The Messenger – Recensione

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Genere: Platform Action
Multiplayer: Assente
Lingua/e: Inglese

Corri Messaggero, corri!

Il panorama indie continua a stupire. Certo, può stupire in negativo, come abbiamo visto da poco con Polygod, ma può anche stupire positivamente, ad esempio con il primo titolo dello studio canadese Sabotage Studio dal titolo The Messenger. Un prodotto che sembra nato durante il periodo d’oro dei platform action in 2D e che è arrivato a noi in forma smagliante. Ad una prima occhiata sembra di avere davanti il degno fratello di Ninja Gaiden, solo più buono e permissivo.

Il titolo inizia senza troppi preamboli, in pieno stile old school. I pochi umani rimasti sulla terra in seguito all’attacco dei demoni si sono radunati in un villaggio, in cui si addestrano secondo i dettami dei Ninja. Leggenda narra che, un giorno, un eroe verrà dall’Ovest per salvarli dal ritorno dell’armata demoniaca. Ovviamente questo è esattamente ciò che accade all’inizio dell’avventura. I demoni tornano sulla terra e l’eroe dell’Ovest arriva portando una pergamena che ci viene consegnata. Il nostro compito è quella di portarla in cima alla montagna più alta del mondo in modo da salvare la razza umana.

Noi siamo, quindi, i messaggeri di cui parla il titolo. The Messenger, come dicevamo, appare subito come un classico old style ad 8 bit in cui i pochi input a disposizione devono essere usati alla perfezione per non rischiare di morire. Da subito si ottiene un’abilità particolare: il doppio salto, chiamato cloud step in questo caso. Non si può usare sempre però; è possibile attivarlo solo dopo aver colpito un nemico o i proiettili che ci vengono lanciati addosso. Questo darà subito vita a zone platform non troppo complesse ma che richiederanno comunque un minimo di studio.

Ci sono anche i collezionabili! 44 gettoni che, una volta raccolti tutti, danno qualcosa di “incredibilmente potente”.

Muoviamoci come un vero Ninja

A questa abilità si affiancano poi la possibilità di aggrapparsi ai muri, utile per non capire negli strapiombi che costituiscono morte istantanea, il classico grappling hook (“che non si chiama così ma tanto lo chiamate tutti così” [N.d.ProprietarioDelloShopDelGioco]) e la possibilità di planare per brevi distanze. Insomma, il classico set da Ninja protagonista di action platform. Con questo bel set di abilità dobbiamo quindi cominciare il nostro viaggio verso la montagna. Ed ecco che si dispiega pian piano tra le nostre mani un ottimo titolo 2D 8bit capace di riportare alla memoria dei meno giovani avventure oramai scomparse.

Buona parte delle sezioni è facilmente attraversabile tramite un processo di trial-and-error in quanto i checkpoint sono abbondanti e molto vicini tra di loro. Purtroppo sono presenti ben pochi nemici, che si ripetono lungo tutta l’avventura, ma la loro disposizione, unita al fatto che ricompaiono istantaneamente una volta usciti fuori dalla schermata, vi darà comunque filo da torcere senza mai scadere nella frustrazione. Non si può fare lo stesso discorso per i boss, ben variegati e caratterizzati e che richiederanno tattiche differenti per poter essere sconfitti. Sembra però che la curva di difficoltà sia un po’ sballata in quanto mi sono ritrovato ad avere più difficoltà con alcuni boss e molte meno con altri che vengono dopo. È stata una sensazione un po’ strana, forse doveva essere curato un po’ di più questo aspetto.

Ultimamente i JoyCon si staccano anche senza premere il pulsante apposito però funzionano, tranquillo. Sono io ad essere senza mani!

Già da subito si notano alcune differenze rispetto a quelli che sono i classici del genere. In alcuni checkpoint è infatti possibile accedere allo shop, all’interno del quale possiamo potenziare il nostro protagonista tramite un microscopico albero di abilità, abbastanza superficiali e che saranno molto presto alla nostra portata. I potenziamenti si acquistano tramite le gemme che si trovano lungo i percorsi e saranno ben più che abbondanti. Io stesso sono riuscito ad arrivare a metà gioco avendo completato tutto l’albero eccetto una sola abilità, ottenuta poco dopo.

Come da tradizione Devolver però, a capo dello shop sarà presente un misterioso personaggio incappuciato pronto a far ridere il giocatore con le sue battute taglienti e le citazioni ad altri titoli, e non sarà il solo. Tutti i PNG o i boss che incontriamo hanno sempre un lato comico così come il diavoletto rosso che ci salva dalla morte e che, di conseguenza, vorrà essere pagato per il servizgio. Di conseguenza, buona parte delle gemme che raccogliamo finirà dritta a lui e solo dopo aver assolto il nostro debito possiamo tornare a guadagnare per bene.

Notizia positiva: gli spuntoni non uccidono a contatto!

Un titolo dalla doppia natura

Se per circa 6/8 ore il gioco procede linearmente, a metà si stravolge tutto. Lo stile action/platform a scorrimento lascia spazio ad una avventura in pieno stile Metroidvania ed è in quel momento che il gioco ricomincia. Avendo acquisito tutte le abilità possibili possiamo tornare a visitare liberamente le varie aree del gioco grazie anche ad una serie di portali che troviamo nel nostro nuovo hub centrale. L’elemento che davvero mi ha colpito, e di cui sinceramente non sapevo nulla, essendomi approciato al gioco sapendone il meno possibile, è il passaggio che avviene dall’8 al 16bit, rappresentanti ciascuno il presente ed il futuro. All’interno della recensione non troverete immagini del gioco in 16 bit e vi invito anzi a vederne il meno possibile, in modo da rimanere ancora più stupiti dal passaggio così come dai mille colpi di scena che la storia concede al giocatore. Con l’uso di alcuni portali lo scenario di gioco si trasforma, così come la musica di sottofondo, modificando la struttura delle schermate e aggiungendo puzzle a zone già percorse.

Nemici, piattaforme che cadono una volta che ci si poggia sopra, spuntoni. Cosa può andare storto.

La cura riversata nella creazione di questi due stili è semplicemente incredibile. Certo, essendo di fatto come due giochi diversi uniti, peccano entrambi leggermente. La prima parte, quella a là Ninja Gaiden, risulta semplice e non offre livelli di sfida realmente elevati. La seconda, quella a là Metroidvania, soffre di backtracking e potrebbe stufare il giocatore. Anche in questo caso la situazione non risulta estremamente complessa, piuttosto sembra poco ispirata ma c’è da ricordare comunque che stiamo parlando del primo titolo di una nuova software house. L’offerta proposta rimane comunque di alto livello, capace di far gioire i giocatori di vecchia data così come far divertire i nuovi arrivati. The Messenger rimane un titolo consigliato a tutti e che su Nintendo Switch, con i suoi checkpoint vicini, permette anche brevi partite adatti alla console che abbiamo tra le mani.

Ho ricevuto il codice dalla software house ed ho portato a termine il gioco in circa 13 ore senza troppe difficoltà
Pro: Un’avventura epica e divertente, boss molto ispirati ed un destino da compiere. Portate in salvo quella pergamena!
Contro: Pochi nemici, level design non eccezionale e rischio di noia dovuta al backtracking
8.5

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