E violenza fu
Malgrado le mie tipologie preferite di gioco siano sostanzialmente rpg/jrpg e giochi d’azione, più qualche spruzzatina di sparatutto in prima persona e qualche platform, a volte mi capita di ritrovarmi piacevolmente colpito dallo stile di qualche titolo che esce da questa cerchia ristretta. È ciò che è successo con Butcher, titolo che promette sangue e violenza a tutto andare in nome dei buoni vecchi tempi seguendo le orme di giochi come Doom, ma in 2D.
Ed è così che dopo pochissimo sono riuscito a mettere la mani su questo gioco per provarlo ed estrapolarne questa recensione. Grazie Pietro, sei capitato nel momento giusto con il gioco giusto. E grazie tavolo che hai resistito così a lungo ai miei sfoghi dovuti alle morti più assurde possibili.
Cominciamo con il sottolineare un dettaglio fondamentale: Butcher è un gioco difficile, davvero difficile. E non è difficile perché ci si ritrova inondati da centinaia di nemici in un solo secondo, ma è difficile perché i nemici sono sì numerosi, ma anche dotati di armi piuttosto potenti ed incastrati in zone dei livelli che a prima vista forse non avremmo visto. Giusto per renderci conto, la difficoltà più bassa del gioco è proprio “difficile”, seguita da livelli di difficoltà sempre maggiori caratterizzati da nemici più forti, danni maggiori e vita inferiore.
Non manca ovviamente una modalità dedicata a chi non ha voglia di impegnarsi al massimo, chiamata “W.I.M.P.” ovvero “per pappamolle”. Selezionando questa difficoltà ovviamente ci troveremo di fronte sempre allo stesso gioco, ma con un livello di sfida nettamente inferiore e con la quasi certezza di finire il livello senza collezionare morti di sorta. Per pappamolle, appunto, ma noi siamo uomini duri e puri e con orgoglio selezioniamo una difficoltà intermedia, giusto per non prendere troppo alla leggera il gioco né tantomeno scambiarlo per uno facile facile.
Il gameplay di Butcher è in realtà estremamente semplice. Con il tasto ZL potremo effettuare un salto, mentre con ZR spareremo con l’arma equipaggiata. Con X ed Y scorreremo le armi raccolte nel corso dei livelli e con A potremo interagire con eventuali pulsanti, spesso necessari per proseguire l’avventura. Inizialmente la scelta di mettere i due grilletti come tasti per il salto e per sparare (soprattutto per il salto) sembrava molto strana, ma dovendo utilizzare la seconda levetta del Joy-Con o del pad pro per mirare si è rivelata la scelta migliore che permette di non staccare mai le mani dai tasti e di essere, quindi, nettamente più reattivi alle più disparate situazioni.
Nei 20 livelli, disposti in 4 sezioni differenti più il livello finale dedicato al boss del gioco (per un totale di 21 livelli giocabili in tutte le difficoltà) il nostro obbiettivo sarà uno ed uno soltanto: eliminare anche la più piccola ed insignificante forma di vita e sterminare per sempre la razza umana. Terminator, sei tu?
La costruzione dei livelli, per quanto necessaria di più visite per poter scoprire tutti i segreti, permette un’azione fluida e piena di movimento, con nemici che si spostano cercando di colpirvi ed il nostro piccolo – ma pericoloso – assassino che potrà sfruttare il design per eliminare ogni sorta di resistenza. L’unico vero reale problema della produzione è da ritrovare nella grafica, un po’ povera rispetto ad altri giochi costruiti in 2D (mi viene alla mente il mio ultimo acquisto, quello splendido Axiom Verge che tanto mi sta facendo amare il quel genere), ma comunque efficace nel rendere oscure e pesanti le atmosfere tipiche di un gioco in cui il nostro obbiettivo è seminare morte e distruzione.
Ultimo difetto, forse quello che più potrebbe provocare problemi nelle 3/4 ore necessarie a completare il titolo (ma anche inferiori nel caso in cui si scegliesse la difficoltà più semplice o ci si accontentasse di gettarsi nella mischia senza ragionare ne cercare i vari segreti) è da ritrovare nella mancanza di una selezione dell’arma con un singolo tasto. Ciò rende certe situazioni più complicate, poiché in un momento in cui il mitragliatore avrebbe compiuto un lavoro migliore e più veloce ci potrebbe capitare di trovarci in mano invece la motosega o il fucile a pompa, oltre che ad una bella fetta di vita in meno a disposizione per il resto del livello.
Malgrado una longevità non esattamente esaltante ed alcuni piccoli difetti nelle scelte per il gameplay, Butcher è un gioco che diverte e che sa offrire un serio livello di sfida già dai gradini intermedi del selettore per la difficoltà. Se lo uniamo ad un gameplay comunque rapido e bello da vedere, ci ritroveremo di fronte un titolo che ci permetterà di passare qualche giornata con gli amici divertendoci.