Quanto costa un capriccio?
Durante la bellissima live che guardava al 2018 di Switch, verso la fine, il buon Pittanza si chiedeva: “Se avessero fatto la console un pelo più performante?“. Un pensiero tutto sommato condivisibile. Più potenza apre ad ancora più port e multipiattaforma, e migliora ancor di più i titoli esclusivi. Ma anche roba di poco conto, giusto per non avere Xenoblade Chronicles 2 a 360p in portable. È proprio il successo di Switch che ti farebbe desiderare ancora di più. Ed allora, perché non fare un po’ di speculazione a caso, giusto per vedere cosa avrebbero potuto inserire al posto del Tegra X1 “custom”?
La scelta più ovvia, a dire la verità, sarebbe stata quella di usare l’X1 al massimo della potenza, sempre. Switch usa i processori a 1Ghz invece di 2Ghz e la scheda grafica a 384(undocked)/768(docked) Mhz invece dei pieni 1000Mhz. Si avrebbe il doppio di potenza lato processore ed un 30% di potenza in più lato grafico se paragonato alla modalità dock. Perché non l’hanno fatto? Si può speculare.
In primis questo avrebbe portato ad un aumento dei consumi e del calore prodotto. Si passerebbe dagli 8W circa di consumo in modalità portatile attuali a circa 20W. Switch per avere la stessa autonomia di ora avrebbe dovuto avere una batteria più grande, e quindi più costosa. Il sistema di raffreddamento avrebbe dovuto lavorare di più, diventando più rumoroso o più grande. Lo spazio interno sarebbe dovuto essere riprogettato per fare spazio alla batteria. L’ingombro della macchina sarebbe stato maggiore. Ricordate che tutti i cellulari e tablet in commercio, quando vengono usati sotto stress, per esempio con un gioco, non operano alle loro frequenze massime, proprio per problemi termici, ma le riducono. In una console da gioco questo non è ammissibile, per questo serve il raffreddamento adeguato.
Come secondo punto c’è da considerare la qualità dei chipset. Se non devono funzionare a piena potenza, possono essere anche di qualità più bassa, riadattati da chipset altrimenti da scartare. Quindi ottenibili per un costo più basso.

Questo avrebbe portato ad avere un device potenzialmente meno ergonomico, o con durata della batteria minore o molto più costoso. O tutte e tre le cose insieme. Questo tipo di decisioni non sono prese a caso come potrebbe sembrare, ma esistono numerosi strumenti informatici che a seguito dei dovuti input, producono le specifiche ottimali per la propria visione del progetto, il tutto essendo aiutati da prototipi e continui discorsi con gli specialisti della produzione per gestire il costo della realizzazione effettiva. Quando si fa un progetto DIY, da bricolage, è facile prendere decisioni, ma in un’azienda c’è spesso un lavoro sotto molto più complesso di quel che si possa immaginare. Inoltre la progettazione delle console è un processo lungo e si deve creare un prodotto con anni di vita sul mercato. Per questo tendono ad usare tecnologie vecchie di qualche anno ma rodate, invece dell’ultimo ritrovato della tecnica come gli smartphone.
Avrebbero potuto usare altre tecnologie? Rimanendo in campo mobile, le piattaforme contemporanee (2015) potevano offrire processori migliori, ma il reparto grafico era generalmente peggiore di quello offerto dal Tegra X1. Per raggiungerlo e superarlo anche se non in modo significativo, servono chipset del 2017. E questo si sarebbe tradotto in un circolo infinito. Console uscita nel 2018 con chipset del 2017 per esempio, con i chipset del 2018 che sono migliori. E la gente a lamentarsi “perché non hanno usato quelli?”. Il Tegra, con la sua “potenza in eccesso” rispetto alla concorrenza contemporanea si traduce in una sua non obsolescenza totale al lancio. Come scelta, è estremamente sensata. E poi avere un’architettura grafica “da PC” può solo aiutare per i videogiochi. Certo, c’era l’X2, o P1, ma Nvidia l’ha praticamente creato ed abbandonato. È quasi da considerarsi non un prodotto, ma un concept.
