There’ll be something missing
And now that you found it
It’s gone
DrinkBox Studios ha finalmente debuttato su Nintendo Switch, a sorpresa, in una calda giornata d’agosto pubblicando sul Nintendo eShop il porting di Severed per la nuova console ibrida di Nintendo.
Il gioco è probabilmente uno dei titoli migliori per evidenziare le velleità portatili della macchina Nintendo: è uno dei primi giochi, insieme a Voez a supportare solo ed esclusivamente la modalità portatile e a non poter essere giocato in modalità TV. Severed quindi su Nintendo Switch si gioca tutto con le proprie dita poggiate sul touch screen capacitivo: le dita servono per menare fendenti e gli analogici dei joy con per muovere Sasha, il personaggio principale.
Nella versione per Nintendo Wii U si era praticamente costretti a giocare con gli occhi puntati sul Wii U Gamepad: l’arcaico schermo in 480p con tecnologia resistiva non rendeva giustizia allo splendido comparto artistico del gioco che ne usciva un po’ sacrificato. Sullo schermo in HD di Nintendo Switch però l’opera di DrinkBox Studios ha tutto lo spazio per risplendere e mostrarsi per la bellezza che è. Cade quindi l’unica critica mossa al gioco in sede di recensione della versione Wii U: su Switch è tutto al proprio posto e non c’è niente che non vada.
Fattore importantissimo, quando si parla di portatili è la durata della batteria: il titolo su Nintendo Switch consuma davvero poco e dopo due ore e mezza di gioco continuativo, con luminosità media, abbiamo consumato poco meno del 50% di batteria della console.
Segue la recensione originale per Nintendo Wii U
Severed è un gioco davvero molto particolare. È un esperimento che qualche anno fa difficilmente avremmo avuto il piacere di giocare su una console tradizionale, ma fortunatamente esiste DrinkBox Studios, già artefice di quel capolavoro di Guacamelee, ed esistono i dispositivi con il touch screen che permettono nuovi modi di interagire con i mondi di gioco.
L’ultima avventura dello studio canadese, parla della storia di Sasha che si risveglia in un mondo oscuro, probabilmente l’oltretomba, con la sua vita devastata: la sua famiglia è stata rapita e la sua casa è stata distrutta. L’unica entità a offrirle un modo per ricongiungersi con i suoi cari, e recuperare il suo braccio perduto, è un oscuro signore del male che dona alla nostra eroina una spada prodigiosa.
Il gioco è un dungeon crawler che si focalizza sugli scontri all’arma bianca e chiede al giocatore di esplorare stanze in successione per arrivare alla fine di ogni dungeon, recuperare un oggetto speciale per sconfiggere il boss di turno e salvare un proprio familiare. In ogni stanza ci si imbatte in un meccanismo da attivare o, in maggior misura, in una battaglia con dei demoni più o meno temibili.
Tutte le battaglie si combattono con la spada, simulata nella vita reale dal pennino del Wii U Gamepad, in prima persona e il giocatore è chiamato a picchiare furiosamente orde di demoni strisciando il pennino sul touch screen resistivo. Ogni nemico ha un proprio pattern d’attacco e di difesa che va studiato a menadito per poter infliggere il maggior numero di danni possibile nel minor tempo possibile. Sferrando più colpi in successione, senza dare la possibilità al nemico di difendersi, è possibile riempire la barra della concentrazione che permette, una volta sconfitto un nemico, di mutilarlo e acquisirne gli arti.
La fase di mutilazione è fondamentale perché è la meccanica che dà la possibilità al giocatore di raccogliere gli ingredienti fondamentali per migliorare le statistiche di Sasha: attacco, velocità e efficacia delle abilità secondarie. La vita e il mana vengono invece incrementati raccogliendo parti di cuore e di cervello sparse per la mappa di gioco con stanze e sfide opzionali.
