica di Mario Party si è rivelata divertente e ben diversificata, sebbene la posizione casuale delle stelle possa favorire un partecipante rispetto a un altro in modi del tutto inaspettati.

Partner Party

Partner Party

è una variante di Mario Party. Due squadre da due giocatori si sfidano a vicenda in un tabellone pensato appositamente per la cooperazione. Il movimento, a differenza della modalità classica, qui è libero: il giocatore, in base al punteggio guadagnato col lancio dei dadi, decide su quali caselle muoversi. Durante il suo movimento può persino intaccare il bottino degli avversari passando sulle loro caselle e rubandogli preziose monete.

Anche in questa modalità la spunta chi, alla fine dei giochi, racimola più stelle. Il tutto, però, assume tinte maggiormente strategiche, votate al gioco di squadra. A seconda della tattica scelta, è possibile viaggiare insieme o dividersi lungo le aree del tabellone. Utilizzare gli oggetti nel momento più favorevole può ribaltare le sorti del team e, ovviamente, cooperare è strettamente necessario anche nei minigiochi dedicati, che si dimostrano davvero divertenti da completare insieme a un compagno.

In questo tabellone dividersi lungo le quattro aree disponibili potrebbe rivelarsi una scelta vincente. Talvolta però fare troppi conti può essere controproducente, soprattutto se Kamek decide di metterci lo zampino. Occhio ai dadi da scegliere e alle posizioni delle stelle. Non solo, parsimonia con gli oggetti!

Acque Selvagge

Giungiamo quindi ad una modalità tutta nuova! In Acque selvagge quattro giocatori mettono in gioco i muscoli e cooperano per arrivare alla fine del percorso, utilizzando i Joy-Con a mo’ di remi per spostarsi verso destra o verso sinistra. Le acque infatti nascondono ostacoli da evitare per non perdere secondi preziosi, ma anche giganteschi palloncini rossi da far scoppiare per avere accesso ai minigiochi.

I giochi terminano allo scadere del tempo, che si rinnova alla conclusione di ogni minigioco in base ai risultati dei giocatori. Ottenere quindi punteggi molto alti si rivela indispensabile per tagliare il traguardo. Peculiarità di questa modalità è la possibilità di scegliere quale strada imboccare; vi assicuriamo che le combinazioni sono molte e che ogni partita è sempre diversa da quella precedente. Sincronizzare inoltre i propri movimenti con i compagni per remare nella direzione giusta è davvero spassoso e talvolta piacevolmente caotico.

Remare, pelandroni!

Palco del ritmo

Per chi avesse nostalgia di Just Dance, ecco Palco del ritmo! Nintendo ha ben pensato di associare le caratteristiche uniche dei Joy-Con a tutta una serie di rhythm game tanto spassosi quanto brevi da completare. È infatti il susseguirsi di più fugaci minigiochi a scandire il ritmo delle partite, piuttosto che una singola prova in particolare. Questa modalità, viste le mosse che i giocatori devono replicare, richiede un po’ di spazio per essere avviata. Mettete da parte sedie e poltrone quindi, perché c’è da stare in piedi e sudare sette camicie!

E hop, hop, hop!

Avanzando con i minigiochi vengono sbloccate nuove difficoltà, fino alla modalità Remix, dove stare al passo col ritmo si rivela un’impresa non di poco conto. Per quanto non corposa come le altre modalità, Palco del ritmo ha saputo intrattenerci con minigiochi forse non troppo diversificati tra loro e occasionalmente imprecisi, ma di sicuro coinvolgenti e in grado di spazzare via ogni residuo di compostezza.

Minigiochi

Il vero cuore di Super Mario Party, come abbiamo detto (tante, troppe volte – Nd Pittanza), sono i minigiochi. Coadiuvata dalle caratteristiche uniche dei Joy-Con, l’esperienza risultante si presenta da subito fresca e rinnovata e strappa non pochi sorrisi di meraviglia. Per quanto alcune delle esperienze proposte possano sembrare delle semplici varianti — soprattutto quando non viene chiamato in causa l’HD Rumble — altre si distinguono per pregio e originalità e quasi fanno desiderare un gioco basato unicamente su specifiche meccaniche.

Dateci un Cooking Mama con l’HD Rumble.

 

Pedalare con le braccia, la nuova frontiera dei party game.

