Emozioni e misteri durante una festa in spiaggia
Era l’inizio dello scorso anno quando i ragazzi di Night School Studio pubblicarono Oxenfree, loro prima e attualmente unica opera ludica vera e propria. E questi capaci sviluppatori provenienti dai vivai di Telltale e Disney fecero subito centro, confezionando una trama narrativa affascinante e surreale inserita in una solida struttura di gioco. È di pochi giorni fa invece l’esordio del titolo su console dell Grande N: prendete dunque una torcia, una radio, la vostra Nintendo Switch, e lasciate che vi racconti una storia, la storia di Oxenfree.
Il gioco viene definito dai suoi creatori come supernatural teen thriller, e descrizione più appropriata non potrebbe ovviamente trovarsi. Oxenfree è un’avventura grafica, una storia da giocare scoprendola e da scoprire giocandola, che si pone a metà strada tra i lavori di Telltale e le avventure punta e clicca vecchia maniera. Ossia: il punto focale è costituito dai dialoghi, quindi come di consueto ciò che ascolteremo e ciò che diremo racchiude l’essenza dell’avventura; ad ogni modo i personaggi saranno da noi controllati come in un qualsiasi adventure o platform, con lunghe sezioni di cammino, e tuttavia le azioni che potremo effettuare saranno limitate: poco o nulla da risolvere, più che altro ci cimenteremo in qualche raro salto e nell’analisi e utilizzo di alcuni elementi del gioco.
Nostro alter ego sarà Alex, ragazza del liceo diretta ad una festa notturna sulla spiaggia di un’isoletta quasi totalmente disabitata. Insieme a lei, il fratellastro Jonas e altri tre amici, tra cui Clarissa, caratterino decisamente poco simpatico ma un tempo legata sentimentalmente a Michael, defunto fratello di Alex. Le cose non vanno per nulla come dovrebbero, dapprima a livello prettamente sociale tra i cinque adolescenti che una volta riunitisi tanto d’accordo non vanno, poi in maniera ben più grave quando la squadra si trova ad avere a che fare con fantasmi, bug temporali, segreti bellici dell’esercito americano. L’atmosfera che si respira in Oxenfree ha un retrogusto malinconico, ed entra nei polmoni avvolta da quel senso di mistero alla anni Ottanta che vi farà pensare a Twin Peaks o al più recente Stranger Things. Il contesto adolescenziale sviluppa diversi temi delicati, alcuni trattati apertamente, altri semplicemente accennati: difficoltà relazionali, rimorsi, droga, morte, religione.
L’estetica del gioco è riuscitissima, in questo senso. Il sonoro in primis: i brani della soundtrack soffiano echi di new wave, synth che elettrizzano l’aria di mistero e nostalgia del presente stesso. Purtroppo poco varia, ma assolutamente d’effetto.
Benissimo anche le scelte grafiche. Resi in maniera minimale ma pulita, gli sfondi e i colori immergono realmente nell’esplorazione, e l’isola con il suo promontorio, le sue case, le sue terribili grotte, diventerà immediatamente familiare. I personaggi sono realizzati con le stesse linee semplici, molto piccoli rispetto al background, e non troppo definiti, aspetto quest’ultimo che non fa storcere il naso ma che anzi rientra alla perfezione nello stile generale. Unica pecca, le fotografie che i nostri cinque decidono di scattare in alcuni punti e che scandiscono così gli avvenimenti principali della storia, realizzate in uno stile da fumetto giovanile che forse stempera troppo l’atmosfera invece piuttosto grave.
Come giocare a questo racconto.
Le linee di dialogo compaiono in basso sullo schermo, le nostre opzioni di risposta saranno invece racchiuse in nuvole di fumetto. Le interazioni sono davvero argute e coerenti, rare le battute fiacche. Il doppiaggio è in inglese e di ottima fattura, mentre i testi sono stati tradotti in italiano, a rimedio della passata mancanza che costituì un problema per molti giocatori italofoni all’uscita del titolo sulle altre piattaforme. La localizzazione è assolutamente coerente in quanto a scelte lessicali e semantiche, qualche sbavatura non manca ma si tratta di errori trascurabili e comunque di rapida correzione.
