Diventare grandi è roba da conigli
I Rabbids li avevamo archiviati da tempo come fastidiose mascotte urlanti, vittime della loro stessa natura di personaggi privi di caratterizzazione e utili principalmente a creare situazioni comiche. C’era chi li amava per la loro esagerazione nonsense che aveva stravolto il mondo di un’icona come Rayman ma allo stesso tempo era facile trovare chi li detestasse con fermezza, allo stesso modo di come oggi si fa con i Minions di Cattivissimo Me. Ci voleva dunque un colpo di genio, una mossa folle e al tempo stesso illuminata per riportare questi animaletti allo status di “rilevanza” nel mondo del gaming. Un colpo di genio tutto italiano, che ha trasportato il Regno dei Funghi e degli urli da pazzoide nel mondo dei giochi tattici alla XCOM… facendo funzionare tutto alla perfezione, almeno stando alla nostra prova.
Vi abbiamo già dato un’infarinatura di cosa ci attende alla fine di agosto nella nostra preview dei titoli provati durante lo Showcase Nintendo dedicato ai titoli mostrati all’E3, ma le impressioni – comunque positive – sul titolo portavano con sé l’unica incertezza di trovarsi tra le mani un gioco che rischiava di essere troppo facile per non alienare una buona fetta della fanbase di riferimento. Incertezze spazzate via con un colpo deciso una volta trovati di fronte alle fase avanzate del gioco, idealmente costruite per mettere alla prova le abilità del giocatore e l’esperienza maturata di livello in livello.
I primi passi però sono stati molto morbidi, attraverso il Mondo 1 che è stato mostrato ormai più volte e in più occasioni. Per chi ancora non fosse al corrente, gli eventi scatenanti sono legati a “Spawny” (così chiamato da Bowser Jr.), il piccolo rabbid dotato di un dispositivo – indossato come un visore VR – in grado di dare forma alla propria fantasia. È così che il mondo di Super Mario viene “invaso” da una serie sterminata di conigli impegnati nelle attività più disparate, con il rischio di demolire la realtà stessa in cui vivono, incapace di contenere tanta follia.
Ovviamente, da buon eroe, è il nostro Mario a prendere le redini e a guidare vecchie conoscenze e buffi nuovi arrivi in attraverso livelli coloratissimi e rotondeggianti al punto giusto. Il team di Ubisoft Milan ha creato in prima persona gli assets del titolo, anche nel caso dei celebri personaggi Nintendo, interfacciandosi però costantemente con la casa di Kyoto per avere l’approvazione del lavoro svolto. E il risultato è strepitoso per modellazione e animazioni, fedele e fresco al tempo stesso nel creare e inscenare nuove situazioni e a dare – a conti fatti – per la prima volta una forma concreta all’universo dei Rabbids.
Il rendering stesso è molto vivace, con colori saturi e un’illuminazione diffusa che tiene correttamente conto della gestione delle ombre (fantastica la resa al tramonto), mostrando al tempo stesso i nostri eroi con un effetto simil-glow riuscito e caratteristico. L’avventura è gioiosa e piena di fantasia, naturale che anche la resa grafica si muova di pari passo per offrire la giusta esperienza, che si tratti di promontori assolati o lugubri paludi. Star assolute i Rabbids, che non solo scatenano il loro humor spesso nonsense in siparietti a cui è impossibile resistere, ma si prendono anche la libertà di diventare veicolo dell’italianità – in particolare in una scena in cui due anziani Rabbids discutono davanti ad un cantiere… 10/10.
La fase esplorativa si dipana in modo scorrevole e consente di prestare attenzione all’enorme cura riposta nei fondali e nelle animazioni di contorno, a volte semplicemente in un angolo della visuale e altre invece da visionare interagendo con un tasto. Non solo cura, ma anche personalità: la fusione tra i due mondi è resa in modo sinergico, mai dissonante, e i tutti gli elementi caratteristici quali i blocchi da distruggere o i tubi – trasformati per l’occasione in tubi bianchi con le orecchie – appaiono nuovi ma dall’aspetto consolidato. Niente da dire, è un piacere muoversi nei vari stage e perdere il proprio tempo nel modo più frivolo possibile.
Di tanto in tanto si raccolgono monete o altri collezionabili, superando piccole prove e puzzle ambientali originali o riconducibili alla tradizione di Mario (come le 8 monete rosse per esempio), mentre saltuariamente ci viene richiesto di utilizzare un po’ d’ingegno e di fortuna per superare enigmi obbligatori, necessarie ad accedere alle aree successive. La più complessa vista in questa prova ci ha impegnato nel ruotare delle statue – tramite interruttori – per far riflettere correttamente un raggio di luce e aprirci i vari passaggi. Nulla di impossibile, ma un gradevole cambio di passo.
