Ci aspettavamo di più su Nintendo Switch
Inutile girarci intorno, il mondo degli appassionati del mondo Pokémon si è letteramente spaccato in due: Pokémon Let’s Go, Pikachu! & Let’s Go, Eevee! sono probabilmente i capitoli della serie più controversi della storia, due giochi che esasperano determinate caratteristiche ma che sembrano tagliare i ponti con la tradizione, la stessa che li ha portati ad essere apprezzati dalla community di utenti core.
Abbiamo già analizzato la mossa commerciale di Nintendo e The Pokémon Company con l’articolo del nostro Emil Petrov che, da una larga prospettiva, si è messo nei panni dei giocatori new age o di chi da Pokémon cerca qualcosa di nuovo, più abbordabile. La domanda, tuttavia, presi sotto esame i pochi minuti del trailer d’annuncio e indossando i panni dei veterani, sorge spontanea: si poteva fare di più?
Comparto grafico/estetico
Partiamo da ciò che traspare nell’immediato. Quanti di voi fremevano all’idea di un titolo Pokémon in grado di sfruttare al massimo le potenzialità di Nintendo Switch? Le nostre speranze sono andate in fumo nel momento stesso in cui è stato mostrato l’avatar di gioco. Let’s Go, Pikachu! & Let’s Go, Eevee! sono in tutto e per tutto delle versioni in alta risoluzione di Ultrasole ed Ultraluna. Con l’aggiunta di qualche texture per l’occasione e un comparto d’illuminazione lievemente migliorato, ma ad una prima occhiata la sensazione è quella di trovarsi di fronte una remastered.
Nemmeno lo stile ultradeformed dei personaggi— molto più accentuato rispetto ai capitoli precedenti — ha convinto più di tanto l’utenza, divisa tra l’amore spasmodico e il profondo ribrezzo. Che Switch non sia il più potente degli hardware console questo è ormai assodato, ma abbiamo visto all’opera produzioni ben più pretenziose e siamo convinti che Game Freak poteva osare di più.
Sistema di cattura
Si passa poi alle fasi di gameplay e… catastrofe, indignazione! Il sistema di cattura si è praticamente ridotto all’osso. La schermata che si apre a seguito di un incontro casuale (o a contatto con un Pokémon nei luoghi che prevedono creature erranti) riprende la stessa interfaccia di Pokémon GO, adattata al mondo console. Ora, diamo per buona l’ipotesi di una semplificazione atta a dare il benvenuto a chi si approccia alla serie per la prima volta, che magari si è avvicinato al brand dopo aver percorso chilometri e chilometri a piedi, solo per schiudere l’uovo di un Pidgey. La domanda sorge comunque spontanea: quanto si rivelerà divertente catturare decine di Pokémon a quel modo?
La messa in commercio di un accessorio apposito non cambia le carte in tavola, il sistema di cattura, dopo 10, 15, 20 lanci, diverrà noioso per forza di cose e tanti saluti alla soddisfazione che si otteneva dopo averle tentate tutte prima di sentire il tanto agognato click. Immaginatevi di arrivare davanti a Mewtwo, dopo aver affrontato la Grotta Celeste, di lanciargli contro secchiate di Ultra Ball. E adesso immaginatevi a definire epico uno scontro del genere senza che vi sia altro a poter influenzare la cattura, oltre a quello che già conosciamo grazie a Pokémon GO. In quanti vi darebbero ragione?
Pokémon ha fatto del collezionismo il suo punto di forza sin dagli esordi e la cattura è sempre stata parte integrante del progresso del Pokédex, oltre che dell’esperienza di gioco. La speranza — molto flebile — è che ci sia ben altro non ancora mostrato.
Eevee e Pikachu come Peter Pan
I vostri starter, salvo clamorose smentite, non si evolveranno. Il che avrebbe senso se fossero gli unici Pokémon in grado di seguire l’allenatore, un’ipotesi già sfatata dallo stesso reveal trailer. Si parla di un Pikachu e di un Eevee anomali, più forti dei loro simili, ma quanti giocatori preferirebbero tenerli allo stato originario anziché vederli crescere e diventare creature superiori?
Evoluzione sta a Pokémon come il guanciale sta alla carbonara, alleniamo i nostri mostriciattoli per vederli sempre più forti e competitivi, non per vincere la Lega Pokémon a suon di sguardi pucciosi. Scelta alquanto discutibile quella di Game Freak, che speriamo riesca a rinsavire prima di novembre.
Visuale
Esplorare Kanto muovendo gli analogici per guardarsi a destra e a sinistra? Impennare la camera per contemplare le punte dei piedi? No. Game Freak ci propone l’ennesima, trita e ritrita visuale a volo d’uccello. Nel secondo remake di Kanto. Quanto avrebbe giovato a questa leggendaria regione una prospettiva tutta nuova? Tanto, troppo. E si torna a sognare.
151+1
Se in Rosso Fuoco e Verde Foglia il Pokédex era stato ampliato con la generazione numero due e numero tre, in Let’s Go, Pikachu! & Let’s Go, Eevee! proveremo l’ebrezza di completarlo nel giro di una decina di ore, complice anche un sistema di cattura stra-semplificato. Sarà Kanto in tutto e per tutto quindi, ad eccezione di un misterioso nuovo Pokémon. Un po’ poco vista la possibilità di interagire con GO, che ha già raggiunto la terza generazione, non credete anche voi?
Prezzo
È uno spin-off oppure no? Un titolo minore in attesa dei capitoli canonici o una variante sul tema? Nel dubbio, iniziate a mettere da parte 60 euro. 50 per l’accessorio della Poké Ball, per un totale di 110. Ne varrà davvero la pena considerato il taglia-taglia effettuato sul gioco? A voi l’ardua sentenza.
No alle ranked
Confermato il multiplayer dallo stesso Masuda, in tanti hanno iniziato a consolarsi all’idea di sfidare altri giocatori online e scalare le classifiche. E invece no, il celebre autore di videogiochi ha in seguito aggiunto che la modalità ranked competitiva online non è stata contemplata. Ci chiediamo quindi se anche il combat system non sia andato incontro a qualche discutibile modifica. Giocatori core, con questi giochi non avete senso di esistere.
Concludendo…
Pokémon Let’s Go, Pikachu! & Let’s Go, Eevee! sono evidentemente pensati per un’altra categoria di appassionati e videogiocatori. Una scelta che può essere condivisa o meno, ma i fan, quelli cresciuti con la serie e che sperano da anni nel grande passo in avanti, hanno tutte le ragioni di questo mondo per essere scontenti, pur consci della tipologia di prodotto e dell’arrivo di un RPG canonico il prossimo anno.
Game Freak poteva fare di più e presentare due giochi sì rivisti e semplificati, ma più corposi in termini di contenuti e innovativi dove si poteva esserlo. Stiamo parlando di due titoli che, probabilmente, si riveleranno comunque dei buoni giochi a novembre, forse delle killer app nel periodo natalizio, ma che difficilmente verranno ricordati negli anni a venire tra i capisaldi della serie. Noi, in ogni caso, non vediamo l’ora di essere smentiti.