Una particolarità consiste nel fatto di non trovarsi quasi mai da soli a girovagare per l’isola, ma sempre in compagnia di almeno un altro compagno: ciò comporta quel genere di interazione dettata dal momento, dal trovarsi da soli, fatta di frasi di circostanza, rivelazioni di segreti, confronti. Ancora una volta, i dialoghi si dimostrano pregevoli, ma un difetto in tal senso può essere trovato nella dimensione dei caratteri, che risulta infima rispetto alle larghe riprese della videocamera e che in formato portatile potrebbe, unita alla velocità richiesta nel rispondere, inasprire la lettura (tuttavia anche qui il silenzio è quasi sempre un’opzione valida). A ciò va aggiunto che spesso le nostre risposte interromperanno gli altri interlocutori, e la fretta richiesta potrebbe privarci trasmettere come vorremmo le nostre intenzioni. Difetti fastidiosi ma che graffiano, non lacerano la pelle del prodotto.7
In modalità portatile, si potrò giocare sia con i Joy-Con attaccati alla console che mediante il solo touchscreen: apprezzabile alternativa di scelta, dal momento che entrambe le modalità risultano ben riuscite.
Come anticipato, l’avventura ci porterà ad esplorare in lungo e largo l’isola, e l’azione, oltre che dalle conversazioni, è scandita dall’analisi di alcuni elementi su schermo. Un oggetto determinante per il gameplay è la radio: facendo zapping sulle diverse frequenze, riusciremo a comunicare con l’isola e le sue strane entità, ottenendo accesso a nuove zone e nuove conoscenze. Meccanica abbastanza simpatica, lo strumento inoltre si potrò sintonizzare su segnali decisamente curiosi, come canzoni (che potremo anche lasciare scorrere, come parte della colonna sonora) o messaggi provenienti dalla seconda guerra mondiale. Enigmi veri e propri non ve ne sono, quindi l’anima di Oxenfree è tutto nella storia, nelle scelte che prenderemo e nelle conseguenze che ne scaturiranno.
L’idea di interagire con una dimensione sovrannaturale e di cadere in loop temporali spalanca le porte del cosa sarebbe successo se e quindi della rigiocabilità, che dà nuova linfa alle circa 4 ore necessarie per portare a compimento le vicende. La voglia di rigiocare sarà tanta, e davvero i risvolti più emozionali spalancheranno le porte della curiosità, ma la rigiocabilità appunto dovrà fare i conti con il principale difetto della produzione: i caricamenti. La mappa è divisa in alcune aree, è l’accesso ad ognuna di queste è separato da una schermata di loading abbastanza lunga; ciò tuttavia non costituirebbe un problema, se il baktracking non fosse così presente nello svolgersi della fabula. Le vicende ci chiederanno di ripercorre strade, tornare in punti già attraversati, al fine di procedere con la trama: considerando ciò, i caricamenti diventano tanti, inconcepibili per un’esperienza di gioco così breve nella sua intensità, oltre che pericolosi per il desiderio di ricompletarla.
Oxenfree è un piccolo diamante grezzo, un’avventura da vivere tutta d’un fiato come quando si legge un libro in una sola notte o quando si guardano di fila tutti gli episodi di una serie tv su Netflix. La storia, sebbene poco chiara a tratti, coinvolge magneticamente il giocatore nello striminzito gameplay, suscitando curiosità ed emozioni. Qualche difetto di forma e soprattutto i lunghi caricamenti scalfiscono la forma del minerale prezioso, che conserva però intatta la propria brillantezza: si tratta pur sempre di un’opera d’esordio, e magari tutti gli esordi fossero così riusciti! Il prezzo di €19,99 appare forse troppo elevato per un’esperienza di gioco di circa 4 ore, ma può essere giustificato dalla rigiocabilità, oltre che dalla certezza delle vibrazioni emotive che ci farà.
Ottimo lavoro Night School Studio, e ad maiora semper: se queste sono le premesse, non è improbabile immaginare per voi una posizione di spicco nel panorama delle avventure grafiche.