The Binding of Isaac: Afterbirth+ – Recensione

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Genere: Azione / Arcade
Lingua/e: Inglese

Isacco fugge dove, quando e con chi vuole.

The Binding of Isaac è un titolo controverso e peculiare, nato su PC nel 2011 ad opera Edmund McMillen sulla cresta dell’onda a seguito dell’enorme successo del suo Super Meat Boy. Negli ultimi anni è stato ricreato in una versione “Rebirth” destinata anche al pubblico console (potete leggere la nostra recensione della versione Wii U / 3DS a cura di Vincenzo Marino) a cui sono seguite le espansioni “Afterbirth” e “Afterbirth +” su Steam. Con l’avvento di Nintendo Switch e con il supporto congiunto di Nicalis e Headup, il titolo arriva nei negozi in una versione retail che è un vero omaggio ai fan per via dei goodies contenuti – un fantastico libretto old-school, illustrato a mano, e degli adesivi molto carini.

Pane per i collezionisti!

Il gioco racconta di come il piccolo Isaac, spaventato dalla furia a tratti “divina” della madre, fugge da camera sua attraverso una botola portandolo nei basements, dando inizio ad un’epopea biblica, forviante e distopica. Isaac si troverà a dover affrontare tutte le sue più grandi paure filtrate e rappresentate dalla sua infantilità, assumendo forme bestiali, raccapriccianti e demoniache. McMillen fa ovviamente riferimento alla vicenda tra Abramo e suo figlio Isacco raccontata nella Bibbia, dove dio ordina al padre di uccidere la propria prole per dimostrare se la fede in lui fosse reale ed autentica.

Infatti il gioco si apre proprio con un filmato in cui Dio ordina alla mamma di Isaac di ucciderlo come atto di fede. Isaac, accorgendosi di tutto questo dalla sua cameretta, decide di scappare. Il gioco sarà letteralmente “un viaggio verso l’inferno” costellato da continui riferimenti biblici come i sette peccati capitali, i quattro cavalieri dell’apocalisse, satana, angeli e tanto tanto altro. I nemici sono tutti raccapriccianti ma caratterizzati da uno stile grafico molto cartoonesco rendendoli quasi dolci e infantili. Ci si ferma spesso a pensare: “Oddio ma che pucciosina questa creatura!!” quando poi ci si accorge che a conti fatti stiamo apprezzando una vagina che vomita sangue. La trama di gioco è rappresentata proprio da questo viaggio di Isaac vista dagli occhi di Isaac, infatti non capiremo mai (se non arrivando alla fine-Fine-FINE) se tutto questo è reale o se è solo frutto della fantasia, angosciata e malata, di un bambino.

Nicalis ha sviluppato uno dei più apprezzati “arcade game” degli ultimi anni: armati di lacrime proiettili, ci ritroveremo ad dover affrontare orde e orde di nemici e trappole come un vero e proprio roguelike sa fare.  Attraverseremo stanze, seminando morte e distruzione a centinaia di piccoli esseri raccapriccianti e bossfight mostruose, scendendo sempre più in profondità nella paura della mente di Isaac. Ci aiuteranno dei power-up formidabili che trasformeranno il nostro piccolo bimbo in una macchina da guerra senza eguali. Dovremo decidere se farci aiutare dalla forza inarrestabile dell’angelo caduto (pagandola però a caro prezzo), oppure dalla giustizia divina. Teniamo però sempre a mente che ogni cosa tenterà di ucciderci.

Gestito da una generazione procedurale che coinvolge stanze e nemici (sono presenti più di 11.000 stanze preconfigurate), The Binding of Isaac risulta essere un gioco dall’altissima rigiocabilità, definibile come un “dungeon crawler shooter” che a tratti, soprattutto con alcune bossfight, diventa un vero e proprio bullet-hell in stile Galaga X.

Più di 90 terrificanti boss, 600 oggetti e power-up differenti che permettono la costruzione di build e dinamiche di combattimento totalmente differenti. A volte è possibile addirittura “rompere” il gioco creando combo di oggetti che permetto di disintegrare qualsiasi cosa con il solo ingresso nella stanza

13 i personaggi giocabili, ognuno dei quali ha caratteristiche iniziali differenti o proprietà uniche. Quattro modalità di gioco differenti Normal, Hard, Greed e Greedier per affrontare il completismo stesso del titolo, 35 challenge uniche e Daily Run. Tutto questo garantisce una longevità mostruosa, infatti per completarlo al 1001% (il massimo) sono necessarie centinaia di ore di gioco.  Trattandosi di una versione comprensiva di tutte le espansioni sono presenti anche feature aggiuntive rispetto all’originale Rebirth, come appunto la modalità Greedier, un nuovo personaggio, 5 nuove challenge, un nuovo capitolo finale, 5 nuove bossfight e molto altro.

L’arrivo di questo piccolo gioiellino su Nintendo Switch ci consente di godere della versione più aggiornata dell’opera su una console portatile, rendendolo a conti fatti un vero e proprio “must have” per gli amanti dei giochi arcadeGiocarlo insieme con gli amici ci riporterà in qualche modo indietro nel tempo, ricordandoci quanto fosse bello divertirsi davanti ad un cabinato. Riteniamo dunque opportuno confermare il voto dato all’originale Rebirth, aggiungendolo alla lista dei titoli caldamente consigliati sulla piattaforma.

Giocato l’originale in tutte le sue incarnazioni e a sua volta la versione Switch per scoprirne i nuovi contenuti.
Pro: La versione migliore e più compelta con l’aggiunta dell’esperienza portatile.
Contro: Verso la fine si possono trovare sfide un po’ sbilanciate.
8.5

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