C’è una questione che mi attanaglia sin dall’annuncio di Nintendo Switch.
La nuova console della Grande N sta macinando successi di vendita ininterrottamente da nove mesi. È di qualche giorno fa la notizia delle 10 milioni di unità vendute, dato questo che ha superato anche le ottimistiche stime del sottoscritto (che reputava il traguardo raggiungibile con due settimane o un mese in più di tempo). Vanno aggiunte le ottime vendite software: i 5 milioni di Mario Odyssey, le cifre simili o di poco inferiori per Zelda Breath Of The Wild, Mario Kart 8 Deluxe e Splatoon 2, i titoli indie che ricevono maggiore attenzione sull’eShop che sugli altri negozi digitali.
L’ibrida Nintendo, come sempre più spesso viene chiamata, procede quindi a gonfie vele nel mare del mercato videoludico. Ibrida sia nella progettazione che nell’utilizzo da parte degli utenti: è stata proprio Nintendo a divulgare le percentuali di uso dei giocatori, e i dati rivelano come il 52% sfrutti ambo le modalità dock e portatile, il 30% prediliga la portabilità, e solo il 18% giochi prevalentemente sul divano davanti al televisore. La modalità portatile è dunque contemplata nell’82% dei casi.
Ciò non fa che acuire la personale incertezza dell’esordio: come si comporterà Nintendo con la produzione portable only?
Nintendo Switch venda pure quanto le pare, ma le portatili della casa di Kyoto hanno sempre fatto la parte del leone nel mercato videoludico. Limitiamoci al storia recente, che è anche, per il momento, il presente: Nintendo 3DS. Un dispositivo che non ha alcuna voglia di abbandonare le classifiche di vendita, nonostante i quasi sette anni dall’uscita. Parliamo di una console che ha venduto più di PS4, alla quale le sales chart attribuiscono oltre 4 milioni di unità anche per il 2017, e che anche nel software non perde un colpo, con Pokémon Sole/Luna e Dragon Quest XI ad esempio che figurano tra i titoli più venduti dell’anno.
Senza considerare la qualità del parco giochi capace di sfornare, seppur in numero fisiologicamente sempre più esiguo (perché in generale vengono sviluppati meno giochi): basti come esempio Metroid: Samus Returns, premiato come Best Handheld Game ai The Game Awards e lodato dalla critica (media voto 86 su Metacritic per quanto riguarda i voti della stampa).
Rispetto al mercato delle home console, più articolato e per certi versi più equilibrato, su quello delle portatili non c’è partita praticamente dal 1980, anno d’uscita del primo Game&Watch. Andando in ordine cronologico: Sega e le sue portatili sono state sbaragliate, il WonderSwan di Bandai e il Neo Geo Pocket hanno rappresentato delle ottime console che hanno però potuto porsi solo in posizione defilata, Sony dopo il grande successo di PSP ha visto la sua ultima PS Vita spegnersi neanche troppo lentamente.
Se consideriamo tutta la storia delle vendite hardware, nelle prime dieci posizioni di sempre appaiono Nintendo DS, Game Boy, Game Boy Advance, Nintendo 3DS.
Nintendo Switch può vendere anche come il pane, ma davvero Nintendo sarebbe disposta a lasciar perdere tutto questo?

Come muoversi allora, dal momendo che già Switch sta occupando i posti di quello che sarebbe stato un ipotetico successore del Nintendo 3DS? Cerchiamo di sondare le possibilità.
Una prima ipotesi potrebbe essere la più spontanea: Nintendo non crede più nel mercato delle console squisitamente portatili, e ha quindi creato un’ibrida per colmare il futuro vuoto di introiti. Ma il Nintendo 3DS vende ancora, come abbiamo detto. Utilizziamo allora lo strumento economico della matrice BCG: agli occhi della casa di Kyoto il Nintendo 3DS potrebbe ora apparire come una cosiddetta cash cow, ossia un prodotto ad alta quota di mercato ma a bassa crescita. In altre parole, il Nintendo 3DS vende ancora ma non ha futuro. Dubitiamo che ciò possa essere causato dal gaming su telefonino e tablet, mercato in cui tra l’altro Nintendo si sta lentamente inserendo. Eppure Nintendo Switch appare più di un esperimento per sondare il futuro del settore, è stata concepita come macchina definitiva.
Altra ipotesi: lancio di una nuova console portatile. Questo punto potrebbe svilupparsi in tre direzioni: nuovo 3DS, nuovo brand, recupero di un brand.
Un nuovo 3DS apparirebbe temporalmente fuori luogo, fuori contensto. Il pensiero del doppio schermo e dell’effetto tridimensionale sono stati sviluppati e ampiamente sfruttati (il primo molto meglio del secondo), e non si avverte la necessità di un loro revival.
Un nuovo brand portatile appare invece quasi assurdo, in questo specifico momento. Questo perché Nintendo Switch racchiude già tutto ciò che si potrebbe chiedere a una console portatile, o quasi, in termini di hardware, di parco titoli, di modalità ludiche.
Parliamo del recupero di un brand. Sembra più il desiderio di un fan che un’ipotesi impostata sul ragionamento, ma immaginiamocelo un attimo: quanto risuonerebbe il ritorno del Game Boy? L’idea potrebbe essere quella di sviluppare non una macchina che in quanto a componenti tecniche vada a rivaleggiare con Nintendo Switch, ma una console dal design anni ’90, dalla lunga durata delle batteria, capace di farci giocare a titoli immediati, dall’appeal scanzonato. Questo disegno potrebbe tra l’altro essere tramutato in realtà in maniera diversa, con l’annuncio di un Game Boy Classic Mini (servirà a questo il brevetto registrato di recente?), cavalcando l’onda del successo dei recenti emulatori nostalgici di Nintendo; non sarebbe però la stessa cosa.
La terza possibilità è quella di un modello di Nintendo Switch alla slim o s, ossia più compatta e contenuta nelle forme, che diventi ancora più portatile. O addirittura, basandosi sulle precedenti manovre di Nintendo, à la 2DS, una Nintendo Switch con qualche asportazione, che diventi totalmente portatile. Quest’ultime comunque appaiono come proiezioni che non si realizzerebbero prima di un tempo piuttosto lungo.
Quale futuro per le portatili in casa Nintendo? Ciò che resta certo, è l’inverosimiglianza della situazione in cui un’azienda di tali dimensioni e obbiettivi decida di abbandonare un mercato nel quale è regina indiscussa. Del resto ogni ipotizzabile manovrà non avrà probabilmente luogo prima di almeno un altro anno: Reggie Fils-Aime continua a sostenere come Nintendo 3DS sia tutt’altro che defunto, mentre resta evidente il fatto che, tra remake e riedizioni, il parco titoli si presti ad un’inesauribilità magari priva di originalità, ma che né pubblico né critica sembrano disdegnare.
Volevamo stuzzicare i vostri pensieri, ergo diteci due cose: cosa credete accadrà, e qual è il vostro sogno circa il futuro delle portatili in casa Nintendo?