Detention – Recensione

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Genere: Avventua, Horror, Puzzle
Multiplayer: No
Lingua/e: Inglese

La scuola non è mai stata tanto inospitale.

Ora di storia. C’è chi sonnecchia, chi scribacchia sul quaderno, chi scuote la testa per far intendere alla professoressa che sì, l’attenzione è ai massimi livelli. Ah, la scuola! Volente o nolente è una tappa fondamentale della nostra vita che, a conti fatti, regala spesso tanti bei ricordi. Nella mente di sviluppatori particolarmente fantasiosi, tuttavia, può presto trasformarsi in un vero e proprio incubo senza fine, soprattutto se a seguito di una fugace pennichella, una di quelle dove la mandibola scivola lentamente via dal palmo della mano, vi risvegliate di colpo in una realtà che non sembra più la stessa, una di quelle cupe e struggenti, a tratti davvero spaventosa. Ed è in una di quella realtà che inizia Detention, creatura partorita dai ragazzi di Red Candle Games e che recentemente ha stretto tra le sue grinfie la piccola ibrida della Grande N.

Nemmeno il tempo ci è favorevoli.

Fang Ray Shin è la protagonista della nostra storia. I suoi occhi si aprono tra le mura di una scuola, la sua scuola, ma le pareti che ricordava imbiancate sono butterate di sangue, tutto è fatiscente, cade a pezzi, sembra marcio; peggio ancora, non vi è anima viva. Non un compagno di classe né un professore: la ragazza è sola. Scoprirà molto presto di non essere l’unica a vagabondare lungo i corridoi dell’edificio: altre creature, che di umano hanno ben poco, infestano la struttura pronte a farle esalare l’ultimo respiro.

Detention si presenta da subito come un classico punta e clicca in due dimensioni e adattato al mondo console. Ci sono pochi tasti da premere e tanto da osservare. Quando Ray passa davanti a un oggetto, una porta o uno scorcio da ammirare, una piccola icona ci permette di interagire con questi elementi. Pian piano la ragazza si riempirà le tasche di utensili e oggetti di varia natura, utili al fine di risolvere enigmi piuttosto semplici nella loro struttura, ma non per questo banali o poco stimolanti. Lungo il suo cammino, inoltre, Ray troverà appunti sulla cultura della realtà che la circonda, talvolta utili suggerimenti, altre volte ancora memorie di un passato che sembra tanto lontano. Gameplay e storia viaggiano di pari passo e, dopo un inizio un po’ confuso e spiazzante, il giocatore acquisisce la piena consapevolezza delle meccaniche di gioco.

Come nuovo, usato garantito!

Tra un enigma e l’altro, Ray si trova a dover fuggire da abominevoli e terrificanti creature. In queste fasi, tramite la pressione del dorsale destro, la ragazza deve trattenere il respiro; unico modo per non farsi notare, infatti, è quello di restare immobili o di continuare a camminare senza fiatare. Ray non avrà tutto il tempo del mondo e l’ossigeno prima o poi verrà a mancare;  nelle vicinanze di una di queste aberranti creature, tale circostanza si rivelerà fatale.

Detention si spacca in due: la prima metà del gioco è quella più ansiogena, pregna di pericoli e visuali disturbanti al limite del collasso psicologico. La seconda metà — che comunque non si rivelerà una passeggiata tra prati fioriti — pone maggiormente l’accento sulla narrazione, il passato di Ray e sulla cultura taiwanese; in particolare, sui tristi anni del Terrore Bianco. La storia si diapanerà con calma e chiarirà ogni dubbio della giovane studente, oltre che dei giocatori. Il finale prevede anche una sorpresa per coloro in grado di pensare fuori dagli schemi di un semplice videogioco, rivelandosi il frutto di scelte di un certo peso, che in condizioni normali porterebbero a riflettere ognuno di noi.

Non… devo… respirare…

Grande attenzione è stata riposta nel comparto estetico e in quello sonoro. Detention sembra disegnato da un artista con la passione per il macabro, alterna toni di colore in forte contrasto tra loro, dove spesso a spiccare più di tutti è quello del sangue. Le musiche e gli effetti sonori tartassano continuamente il giocatore, non lasciandogli mai credere di essere arrivato alla fine, ma anzi facendogli intuire che dietro ogni porta potrebbe nascondersi un pericolo imminente. L’atmosfera che si respira è quella di un vero e proprio incubo che si manifesta di fronte a Ray in più e svariate forme. Da questo punto di vista i ragazzi di Red Candle Games hanno fatto un centro perfetto.

L’unico appunto negativo che si potrebbe fare a Detention riguarda la longevità. La storia si conclude in poco meno di quattro ore e non offre nulla di stimolante per avviare una nuova partita. Inoltre, questo è bene precisarlo, a causa della mancata localizzazione in italiano sarà richiesta una buona padronanza della lingua inglese per apprezzare al meglio il susseguirsi degli eventi.

Finalmente un po’ d’aria fresca. Ah no.

Detention è breve ma intenso. Una definizione tanto banale quanto efficace per descrivere un titolo che cattura il giocatore dall’inizio alla fine, lo trasporta in una realtà terrificante e allo stesso tempo trova modo di fargli spremere le meningi in modi fantasiosi. La storia di Ray, infarcita della cultura taiwanese e di momenti comuni a tanti adolescenti, si delinea con incredibile naturalezza e, nel finale, lascia spazio a interessanti riflessioni. Un titolo completo che, nonostante la sua brevità, valorizza al meglio il grande lavoro svolto dagli sviluppatori. Breve ma intenso.

Portato a termine dopo quasi 4 ore grazie ad un codice gentilmente offerto per la recensione.
Pro: Un’avventura horror ben scritta e con enigmi fantasiosi e originali. Comparto artistico e sonoro su ottimi livelli.
Contro: Molto breve, localizzazione non pervenuta.
8.0

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