Senza (e)motion o con (e)motion. Dove sta il divertimento?
La generazione Nintendo Wii è stata una delle più fruttuose per le casse dell’azienda nipponica. Console vendute come il pane e un fatturato in attivo capace di fargli sostenere facilmente, come si è visto, anche un tonfo pesante come Wii U. Insieme al fiume di banconote, in cui hanno sguazzato nel quartier generale Miyamoto e tutti gli altri dirigenti, sono arrivate anche vagonate di critiche riguardo il sistema di comandi governato quasi esclusivamente dal motion control.
I puristi e tradizionalisti del gaming non hanno mai digerito quel telecomando da puntare alla TV o sbandierare nella stanza come una sciarpa allo stadio dopo un gol. Gli affezionati allo stick analogico e ai tasti lanciarono contro Nintendo tutta la loro rabbia per averli, a detta loro, abbandonati preferendo puntare a giocatori che non avevano mai smanettato con un controller. E come biasimarli? In effetti il motion sembrava essere il centro nevralgico del pensiero Nintendo di quell’epoca così come lo erano quelli che vennero etichettati come giocatori occasionali. Si può dire che l’azienda abbia scatenato allora quella che possiamo definire “casual game war”.
Prototipo di questa filosofia motion-centrica era uno dei più venduti software (anche grazie al bundle con la console) di quella generazione: Wii Sport. Mamme, nonni, fidanzate, fratelli: tutti a chiedere di giocare insieme, tutti davanti a Nintendo Wii e il povero giocatore costretto a nascondere la console per poter giocare Xenoblade Chronicles. Nintendo non ha mai nascosto il suo desiderio di puntare su questo tipo di tecnologia accessibile che permette a molti di approcciarsi ai videogame. Ne fece largo abuso in quasi tutta la produzione dell’epoca, fino a farne quasi indigestione quando si trattava di titoli sportivi (i poveri giocatori di Mario Strikers Charged Football ne sanno qualcosa).
Mario Tennis Aces sta arrivando. Lo attendono in molti, le sensazioni date dalle immagini e informazioni finora pubblicate sono davvero positive (a breve vi offriremo il repot di una prova giocata! Nd Pittanza) e soprattutto a inizio giugno potremo provare le sue qualità con un torneo pre-lancio con fantastici premi e accessibile a tutti. Grande è l’atesa per questo gioco, soprattutto dopo essere scesi in campo su quella traballante declinazione chiamata Mario Tennis: Ultra Smash. Questo nuovo gioco promette di dare una racchetta di qualità nelle mani di Mario e soci. Ci sarà un gameplay che sembra più tecnico e riportato al passa, una modalità storia, una modalità motion control… Fermi tutti. Cosa?
Quando in molti credevano di essersi scrollati di dosso i titoli sportivi da sudore alle ascelle, Nintendo mette di nuovo sotto rete i sensori di movimenti. Qualcuno storcerà il naso (pensando anche alle possibili esalazioni corporali), ma prima di tirar fuori deodoranti, fasce elastiche e i cerotti muscolari alla Balotelli, iniziamo a valutare davvero cosa potremmo avere tra le mani a partire dal prossimo 22 giugno.
Mario Tennis Aces non è Wii Sport perché le differenze sono enormi. La più grande riguarda il fatto che non c’è nessun obbligo di giocare esclusivamente con i controlli motion. Nintendo è stata chiara in questo sia con il gioco che con il passato recente dei suoi titoli multiplayer. È vero che la modalità Swing rievoca con decisione il tennis con finta racchetta simulata e i JoyCon possiedono tutte le caratteristiche di un WiiMote 2.0, ma la presenza di questi due fattori non deve far dimenticare che si tratta di una modalità, un qualcosa di alternativo e non il fulcro centrale dell’esperienza di gioco. Inoltre la modalità “grip” prevede la possibilità, ancora da dettagliare nello specifico a stampa e pubblico, di controllare comunque i movimenti del giocatore.
Le rassicurazioni in merito ci arrivano anche dal resto della produzione Nintendo recente. Si è visto con le impostazioni disponibili ad esempio in Mario Kart 8 e in Splatoon 2 quanto la presenza di controlli con i gesti del JoyCon e/o controller siano opzionali o integrati in una moderata quantità nel gameplay offrendo in alcuni casi un feedback più armonico dei controlli (vedi Splatoon appunto). Nintendo non ha detto no in assoluto a questo tipo di controlli, ma non li innalza più quale vessillo di rivoluzione preferendo renderli opzionali per i giocatori desiderosi di una sfida alternativa o più inclini a questo tipo di controlli.
Se dovessi pensare di giocare Mario Tennis unicamente fendendo l’aria con un JoyCon direi fin da subito no, a meno che non mi trovi a dover “coinvolgere” una volta ogni tanto quel parente, amico, partner che con i tasti dei controller non ha mai avuto confidenza. E qui entra in gioco la componente “party casual game” tanto cara a Nintendo e tanto bistrattata dai giocatori navigati. Il giudizio sulla bontà o meno dei controlli motion è personale e non può essere sindacato. Dove c’è gusto non c’è perdenza. Quello però deve essere chiaro è che il motion non è il male assoluto o demone evitare come la peste, così come non è la universale via definitiva per giocare i titoli sportivi. Oggi i sensori di movimento sono una integrazione o variante che in taluni casi può portare benefici anche ai giocatori che di muovere qualcosa di diverso dalle dita non ne hanno per niente voglia. E perfino io non possono non ammettere che in passato mi sono divertito a fare i “casual gamer” con il volante di Mario Kart Wii o sparando a Call of Duty con i controlli motion e chi non l’ha fatto non sa cosa si è perso.
Mario Tennis Aces, dalle prime immagini e video, sembra tendere molto di più verso il capitolo per GameCube che tanto abbiamo amato, con ancora maggiore enfasi nella modalità a giocatore singolo – quindi sereni: Wii e il suo regno di motion non stanno tornando e forse non tornerà prima di qualche generazione. I sensori di movimento sono ancora tra noi, me se volete un titolo che li sfrutti, beh, presto arriverà qualcosa anche per voi (ogni riferimento a Go Vacation annunciato di recente per Nintendo Switch è puramente casuale).