Gli incubi possono essere piacevoli
Durante le nostre giornate viviamo molte esperienze, siano esse positive o negative. Si cresce, superiamo ostacoli, ma dentro di noi rimangono annidate delle paure o preoccupazioni che cerchiamo in tutti i modi di affogare nella vita quotidiana, ma che puntualmente riaffiorano negli incubi. Sogni che ci mettono di fronte alle nostre paure più profonde ed è proprio quello che ha dovuto affrontare la piccola Violet, protagonista di Waking Violet, avventura rompicapo tutta italiana sviluppata da Marco Mastropaolo ed edita da MixedBag.
Affrontando i tipici problemi dell’infanzia, quando ci si sente abbastanza grandi da poter fare tutto, Violet litiga con i propri genitori e si chiude in camera, sperando che il sonno possa portare consiglio e risolvere tutto. Purtroppo da quel sonno avrà solo problemi, visto che rimarrà intrappolata in un incubo composto da quarantadue livelli pieni di rompicapi, mostri e poteri da sfruttare per arrivare al portale finale che la porterà al risveglio.
Waking Violet riproduce a schermo tutto ciò che spaventa la bambina: ambienti oscuri e labirintici, mostri senza volto, acque in cui annegare, elettricità con la quale rimanere folgorati, tutti ostacoli che dovremo evitare per raggiungere lei, la tanto odiata sveglia, ma che in questo caso rappresenta un’ancora di salvezza che ci porta via dall’incubo. Entrati nei vari livelli tutto sarà immobile, potremo muoverci liberamente e spostare casse, premere interruttori e sfruttare alcuni poteri sbloccabili con l’avanzare del gioco, fino al raggiungimento della sveglia che, oltre ad aprire un portale per farci uscire dal livello ormai risolto, darà vita anche ai mostri che non tarderanno ad inseguirci e farci morire (di paura).
I livelli, con uno stile grafico totalmente disegnato a mano e con i toni oscuri, riescono perfettamente nell’intento di mettere ansia al giocatore, che non si sentirà mai davvero al sicuro; purtroppo però la predominanza di colori scuri rende la quasi totalità dei livelli tutti uguali, il che alla lunga potrebbe annoiare, visto che anche la colonna sonora, per quanto mai invasiva, tende a ripetersi troppo spesso.
In un’avventura rompicapo che si rispetti, in ogni caso, è importante non deconcentrarsi per non commettere errori e in questo Waking Violet riesce in pieno: non solo perché i motivi di distrazione sono praticamente inesistenti, ma anche per l’implementazione di un sistema di rewind perfetto, che permette di tornare indietro sui propri passi ad ogni mossa che facciamo, impedendo di mandare all’aria un’attenta analisi dell’ambiente e delle nostre mosse per uno spazio calcolato malamente.
Waking Violet non metterà mai davvero in crisi il giocatore, seppur la difficoltà sia comunque ben calibrata e sempre crescente, fino a richiedere buone dosi di ragionamento prima di poter completare gli ultimi livelli. Essenziale è l’uso dei poteri, che rendono il gameplay molto più variegato di quanto sarebbe potuto essere in loro assenza: possibilità di far esplodere le casse, di ghiacciare l’acqua e di creare dei propri cloni, con combinazioni di questi tre poteri che renderanno alcuni livelli davvero una soddisfazione da superare, quasi fossimo usciti davvero da un incubo in prima persona.
Con una difficoltà così ben calibrata, arrivare ai titoli di coda non sarà un’impresa che richiederà decine di ore, anche se forse qualche livello in più non avrebbe guastato: quel che sicuro avrebbe migliorato di molto l’esperienza generale è una maggior varietà delle ambientazioni e delle animazioni, davvero troppo scarne e poco curate rispetto allo stile grafico utilizzato, davvero azzeccato e d’effetto.
Waking Violet ci scaraventa negli incubi di una bambina che mentre dorme in preda al turbamento, farà affidamento in noi, che cercheremo in tutti i modi di arrivare a quella tanto odiata, ma mai come in questo caso amata, sveglia. Quel raggio di sole che filtra dalla finestra e dà inizio ad una nuova giornata, da noi tanto maledetto, è ciò che più di tutto Violet vorrebbe vedere: aiutiamola a risvegliarsi.