Luigi’s Mansion e il tenero terrore portatile

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Mi sembra di essere già stato da queste parti

Ritrovare dopo tanti anni Luigi’s Mansion è un’esperienza che potrebbe non colpire tutti i giocatori allo stesso modo, in particolare considerando la risposta piuttosto controversa ricevuta dal titolo originale: accompagnare il lancio di una console originale e coraggiosa come Gamecube senza un Mario main (all’epoca era un’abitudine, al contrario di oggi) pareva un azzardo fin troppo grande perché potesse essere caricato sulle spalle dal “fratello minore”. Eppure quel titolo così breve e ben lontano dai valori di produzione delle serie principali seppe dire la sua e ritagliarsi uno spazio nel cuore di tanti giocatori, istituendo come “iconica” la figura in verde a caccia di spettri.

Sapete quale sarebbe un’idea figa? Mettiamo il più fifone dei personaggi in una casa stregata!

Ovviamente tanto dipende dal contesto: il lancio della nuova console, il ritardo di Mario e la mancanza di titoli first party realmente entusiasmanti trasformarono quella magione infestata in una dimora indimenticabile. Giocarlo anni dopo non garantiva lo stesso effetto, essendo più facile notare tutti i limiti di una produzione comunque molto originale e creativa. Ma oggi, per chi vorrà, c’è l’occasione di tornare a “casa” e (ri)scoprire dove tutto è iniziato grazie a Nintendo 3DS – nell’attesa di ritrovarci su Luigi’s  Mansion 3 per Nintendo Switch.

Fate partire la musichetta e iniziate a fischiettare

Se avete avuto modo di provare il gioco originale o il sequel, sapete cosa vi attende – al netto di differenze  e aggiornamenti del caso. In caso invece sia la vostra prima esperienza col franchise, l’introduzione è molto semplice: Luigi per una volta smette i panni della spalla e si lancia all’avventura da protagonista, dirigendosi verso una magione lugubre e inquietante a seguito di una misteriosa lettera. Il (poco) coraggio maturato negli anni di avventure però non basta, perché questa residenza è infestata da fantasmi ben più fastidiosi e pericolosi rispetto ai buffi Boo.

È grazie all’intervento del dottor Strambik che l’idraulico in verde ottiene i mezzi necessari a equilibrare la sfida “ultraterrena”, partendo alla ricerca del proprio fratello tra un cigolio delle porte e un tremolio di paura. Il Poltergust 2000 diventa strumento indispensabile per stordire i fantasmi con la luce e aspirarli, ma anche per risolvere gli enigmi di questa vera e propria avventura: è fondamentale che siate abili ai comandi, ma anche e soprattutto che siate dotati di un forte spirito d’osservazione e di intuito per venire a capo dei tanti trabocchetti sparsi nell’area di gioco.

Ora la sfida è (quasi) alla pari!

Nel 2001 il gioiellino di Nintendo EAD stupì un po’ tutti per la cura riposta nell’aspetto tecnico, rappresentando un’ottima vetrina per mostrare le capacità di Gamecube nel gestire effetti particellari, fisica e deformazione delle superficie. Oggi prendendo in mano il New Nintendo 3DS (console su cui si è svolta la prova) la curiosità maggiore è capire come sia stata trasportata la visione originale su uno schermo capace di esprimersi esclusivamente entro i limiti dei 240p e una serie di effetti grafici limitata.

Quello che “smonta” un po’ chi viene dall’esperienza originale è il passaggio dal grande schermo con audio Dolby Pro Logic alla console portatile con (preferibilmente) le cuffie: il contesto che era avvolgente e coinvolgente fa un passo indietro come impatto, richiedendo al giocatore un minimo sforzo per scalare percezioni e sensazioni ad uno schermo ridotto. Una volta fatto questo, ciò che abbiamo dinanzi si rivela sorprendente per la capacità di condensare un design home in formato portatile. Chi ha giocato il secondo episodio può immaginarsi la resa, mentre i nuovi arrivati probabilmente saranno piacevolmente stupiti.

