The Umbra (s)Witch
Al momento dell’annuncio stavo dormendo. Me la stavo proprio godendo, sotto le mie coperte calde e avvolgenti. La curiosità verso i VGA era tanta, nonostante i non proprio entusiasmanti risultati a livello qualitativo visti negli anni precedenti, ma avevo sulle spalle una giornata di lavoro pesante e mi attendeva un altrettanto gravoso dispiego di energie il dì seguente. Non potevo rimanere sveglio, il mio “me” del futuro non me l’avrebbe perdonato.
Al mattino però non poteva mancare la sbirciata classica alle news – di certo non potevo riguardarmi uno show che è stato inutilmente tirato fino a 3 ore di lunghezza – alla ricerca di qualcosa che potesse interessASPETTA COSA HAI DETTO BAYONETTA 3?

Gioia, gaudio, tripudio: da fan degli stylish action game e in generale del gaming giapponese reminescente dell’era PlayStation 2, considero Platinum Games un porto sicuro, una fucina di produzioni (quando adeguatamente supportate, ovviamente) che calzano a pennello con il mio concetto di gaming… forse anche più dei titoli Nintendo. Incalcolabile quindi l’entusiasmo provato nel vedere il classico teaser con la luna seguita dalla scarica di proiettili. Così familiare e così misterioso, questo piccolo sguardo al futuro mi ha messo il sorriso.
Va da sé che anche il porting dei primi due episodi ha contribuito: l’idea di poter affettare angeli e demoni dove, quando e con chi voglio (il multiplayer in wireless localeeeeeeeeee!) potrà essere sì rischiosa per la mia immagine – sia mai che mi lasci andare ad urletti entusiastici in pubblico – ma al tempo stesso è un piccolo desiderio che si realizza. Perché io sono un fanboy dalla mentalità limitata che non si rende conto di quanto un gioco del genere guadagnerebbe dal girare su console quali PlayStation 4 Pro o Xbox One X

Diciamocelo chiaramente: Nintendo Switch è un hardware gravato di grossi limiti, soprattutto considerato che ci stiamo approcciando ad un 2018 che vedrà la consacrazione del 4K come paradigma del vero gaming. È davvero ridicolo che la maggioranza dei giocatori consapevoli vada avanti per il bene del settore e debba ritrovarsi ancorata al passato a causa di una Nintendo che sembra non avere in alcun modo a cuore gli interessi degli stessi appassionati. Perché se realizzi una tavoletta da gioco buona giusto per Mario Kart e qualche titoletto con i controlli motion, non è giusto rubare titoli alle altre console. Titoli come, appunto, Bayonetta.
Non ci vuole molto per capirlo: non stiamo parlando di pupazzetti con i baffi con due cose su schermo e un botto di aliasing, così come non ci interessano gli open world vuoti e scattosi con texture sgranate che non vanno neanche a 1080p. Giochi come Bayonetta, che spingono al massimo dal punto di vista creativo e tecnico meriterebbero ben altra vetrina. Il solo pensiero che Hashimoto debba lavorare districandosi tra compromessi e frustrazione mi fa star male. Proprio lì, nel petto, dove risiedono gli occhi del mondo.

Scherzi a parte, facciamo finta che non ci sia davvero qualcuno che la pensa in questo modo (è dura, ma dobbiamo andare oltre) per tornare a noi: non credo possa esistere un giocatore degno di tale nome che abbia potuto storcere il naso davanti all’annuncio della trilogia in arrivo sulla console Nintendo, soprattutto alla luce del numero ridotto di utenti che ha potuto godere del secondo capitolo. Finalmente una vetrina più ampia, una piattaforma di successo, un luogo dove esprimersi al meglio senza necessariamente stravolgere e sconvolgere, avvolti nel caldo abbraccio di una community affezionata – perché il vero fan della serie è chi si è comprato Wii U e che ora punta con entusiasmo al porting Switch, gli altri sono solo chiacchieroni.
Eppure in questa bolgia entusiastica di soddisfazione e rivalsa, di glorificazione dell’opera di Nintendo che a conti fatti ha tenuto in piedi uno dei franchise più interessanti dell’era moderna, c’è spazio per un briciolo di delusione. Quella dell’incontentabile, quella di chi apprezza i passi in avanti ma si aspetta al tempo stesso un aumento del ritmo quando questo diventa prevedibile. Ok Bayonetta 3, ma dov’è Scalebound?

