Quando sei in dubbio, buttati sullo Sci-Fi
Quando una console è “dimenticata dal mondo”, si può sempre contare su Atlus per avere qualche gioco nuovo. Shin Megami Tensei: Strange Journey Redux appartiene alla lunga famiglia di port migliorati che Atlus è solita fare. Il capitolo originale uscì per Nintendo DS nel 2009. Esattamente come per Radiant Historia Perfect Chronology ci troviamo con un prodotto che per noi europei è nuovo, perché non approdò mai nel vecchio continente nella sua forma originale. Strange Journey fu in origine sviluppato come il IV capitolo, ma il nome fu cambiato perché l’ambientazione non era la classica Tokyo. Nonostante questo, non ha assolutamente l’anima da spin off, ma si incastra alla perfezione tra i capitoli principali.
Una strana distorsione spaziotemporale, battezzata Schwarzwelt, appare sulla regione dell’Antartide, espandendosi ed inglobando tutto ciò che tocca. Il rischio è che finisca per papparsi l’intero pianeta: per questo le Nazioni Unite inviano una squadra di investigazione al suo interno, equipaggiati di tutto punto. Armature potenziate, mezzi d’assalto volanti con scudi al plasma ed IA a bordo. Il protagonista è un soldato americano membro della nave Red Spire, di cui deciderete nome e cognome, potendovi esprimervi attraverso semplici scelte di dialogo. L’esperienza narrativa rimarrà identica al 90%, ma ogni scelta servirà ad impostare l’allineamento del protagonista, che andrà ad influire i finali.
Una volta arrivati all’interno dell’anomalia spaziotemporale, la scoprirete infestata di demoni e l’avventura si dedicherà alla sua esplorazione per capirne la natura, a cercare di sopravvivere ed a trovare un modo per salvare la Terra danna fine incombente. La ciurma della vostra nave avrà una personalità minima e tutta la narrativa sarà retta in piedi da una manciata di NPC. Questi sono in genere ben caratterizzati e sono ottimi rappresentati delle filosofie di caos, legge e neutralità che tanto sono care alla saga. Il tutto è accompagnato dal doppiaggio esclusivamente in giapponese, che ben aiuta a trasmettere le emozioni dei personaggi. Un ottimo plus per i puristi, ma è curiosa l’assenza di doppiaggio inglese per questo capitolo quando molti altri port e remake l’hanno ricevuto.
L’avventura è affascinante, con numerosi colpi di scena e con 3 finali da perseguire. Le ispirazioni a “La Cosa” di Carpenter sono evidenti nelle interazioni tra i personaggi ed in generale il vibe fantascientifico funziona alla grande. L’edizione Redux va ad aggiungere degli elementi extra di narrativa: c’è un nuovo personaggio, Alex, ed una nuova zona da esplorare. Ho però trovato l’aggiunta particolarmente forzata, che non convince appieno e mal si incastra con il racconto originale: devo ancora capire bene questa voglia strana che ha Atlus di rimaneggiare le sue storie durante i remake, distruggendole ogni volta. Avrete a disposizioni altri 3 nuovi finali se completerete queste nuove aggiunte di trama che… invalidano un po’ i vecchi finali. Questo intendo con il termine “distruggere”. Invece di inserirsi in modo armonico, vanno a scontrarsi con l’idea originale.
In Strange Journey passerete molto tempo ad esplorare labirinti ed a combattere. L’esplorazione è gestita come un dungeon crawler. Vedrete l’ambientazione in prima persona e vi muoverete su una mappa a griglia quadrata, un passo alla volta. Sullo schermo inferiore, la mappa si disegnerà in automatico. Ogni settore dell’ambientazione sarà composto di diversi piani e nel prosieguo del gioco diventeranno estremamente intricati e irti di ostacoli e puzzle da superare. L’esperienza è estenuante, sembra quasi un lavoro. Nella maggior parte dei casi si parla di una buona sfida di navigazione. Capire bene in che ordine attraversare dei teletrasporti, come usare rotaie di spostamento automatico e botole per raggiungere la vostra destinazione è stimolante. In qualche momento però si raggiunge la frustrazione e si vorrebbe lanciare via il 3DS. La soluzione sarebbe lasciar prendere appunti al giocatore sulla mappa, ma purtroppo questa opportunità è preclusa.
Nel Redux c’è un nuovo grande dungeon da affrontare parallelamente alla storia principale. Completarlo mi ha lasciato sensazioni simile alla disidratazione da fatica dopo una maratona alla quale si è arrivati primi. È molto impegnativo e complesso da navigare. In mezzo a tutto questo girovagare c’è anche tanto combattimento. Il vostro party sarà composto dal protagonista principale e da 3 demoni. Ogni demone si differenza per tipo, aspetto, statistiche, abilità, resistenze e debolezze. I demoni salgono di livello a velocità ridotta e diventeranno obsoleti velocemente. Questo per incoraggiare al cambio continuo della squadra, sfruttando due meccaniche: il reclutamento sul campo e la fusione. Il protagonista può provare ad intrattenere una conversazione con i nemici, cercando di convincerli ad entrare nella propria squadra. Con la seconda, si sacrificano due demoni per dare vita ad una nuova creatura, in grado di apprendere le abilità dei sui genitori.
C’è quindi tutta la voglia di creare il proprio team perfetto, modificandolo di continuo per adattarlo alla sfida crescente. Unico vero “problema”, è la presenza di un sistema di password. Per ogni demone è possibile generare una password per poterlo usare su altre copie del gioco. È un sistema abusabile, con generatori disponibili online, con i quali potete creare i vostri demoni perfetti. Usatelo responsabilmente. In battaglia, il Press Turn tipico degli SMT recenti lascia il posto ad una funzione Attacco CO-OP. Ogniqualvolta un membro della propria squadra colpisce la debolezza dell’avversario, i membri dello stesso allineamento eseguono un attacco extra. Questo purtroppo limita un po’ la varietà tattica rispetto ad altri capitoli, ma allo stesso tempo crea un sistema molto meno abusabile.
Il gioco originale era abbastanza famoso per essere difficile ed impegnativo, con molti momenti anche frustranti, richiedendo non poco grind. Ora invece è possibile selezionare il livello di difficoltà tra tre livelli: Casual, Standard ed Expert. Casual distrugge completamente il senso di sfida, trasformando il gioco in un noioso simulatore di camminate tra un dialogo e l’altro. Standard offre una buon livello di sfida senza mai esplodere. Expert è simile alla difficoltà dell’originale. Tecnicamente il gioco mostra la sua età. Le ambientazioni sono state ritoccate, ma sono meno complesse rispetto ai lavori più recenti di Atlus. La qualità della musica è migliorata, ma le tracce sono veramente poche e sul lungo periodo possono arrivare alla noia. Preso nell’insieme però, il pacchetto funziona. L’atmosfera è angosciante dall’inizio alla fine.
Shin Megami Tensei Strange Journey Redux è uno di quei giochi per chi vuole un’avventura lunga, impegnativa, con una storia sci-fi metafisica alla giapponese, e non è per i deboli di cuore. I numerosi miglioramenti QOL lo rendono però un gioco meno difficile da approcciare. Un buon modo di tenere impegnato il 3DS ancora per un po’ nell’attesa che anche queste saghe si spostino su Switch. Solo un consiglio: non guardate il filmato introduttivo anime che hanno aggiunto. È pieno di Spoiler.