Tanta qualità (e paura) sullo schermo di un piccolo 3DS/2DS!

Cosa c’è di nuovo per chi volesse ripercorrere i primi passi di Luigi acchiappafantasmi? Innanzitutto l’esperienza del secondo capitolo non è caduta nel dimenticatoio e ora il Poltergust 2000 dispone di una modalità stroboscopica per la torcia, ampliando le nostre capacità di stordimento. Anche i controlli riprendono parte dell’esperienza e fondono le possibilità viste su Gamecube con la flessibilità del 3DS: sono contemporaneamente attivi sia i controlli Dual Analog (con il C stick sui modelli New), quelli basati sul singolo analogico e la modalità “strafe” alla pressione di B (come in Luigi’s Mansion 2) e il giroscopio per il controllo di precisione. Qualche minuto di allenamento e in breve si può trovare il modo migliore per giocare.

I segreti della magione

Non mancano variazioni a contenuti e design, a cominciare da una serie di achievment che accompagnano i nostri progressi. I primi che abbiamo incontrato riguardavano la cattura di specifci fantasmi o la raccolta di denaro, ma sappiamo che ci attende qualche sfida un po’ più ricercata proseguendo nella storia. Storia che ci mette di fronte ad una serie di boss che possiamo rivedere nella nuova galleria dei quadri (con tanto di Boss Rush a parte) e ci offre una sfida modificata nella sua parte “new game +”, ovvero la hidden mansion che già in origine era differente tra la versione europea e quella giapponese… chissà cosa ci attende? È presto per dirlo, vi rimandiamo alla recensione per queste specifiche informazioni.

“Mi avevano detto di seguire la luce… forse ho sbagliato qualcosa!”

Se il buio vi fa paura, potete sempre affrontare la sfida al fianco di un amico: come nei migliori titoli multiplayer Nintendo, Luigi’s Mansion offre il gioco cooperativo in modalità classica e in download play. Nel secondo caso abbiamo delle situazioni di gioco limitate e specifiche per gestire al meglio la comunicazione dati a singola cartuccia (è da verificare se e quali bonus ottenga chi possiede la cartuccia), da svolgere in stanze scelte per l’occasione, mentre chi dispone di due cartucce può dare vita ad una vera e propria campagna in cooperativa; qui il giocatore principale segue la trama e accumula progressi esattamente come nel gioco singolo, vantando però il supporto del secondo giocatore, che interpreta un Luigi “ectoplasmico” (ovviamente verde) di supporto con le stesse capacità ma solo metà dei punti vita. Una volta sconfitto è possibile rianimarlo per farlo tornare in battaglia, mentre alla debacle del Luigi principale il gioco si comporta come nella modalità in singolo classica.

Dopo un primo test c’è ottimismo per il multiplayer: la console non sembra soffrire troppo il maggiore carico a livello tecnico quanto piuttosto potrebbe patire qualche interferenza nel collegamento – che però, quando avviene, non “salta” i frame mettendo in difficoltà i giocatori ma ferma e rallenta l’azione, dando tempo di ovviare al raro inconveniente. Nel nostro caso una stanza con 19 console attive in contemporanea nel gioco cooperativo è stato un bel banco di prova per le connessioni.

Un tenero neonato… cosa mai potrà andare storto?

Luigi’s Mansion era un gioiellino tanti anni fa e ha tutte le carte per diventare una piccola perla della libreria 3DS. Manca l’effetto stupore generato all’epoca – sia per la nuova IP che per la componente tecnica – ma la qualità pare essere stata riversata senza perdere nulla, rifinendo poi al meglio come Grezzo ha sempre fatto nei sui lavori di porting e remake.

In attesa di scoprire le altre novità, che sveleremo in fase di recensione, c’è ottimismo sulle potenzialità di un titolo così inatteso ma richiesto, il quale potrebbe rappresentare ideale ponte nel passaggio di console verso il terzo capitolo.

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