Sì, lo so bene che il marchio è stato “ridepositato” da Microsoft che dovrebbe (condizionale d’obbligo) aver messo all’opera un importante team per ricostruire il progetto, ma con una Nintendo che sta lavorando benissimo negli ultimi tempi e gode del trascinante successo della nuova console, è forse lecito aspettarsi che l’asticella dello stupore posizionata ai tempi del reveal di Bayonetta 2 venga alzata ulteriormente, aumentando investimenti e impegno nella gestione delle software house esterne. Dopotutto, al momento della “cancellazione” di Scalebound, è stato fornito un enorme assist a tutti i competitor di Microsoft: chi l’ha colto?
I soldi ovviamente non crescono sugli alberi e tra tutti i grandi nomi del settore la casa di Kyoto è forse quella meno incline a colpi di testa, ma una Nintendo con maggiore volontà di rischiare sarebbe forse apprezzata maggiormente perfino dai detrattori. Perché l’impegno è clamoroso, i giochi continuano ad uscire, ma non vi è certezza alcuna che le cose possano continuare così bene e il timore che i grandi publisher possano tornare a considerare eccessivi gli sforzi di adattamento al piccolo hardware, rispetto a quanto poi rientra nelle loro tasche, è sempre presente.

Lo sviluppo su singola piattaforma si porta dietro costi effettivamente elevati, ma allo stesso tempo Nintendo Switch rappresenta un piccolo gioiellino tecnologico compatibile con numerosi motori e adattissimo a produzioni di ogni tipo. I risultati di qualità si possono ottenere anche senza investire cifre clamorose e non sarebbe così assurdo immaginare una Nintendo che dedica maggiore attenzione ai team con cui collabora per consentirgli di esprimersi al meglio. Dopotutto un terzo Bayonetta è sì una notizia fantastica ma non è più la “novità”, non è il titolo che consentirà a Platinum Games di stupire ancora, piuttosto li consoliderà molto probabilmente come maestri degli action – dici poco.
Ma bisogna crescere, tutti lo devono, e rimettere in corsa un Kamiya su una nuova produzione magari meno ambiziosa per scala ma più intrigante per prospettiva potrebbe garantire un tornaconto ben superiore al semplice ritorno economico, senza incorrere nel rischio dell’appiattimento dell’offerta degli stessi partner. Perché il supporto su Starfox Zero è stato collaterale e comunque subordinato ad un director eccessivamente fissato con le funzionalità di Wii U, perché Wonderful 101 è stato dimenticato in fretta (stupitemi, mi faccio smentire volentieri) e NieR: Automata ci ha fatto cogliere il potenziale di un team a suo agio con titoli dalla forte componente RPG e dalla narrativa consistente.

Messa così sembra si stia parlando davvero di sogni, di chiacchiericcio da social, ma di fondo il “problema” – se possiamo individuarne uno nonostante il successo di Nintendo Switch – risiede nell’ottimismo. Già, siamo tutti molto contenti, felici, ottimisti per il futuro della console MA c’è quella pulce nell’orecchio, quel timore che il giochino si possa rompere perché prevaricheranno i consueti meccanismi dell’industria. Ammettiamolo, siamo fiduciosi ma non completamente liberi dal pensiero che al di là degli ottimi risultati ottenuti finora la parte difficile debba ancora arrivare.
E per questo ci vorrebbero delle mosse coraggiose, che vadano oltre il massiccio impegno nella produzione di titoli first party, che ripropongano Nintendo come partner ideale per molti, che offrano titoli esclusivi capaci di rassicurare le terze parti indecise grazie ad un supporto diretto. Un po’ come ai tempi del fondo Q di Gamecube, che qualcosa smosse… con risultati discutibili a causa di una console claudicante. Ma qui parliamo di un successo innegabile, di condizioni migliori e di costi di sviluppo più accessibili. Nintendo, mi pare chiara l’antifona: apri il portafogli e facci sognare, perché di gente da convincere ce n’è ancora tanta.
p.s.
Ma perché Bayonetta nel teaser del terzo episodio NON HA IL NEO SUL VISO? Mistero.
*Non sono una persona volgare, ma il termine “Climax” nel mondo di Bayonetta si riferisce chiaramente a quello!