Quel drago lì mi ricorda un porcospino
Tempi duri per Sonic, il porcospino più veloce del mondo che nel passaggio alle tre dimensioni non è quasi mai riuscito ad appassionare i suoi fan come negli anni ’90. Fortunatamente ci pensano i progetti amatoriali, i cosiddetti indie games, tra cui uno che addirittura è diventato “ufficiale” ed è stato preso sotto l’ala protettiva di SEGA, il mai troppo lodato Sonic Mania.
C’è un altro platform, però, che in passato e quindi prima del sopracitato gioco, ha voluto rendere omaggio all’icona giapponese, cercando allo stesso tempo di rendere meno amara la vita ai giocatori orfani del vero Sonic. Freedom Planet, sviluppato da GalaxyTrail Games, ci è riuscito perfettamente a suo tempo e oggi, anche su Nintendo Switch, è un gioco che non può mancare nella libreria di un amante dei platform, dell’azione e della velocità.
Con uno stile grafico che ricorda in tutto e per tutto i giochi SNES ma soprattutto MegaDrive, si viene subito rapiti dalla bellezza dei pixel, visti i colori accessi, gli effetti speciali e le animazioni che, per quanto richiamino il passato, rendono Freedom Planet un piacere da giocare quanto da vedere.
Il titolo ci propone tre diverse modalità: un’avventura in cui è possibile vivere la storia di Lilac, Carol e Milla attraverso una trama non originalissima e senza eclatanti colpi di scena, ma che in una prima run riesce a coinvolgere abbastanza da far apprezzare ancora maggiormente il lavoro svolto dai ragazzi di GalaxyTrail Games. La stessa avventura può poi essere affrontata senza alcun intermezzo video che interrompa l’azione, con i livelli che andranno a susseguirsi senza alcuna pausa, ideale per una seconda e terza run per poter completare al 100% il gioco. Immancabile poi il time trial, in cui le nostre abilità di velocità e riflessi vengono messe a dura prova.
Prima ho parlato di “completare al 100%” non a caso. All’interno di ciascun livello infatti troveremo alcuni collezionabili che sbloccheranno bozzetti, effetti sonori e tracce dell’ottima colonna sonora, cosa che costringerà i completisti ad esplorare i livelli più e più volte, magari sfruttando le diverse abilità dei tre personaggi per provare strade alternative.
La protagonista del gioco è infatti Lilac, quella più accomunabile a Sonic potendosi spostare ad incredibile velocità e potendo sfruttare un attacco caricato che ricorda lo spin dash del porcospino blu. A differenza di quest’ultimo, però, Lilac può contare anche su dei veri e propri attacchi fisici per sconfiggere i nemici, oltre a rimbalzare sulle pareti sfruttando la carica prima citata e potendo così raggiungere altezze altrimenti impossibili.
Abbiamo poi la sua fidata compagna Carol, una gatta che, potente fisicamente e con l’abilità di arrampicarsi e planare, non può che ricordare Knuckles l’echidna. Non solo, il gatto antropomorfo ha anche la passione per i motori, quindi durante i livelli potremo sfruttare il motore ruggente per correre a tutta velocità e sfidare le leggi della fisica.
Ultima, anche per importanza, è la coniglietta Milla, che completa il trio SEGA assomigliando a Tails, con la possibilità di volare per brevi tratti ed utilizzare una sconosciuta “tecnologia” per sparare raggi laser; interessante e una grande variante al gameplay, ma probabilmente la meno divertente da giocare.
Utilizzare i tre diversi personaggi, come detto, permette l’esplorazione dei livelli sfruttando le loro diverse abilità, cosa che vi aprirà diverse strade precluse all’uno o all’altro protagonista, complice un level design davvero eccezionale. Sin dal primo atto verremo catapultati in un tripudio di velocità, azione a diversi livelli esplorativi: così come i vecchi Sonic, non basterà correre sempre verso destra per raggiungere la fine, ma più volte ci troveremo a cambiare direzione, salire su sopraelevate e scendere attraverso dirupi, così come risolvere piccoli “puzzle” per sbloccare porte o distruggere muri altrimenti impenetrabili.
Solo verso la fine del gioco, nell’ultima sessione, l’azione e la spettacolarità prendono il sopravvento sul gameplay, prendendo tutto ciò che di odiato c’è nei Sonic 3D e portandolo in Freedom Planet: i tanti teletrasporti, acceleratori e nemici a schermo renderanno il tutto più caotico, ma niente che possa gravare severamente sul giudizio complessivo del gioco.
La tanta azione che ritroviamo nelle splendide boss fight, forse alcune un po’ troppo sbilanciate nella difficoltà, danno quel mix giusto al gameplay tanto da rendere l’avventura troppo corta: il numero dei livelli di per sé non è altissimo, seppur sufficiente, ma il grande coinvolgimento che Freedom Planet riesce ad evocare nel giocatore è tale da lasciare con l’amaro in bocca una volta finita la prima run.
Con Freedom Planet (e Sonic Mania) si è dimostrato che i platform tutta velocità e azione sono ancora possibili, se ben pensati e se supportati da tanta passione. A questo punto speriamo che anche il secondo capitolo possa arrivare presto su Nintendo Switch, la console ibrida e i fan del genere come me hanno bisogno di tornare a vestire i panni di Lilac.