Abbiamo provato Pokémon Let’s Go! Pikachu e Let’s Go! Eevee

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Lancia la tua sfera

Finalmente abbiamo provato Pokémon Let’s Go! Pikachu e Pokémon Let’s Go! Eevee. Uno dei giochi più attesi dell’anno su Nintendo Switch che cerca di dare una nuova impronta alla serie per renderla ancora più accessibile a tutti i giocatori che per la prima volta si avvicineranno al mondo Pokémon.

Scansiamo subito ogni dubbio: gli irriducibili di Pokémon potrebbero rimanere scottati da questa iterazione del brand. Non che ci sia qualcosa che non vada o che il gioco sia diventato talmente semplice e intuitivo da scoraggiare chi cerca qualcosa di più. I pilastri fondamentali sono rimasti lì: le statistiche sono tutte intatte, le evs sono ben visibili nel menu del Pokémon, le nature sono le solite e sono gestite in maniera del tutto simile a quelle dei capitoli precedenti.

Cambiamenti

Sopra l’impalcatura classica siede una piccola modifica: questo è il primo capitolo in cui di fianco alle statistiche classiche troveremo i CP, introdotti con Pokémon GO. I CP non rimpiazzano le statistiche classiche ma sono una sorta di “riassunto” per coloro che non hanno voglia, o intenzione, di spulciarsi le statistiche di ogni Pokémon. Un CP più alto ovviamente andrà a determinare un Pokémon più potente, ma il punteggio andrà a braccetto e sarà influenzato dal Attacco, Attacco Speciale, Difesa, Difesa Speciale e Velocità. 

Possiamo quindi dire che il core del gioco è intatto ed è immutato, ma è tutto quello che ci gira attorno che è stato rivisto per accomodare una fanbase che per la prima volta da Pokémon GO dovrebbe, almeno secondo l’intendo degli sviluppatori, spostarsi su Pokémon Let’s Go! Pikachu & Let’s Go! Eevee. 

L’intento degli sviluppatori è stato quello di avvicinare il gioco all’anime: già la scelta di non far entrare Pikachu, o Eevee, nella Poké Ball richiama la serie animata. Il Pikachu di Ash sin dai primissimi episodi si rifiuta di entrare nella sfera Poké. Questo vuol dire che il simpatico mostriciattolo seguirà l’allenatore dappertutto standosene appollaiato sulla spalla del trainer nei centri Pokémon, capitanati dall’infermiera Joy, e il suo Chansey, sarà l’unico a saltare sul bancone del centro per stare al centro dell’attenzione.

Mancanza di disciplina

Il Pokémon Iniziale, nel nostro caso Pikachu, è anche diverso da tutti gli altri. È possibile infatti notare delle differenze a livello di colore e di Texture, il Pikachu del protagonista ha una palette di colori diversa rispetto ai Pikachu selvatici e mostra una leggera peluria sulla schiena, cosa che gli altri esemplari della stessa specie non hanno. Di fianco a Pikachu possiamo scegliere un Pokémon preferito che ci seguirà nell’overworld: i Pokémon sono a grandezza naturale, il che vuol dire che un Onyx occuperà tutto lo schermo di gioco e i nostri due avventurieri, l’allenatore e Pikachu gli saliranno in groppa come Napoleone sul suo destriero bianco.

È nel mondo di gioco e nella struttura che circonda l’allenatore e i suoi Pokémon che sono stati fatti i cambiamenti maggiori. Ora i Pokémon possono essere visti ad occhio nudo e scorrazzano per il mondo di gioco. Alcuni di essi presentano un’aura colorata: quando sono circondati da un’aura di colore blu significa che sono degli esemplari eccezionalmente piccoli di quella specie, viceversa il rosso evidenzia esemplari eccezionalmente grossi. Può capitare di scorgere dei pokémon cromatici nell’overworld: sono quelli con una palette di colori diversa e circondati da un’aura fatta di stelle. 

Insomma, scegliere il Pokémon giusto non è mai stato così facile. 

Tornano le subquest: per il momento abbiamo solo visto alcuni personaggi chiedere all’allenatore di mostrar loro certi tipi specifici di Pokémon. 

Chase & Trace

E la trama? Il gioco è ambientato una decina di anni dopo Pokémon Giallo: i personaggi ne sono consapevoli e faranno continui rimandi al gioco originale. Il design dei personaggi, come ad esempio Brock che torna ad essere un capo palestra, ricalcano quelli degli anime, Occhi chiusi e sguardo languido per il nostro maestro di tipo roccia.

Proprio perché non si tratta di un remake, né di un remaster, quando più di una sorta di sequel, Gary non è l’avversario principale del gioco: Trace sarà il nostro antagonista, e il rapporto con il nostro allenatore, il cui nome di default è Chase sarà di natura diversa rispetto ai giochi passati. 

Tocca la sfera

Abbiamo giocato la demo con la Poké Ball Plus: l’accessorio è di ottima fattura, le plastiche sono eccezionalmente solide, suoni, luci e vibrazioni emesse sono a dir poco convincenti. L’unico neo forse è la presenza di soli due tasti: il tasto B sulla parte frontale rossa della Poké Ball, il tasto A che si attiva premendo il piccolo analogico sulla Pokè Ball. Belle le feature fuori dal gioco: la possibilità di portarsi un Pokémon in giro e di usare la Ball come accessorio per Pokémon Go è lodevole. Peccato che in generale non sia l’ideale per giocare al titolo: banalmente, aprendo il Pokédex, non è possibile rivedere i movimenti dei Pokémon perché manca proprio il tasto Y apposito sulla Poké Ball.

Durante il gameplay si comporta abbastanza bene, è solo necessario tenerla in una posizione predefinita al momento del lancio, ovvero con la parte rossa rivolta verso la televisione e la parte bianca rivolta verso il corpo. Sarebbe stato ideale poter lanciare la PokéBall in qualsiasi direzione e posizione senza doversi preoccupare troppo.

Il tedio della progressione di Pokémon rimane: in questo reparto, a mio modesto parere, sono stati fatti dei passi indietro rispetto a Sole e Luna. La mappa organizzata in tile, le ambientazioni già viste, per quanto riviste graficamente, pesano un po’ sull’esperienza.

Anche l’occhio vuole la sua parte

Dal punto di vista tecnico il gioco è davvero solido: i modelli poligonale a schermo sono convincenti, le texture pulite e senza sbavature. Certo, si viaggia nel campo della semplicità e della facilità di lettura piuttosto che di quella dello spettacolo stilistico e visivo, ma siamo sicuri che con le mosse più potenti e con le ambientazioni più particolari di Kanto il gioco saprà soddisfare. Un compitino ben svolto, ma niente che rivoluzioni davvero il modo in cui vediamo e percepiamo Pokémon.

Su una cosa non c’è dubbio: il gioco è pronto a catturare milioni di fan e a riportarli indietro nel tempo. Chissà quali sorprese ci riserberà questo primo capitolo di Pokémon su Nintendo Switch. 

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