Però a volte ce lo si domanda. Quanto ci si sarebbe potuti spingere con il concept di Switch? La risposta, c’è già. Nel passato. Ammirate questo video. Un Tablet per domarli, un Tablet per trovarli, un Tablet per ghermirli e nel buio incatenarli.
Nel 2013, Razer, produttrice di computer portatili ed accessori per PC indirizzati ai gamer, decise di voler realizzare “Switch”. L’idea era quella di proporre un tablet PC per i giocatori. E di declinarlo in ogni possibile modo. Il prodotto realizzato era un tablet da 10.1″, con uno schermo da 1366×768 di risoluzione. Dotato di un i7 3517U, 8GB di Ram ed una scheda grafica Nvidia 640M LE. Il tutto con 256GB di Storage. Il processore è un x86 non comparabile direttamente a Switch, ma ha più potenza bruta dell’ARM che monta la console Nintendo, anche se è un semplice dual core. La 640m sviluppa 384Gflops, poco meno di Switch in docked. Il tutto 4 anni prima. Skyrim gira a dettagli alti sopra i 30fps senza grossi problemi. Et voilà, Skyrim Portatile, dal 2013. Ed allora perché non è diventata “la console di tutti”?
I limiti erano molti. Il consumo di soli processore e scheda grafica si attestava su 34W. Senza contare schermo, wi-fi, memoria ed il resto. Siamo a 4 volte il consumo di Switch in portatile. Il risultato è un tablet del peso di quasi 1 kg, con una batteria da 5600mAh, il 30% più capiente di quella di Switch, per a malapena un’ora di gioco. I controller esterni venivano con una scocca con batteria maggiorata per altre 2 ore di gioco.
Il peso però saliva a 1,9kg. Giocare e fare pesi insieme, altro che Wii Fit! E poi c’era il problema del prezzo. Il Razer Edge costava 1499$. Il gamepad altri 249$. La docking station altri 99$. Un bel 2000€ tra una cosa e l’altra. Volete “il cutting edge” in formato portatile? I prezzo salgono, e di molto, rispetto a soluzioni fisse.

Però è anche carino pensare come sarebbe un Razer Edge riproposto oggi. Se proviamo ad immaginarlo con tecnologia contemporanea a Switch, quindi del 2015, ci saremmo ritrovati con processori di 5° o 6° generazione. Non un grosso cambiamento, giusto un paio di watt di risparmio ed un po’ più di performance. Lato scheda grafica, avremmo potuto accoppiare una 940M, di consumo simile alla precedente, ma con 823Gflops di potenza esprimibile. Un salto notevole, il doppio rispetto al vecchio Razer ed anche rispetto a Switch. Saremmo al 60% della potenza di Xbox One. Considerando la risoluzione dello schermo, non è affatto male pensata in ottica console e non PC. Ci ritroveremo comunque sempre con un’ora di gioco, con la tecnologia e il costo delle batterie praticamente uguale negli anni.
Per migliorare questo risultato, serve tecnologia del 2017. La MX150 di Nvidia, permette di avere 1 Teraflop di potenza in 25W di consumo. Scenderemmo sotto l’ora come autonomia, quindi qui servirebbe una batteria più capiente senza dubbio. Si potrebbe anche provare a chiedere di fare tutto ad Intel, che con la sua famiglia grafica Iris pro, riesce a darci processore e scheda grafica sui 700 Gflops in grossomodo 15W. Ora sto parlando di componenti PC portatili, immaginati in ottica console andrebbero integrati tra di loro per essere ottimizzati al meglio e scendere così di costo, ma parliamo comunque di pezzi che presi dallo scaffale si trovano comunque in prodotti da migliaia di euro. Un Xbox One nelle mani a 1000€ sarebbe impressionante, ma non so quanto conveniente. Fattibile però.
La domanda che vi dovete fare quando ragionate sulla potenza di Switch è più questa: quanto sarei stato disposto a spendere per avere cosa? E quanti come me sarebbero stati disposti a farlo? Abbiamo potuto osservare in questi mesi come i 330€ di ingresso non siano stati un problema come molti di noi invece pensavano. Sarebbe andata nello stesso modo se fosse costata 500€? A cosa avreste rinunciato di Switch di adesso per avere che cosa in più?