Questa è proprio una brutta storia, detective…
I giochi per Nintendo Switch costano di più. Tragedia. Ormai da qualche mese ci stiamo abituando a vedere i giochi per Nintendo Switch sovrapprezzi, almeno per quanto riguarda la pubblicazione fisica, rispetto alle controparti per PlayStation 4 e Xbox One.
Prima c’è Stato RiME, di Tequila Works, prezzato a 49 euro in edizione fisica, poi abbassato a 39 almeno per l’edizione digitale, poi è stato il turno di Binding of Isaac, e infine dell’appena annunciato L.A. Noire, il primo titolo di Rockstar Games su console Nintendo da dieci anni a questa parte, in contemporanea con le altre console ma che sarà venduto a 10 euro in più rispetto alle versione per PlayStation 4 e Xbox One, 49 euro contro 39.
Perché? I motivi sono molteplici, anche stando a quanto riportato da un’analista del settore Daniel Ahmad, su twitter @ZhugeEX. I publisher, e gli sviluppatori, hanno la possibilità di pubblicare i propri giochi per Nintendo Switch su una moltitudine di gamecard dalla capienza diversa, ovviamente, più la capienza è maggiore più il costo di produzione di tal cartuccia cresce.
What the 1st tweet above is saying is that the cart cost + platform fee + packaging cost is 60% more with a 32GB cart than with 50GB Blu-Ray
— Daniel Ahmad (@ZhugeEX) 8 settembre 2017
Stando a quanto detto dall’analista, ad oggi, Settembre 2017, una gamecard da 8 GB ha lo stesso costo di un Blu Ray Dual Layer da 50GB per PlayStation 4 e Xbox One, mentre una gamecard da 32GB, attualmente la più capiente per i giochi pubblicati su Nintendo Switch, costa circa il 60% in più. Insomma, gli sviluppatori, per avere lo stesso margine di profitto che hanno su PlayStation 4 e Xbox One devono riuscire a pubblicare il proprio gioco su una gamecard da 8 GB, altrimenti ci perdono.
So that’s why you’re not going to see many games, that use a 32GB cart for example, priced under $40. Margin is too low.
— Daniel Ahmad (@ZhugeEX) 8 settembre 2017
Non è un caso che vediamo alcuni sviluppatori come CapCom scegliere di pubblicare le proprie collection in maniera abbastanza inusuale: la collection che comprende Resident Evil Revelations 1&2 contiene una cartuccia da 16GB con il primo capitolo della serie, che pena 13Gb, e un codice download per il secondo capitolo che pesa più di 25 GB.
“Ok ma possono anche guadagnarci meno eh. Ma quanto mai gli costerà un Blu Ray considerando che i film scendono subito a dieci euro?”
Questo è assolutamente vero, ma, sempre stando ai dati a nostra disposizione, pubblicare su Nintendo Switch costa sensibilmente di più rispetto a farlo su Xbox One, PlayStation 4 e PC. Storicamente le console hanno dei costi aggiuntivi di pubblicazione, pensate al 30% del prezzo che uno store digitale trattiene come ad esempio STEAM su computer.
Quel 60% di costo di produzione aggiuntivo giustifica un aumento del prezzo di circa 10 euro? Certo che no, è sempre un business e siamo al primo anno di pubblicazione della console, i prezzi sono più alti perché così è la prassi e gli sviluppatori cercano di sfruttare al meglio l’eccitazione intorno alla console e ai primi giochi che arrivano sul mercato. Basti ricordarsi i prezzi dei titoli per Nintendo 3DS al primo anno di vita della console, mi ricordo moltissimi titoli di listino a 49 euro, o anche di Wii e Wii U: Monkey Ball Banana Blitz sullo scaffale di MediaWorld a più di 70 euro nel dicembre del 2006.
Nintendo ad oggi ha aggirato il problema perché non ha ancora pubblicato, ad eccezione di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, un titolo che pesasse più di 8 GB. Il capolavoro di Koizumi infatti pesa solo 13 GB, utilizza quindi una gamecard dalla capienza di 16 GB e costava infatti 10 euro in più degli altri titoli Nintendo.
E gli indie? In questi mesi abbiamo visto tantissimi indie annunciare l’arrivo di qualche versione retail del proprio titolo. Sappiamo che sono disponibili delle gamecard dal peso inferiore agli 8GB, e quindi verosimilmente ad un costo inferiore a quello di un Blu Ray Dual Layer, e che, stando a quando riferitoci da un negoziante di lunga data spesso il digital delivery non è contemplato dall’utente medio e la presenza sugli scaffali dei negozi vuol dire riuscire a piazzare sul mercato copie che altrimenti non sarebbero mai state vendute.
Il negoziante in tutto questo ha un margine sui giochi che è compreso tra il 7% e il 15% e si trova con publisher, e distributori, che non hanno nessuna intenzione di sobbarcarsi i costi e utenti arrabbiati per il sovrapprezzo. Tra l’incudine e il martello. Il problema era comunque inevitabile. Una console portatile non può fare affidamento a un lettore Blu Ray per il suo supporto fisico, e le cartucce dalla loro hanno tantissimi benefici in termini di portabilità e velocità di lettura. Un giorno, tra qualche mese probabilmente le differenze di prezzo, se i titoli multipiattaforma continueranno ad essere pubblicati, saranno svaniti e le polemiche di questi giorni saranno dimenticate, fino ad allora votate con il portafogli.