Il pacchetto confezionato da Drinkbox Studios mischia sapientemente la necessità di spremersi le meningi e quella di padroneggiare i duelli all’arma bianca, da ciò ne scaturisce un titolo semplice, con poche variabili da tenere in conto, ma che soddisfa il giocatore con la sua profondità.
Nonostante la sua semplicità di fondo, nelle prime fasi di Severed ci si trova spaesati, specialmente per la visuale in prima persona e per la progressione stanza per stanza, sensazione appesantita dall’assenza di una mappa integra, dato che quella in game si completa man mano che si esplorano le stanze, e di guide che segnino realmente il passo.
L’approccio potrebbe spaventare i più ma la software house è riuscita ad equilibrare i due elementi creando un titolo tutto sommato lineare in cui, una volta capite le meccaniche, non è difficile andare avanti. La progressione nei dungeon è scandita dalla presenza di numerosi “weenies” da raggiungere per superare un gruppo di stanze o un piano: difficilmente ci si trova, una volta capita la meccanica di fondo, a non sapere cosa fare. Un appunto è da fare però alla difficoltà degli scontri: a volte ci si imbatte in picchi abbastanza alti nella curva di difficoltà. Niente che non sia superabile ma all’improvviso il titolo chiede al giocatore molto di più in termini di impegno di quanto non si sia dato qualche secondo prima.
Negli scontri Severed dà il meglio con le boss fight, di cui abbiamo un video per ognuno di essi sul nostro canale YouTube: sono tutti diversi, bellissimi da vedere, e molto avvincenti. Le abilità speciali disseminate nel corso del gioco servono a sconfiggere il boss di turno, come in un The Legend of Zelda, e le battaglie in sé rappresentano un premio più che sostanzioso per il superamento di un dungeon. Il sistema di gioco, la progressione e la difficoltà sono davvero ai vertici dei titoli indie, e ovviamente anche il comparto stilistico e tecnico è da primi della classe, come ormai da tradizione DrinkBox.
Lo stile grafico che riprende un po’ gli stilemi messicani, come Guacamelee, un po’ Samurai Jack è semplicemente perfetto. I personaggi che abitano il mondo di gioco, nemici compresi, sono tutti caratterizzati benissimo, disegnati affinché fosse possibile con uno sguardo, coglierne i punti deboli, i punti di forza, e i pattern d’attacco. Una gioia per gli occhi perfettamente funzionale al gameplay del titolo.
Il comparto sonoro ad un primo ascolto passa inosservato ma, a mente fredda, devo riconoscere che la musica che accompagna tutta l’avventura di Sasha è davvero perfetta per il ruolo che gli sviluppatori hanno voluto dargli. Più e più volte mi è capitato di sentirmi oppresso e in pericolo, e sono sicuro che la sensazione è stata accentuata dalla soundtrack del gioco. Non ci sono brani che che risuonano nella testa a lungo, sono tutti brani che accompagnano, sapientemente, l’avventura.
L’unico appunto, per quanto riguarda il comparto tecnico, è da fare al Wii U gamepad. Il modo migliore di giocare al titolo è senz’altro quello che mette l’azione di gioco sul touch screen e la mappa sulla TV di casa: il problema è che la qualità grafica, sullo schermo a 480p, è davvero sacrificata. La natura innovativa del gioco, che si sposava benissimo su smart device e su PlayStation Vita, lo penalizza leggermente sulla home console Nintendo.
Per quanto concerne la durata siamo a livelli medio-bassi: quattro ore porterete bastano per arrivare al termine di questa inquietante avventura, contando anche il recupero dei potenziamenti in tutti i rami di abilità di Sasha per poter battere il boss finale senza problemi. C’è da sottolineare che forse un gameplay del genere alla lunga potrebbe risultare noioso: la durata “limitata” potrebbe essere stata la scelta giusta. Severed è un titolo per coloro che non si fanno spaventare da giochi innovativi, che hanno bisogno di qualche avventura atipica, ogni tanto, per risvegliare la propria voglia di giocare ai videogiochi. DrinkBox Studios colpisce ancora nel segno e riconferma la sua grande capacità come software house.