Vi è una sezione nella quale è possibile affrontare i minigiochi in completa libertà o partecipare a due modalità minori. La prima di queste è il Minigiocathlon, una serie di cinque prove che decreta vincitore il giocatore che ha fatto più punti. La seconda e più interessante è Sfida di pannelli, dove i partecipanti si sfidano a suon di minigiochi e, dopo ogni vittoria, si aggiudicano il pannello di un tabellone; qui il giocatore che riesce ad intrappolare il pannello di un avversario tra due dei propri lo rende suo e guadagna ulteriori punti. Un gioco nel gioco quindi, che premia chi ha vinto più match e allo stesso tempo ha sfruttato a dovere la materia grigia.

Sala dei giocattoli

Nintendo ha pensato anche a cosa potrebbe accadere unendo due console come fossero parti complementari di un unico gioco. Ecco quindi arrivare Mini Baseball, Mine Vaganti, Blocchi Puzzle e Banana Split. Tutti questi minigiochi hanno del potenziale nascosto sfruttabile soltanto con un compagno dotato di un altro Nintendo Switch. In particolare, Banana Split può essere giocato esclusivamente affiancando due ibride giapponesi: i giocatori devono allineare le console per unire i pezzi di una banana…

Un’esperienza che può definirsi catartica…

 

…o adatta a veri guerrafondai!

Sala dei giocattoli, senza troppi giri di parole, mostra le vere potenzialità della console ed è un peccato che la lista dei minigiochi disponibili sia così risicata. Speriamo che in futuro Nintendo decida di variare maggiormente questa tipologia, anche se capiamo che potrebbe essere uno sforzo non troppo apprezzato vista la necessità di un’altra console.

Minigiocathlon Online

A sorpresa Nintendo ha deciso di implementare l’online in questo nuovo capitolo della serie, permettendo a giocatori distanti migliaia di chilometri di giocarsi il titolo di Joy-Con più veloce del west. Un passo avanti da non sottovalutare, perché ad oggi Mario Party si rivolgeva principalmente alle allegre brigate, trascurando (per forza di cose) i videogiocatori solitari. Chi dunque credeva di essere rimasto fuori dai giochi può tirare un sospiro di sollievo: per quanto meno coinvolgente di una stanza piena di amici e parenti, questa modalità saprà rendere l’esperienza sicuramente più apprezzabile.

Ci teniamo in ogni caso a precisare che non siamo stati in grado di testare questa modalità a causa dei server offline, che — ci auguriamo — verranno attivati in occasione del lancio.

Mangiali tutti, mia creatura!

Dal punto di vista tecnico e artistico ci troviamo davanti ad una produzione di assoluto livello, che in certi frangenti riesce a sbalordire per la cura riposta nei dettagli e per la piacevolezza dei colori e degli elementi a schermo. Il tutto si amalgama perfettamente con i menu, molto intuitivi, e con i tutorial all’inizio di ogni minigioco, sempre chiari e che non lasciano adito a dubbi. Nota di merito anche per il comparto sonoro, mai pedissequo e sempre pronto ad accompagnare il ritmo di gioco con disinvolta efficacia.

Super Mario Party è, in definitiva, il party game di cui avevamo bisogno. Vario, spassoso, colorato, originale. Tutte caratteristiche che, affatto casualmente, trovano una corrispondenza anche nella console che sta facendo la fortuna di Nintendo. Qualche minigioco più incisivo e un maggior equilibrio nelle partite classiche l’avrebbe promosso a re indiscusso delle feste, ma anche così il divertimento è assicurato e promette di divertire a lungo grazie all’ulteriore implementazione dell’online. Per non rovinarvi la sorpresa e lasciarvi il piacere della scoperta, vi annunciamo poi che c’è ancora altro da scoprire, sbloccabile dopo aver spolpato a dovere ogni modalità.

Tenete pronti i divani e sgomberate il salotto, c’è da radunare un po’ di gente pronta a mettere in discussione legami affettivi.

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Provate tutte le modalità grazie ad un codice gentilmente offerto per la recensione.
Pro: Uno dei migliori capitoli della serie, originale e divertente, intelligente nell’utilizzo delle feature esclusive di Nintendo Switch. Ricco di modalità e contenuti, inclusa l’implementazione dell’online. Esteticamente davvero gradevole da ammirare.
Contro: Qualche minigioco sa di già visto, le partite classiche soffrono di un equilibrio talvolta ingiusto e mal calibrato. Joy-Con occasionalmente imprecisi. Pro Controller non supportato.
8.5

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