Prima di entrare in battaglia è importantissima la pianificazione del nostro team, che ha come unici vincoli Mario come leader e la presenza di almeno un Rabbid – uno a caso tra Rabbid Peach, Rabbid Mario, Rabbid Luigi e Rabbid Yoshi. La scelta della propria squadra ideale non è per niente banale in quanto ogni personaggio ha peculiarità e mosse speciali uniche, da sfruttare a seconda della tattica da noi prediletta concatenando capacità di movimento, Team Jumps (che allungano la nostra portata) e scivolate.
Vogliamo un approccio più deciso per punire i nostri avversari a distanza ravvicinata? Usiamo tattiche aggressive per radunare gli avversari in zone ristrette, carichiamoci delle abilità che aumentano danni e difesa personale (per sostenere le ritorsioni nemiche), sfruttiamo chi può concatenare il maggior numero di scivolate e Stomp Jump (atterrare sul nemico per fare danno) e scateniamo le armi secondarie come i martelli, che fanno danno ad area piuttosto consistente. Si preferisce essere letali dalla distanza? Optiamo per chi ha maggiore mobilità e danno da arma da fuoco, così da aggirare gli avversari e aggiungere magari effetti extra che trasferiscano il danno tra i nemici, per poi finirli con una sentinella esplosiva. Potremmo anche sfruttare elementi esplosivi o fondali senza protezione per trasformare semplici colpi i attacchi devastanti, con il colpo di grazie inferto da Mario grazie alla sua “Hero Sight” che gli conferisce un attacco extra in coda a quelli dei compagni: libertà e fantasia prima di tutto, perché Mario + Rabbids: Kingdom Battle è il regno delle possibilità.
Quello che realmente stupisce è la flessibilità concessa al giocatore: ogni personaggio ha il suo personale Skill Tree che ne enfatizza le peculiarità e che può essere rimaneggiato in qualsiasi momento, per modificare le proprie tattiche e tentare approcci sempre diversi. Esatto, la customizzazione delle abilità dei personaggi non è in alcuni modo definitiva ma sempre “ritoccabile” secondo le nostre esigenze o provando a farci aiutare dall’assegnazione automatica. Tutto ovviamente nei limiti del numero degli Orb che abbiamo acquisito al termine delle battaglie, in proporzione ai nostri risultati – meglio ce la caviamo, magari impiegando pochi turni e tenendo tutti in vita – più ne avremo a disposizione. Il totale degli orb è anche il numero di punti a disposizione di ogni personaggio (non condivisi, averne 100 vuol dire poterne assegnare 100 ad ogni singolo eroe), permettendoci di sperimentare in modo consistente.
La varietà non si riflette necessariamente solo nelle tattiche, ma anche nelle sfide poste dai livelli: non solo normali “eliminazioni” di ogni nemico, ci può anche essere richiesto di raggiungere una zona specifica con almeno un personaggio per consentire al team di proseguire nell’avventura. E qui entra in gioco chi ha il maggior range di movimento a piedi o uscendo dai vari tubi (come Luigi), che però possono diventare bersagli facili per le forze nemiche, spesso imprevedibili: divise in classi (chi più resistente, chi più mobile, chi dotato di poteri speciali, etc. ) e dal comportamento sempre vario, i nostri avversari non di faranno problemi a concatenare le medesime abilità da noi usate per attraversare tutto il livelo con tubi, team jump e simili così da raggiungerci e punirci con ferocia prima ancora che si possa noi pianificare il turno successivo.
Mario + Rabbids: Kingdom Battle è un tattico che premia le “catene” di azioni che massimizzino i risultati in meno turni possibile: boss a parte, da gestire in modo unico, il giocatore ha a disposizione tutti gli strumenti per eliminare (o quasi) ogni rivale in uno o due turni, per poi procedere all’agguato successivo. Dilungarsi troppo può portare a consumare le proprie abilità troppo presto (da ricaricare attendendo il consueto cooldown) o ricevere danni consistenti da curare usando singoli turni per radunare i personaggi attorno a chi ha la giusta abilità. Spesso si può avere la sensazione di trovarsi in situazioni irrecuperabili, nel pieno stile dei tattici duri e puri: in effetti non è semplice rimettere in piedi una battaglia anche dopo una singola scelta sbagliata (o un banale errore di distrazione) e la voglia di resettare per riprovare è forte… ma è meglio insistere per esplorare ogni singola chance rimasta e fare esperienza anche in condizioni critiche.
Se i Rabbids sono le star, a maggior ragione i boss rubano la scena in modi sempre originali, si tratti dello scimmiesco “Rabbid Kong” o il sorprendente tenore visto in questa demo, partorito dal creativo “Spawny” fondendo un Rabbid e un giradischi. Si tratta di battaglie lunghe in cui entrano in campo meccaniche contestuali che ci costringono a pensare in modo differente per avere la meglio: il nostro tenore, tra una strofa e l’altra in cui rivive la storia di Mario nei suoi giochi e fa un po’ il verso al “Great Mighty Poo” di Conker Bad Fur Day, si bea della luce dei riflettori diventano praticamente invincibile e costringendoci a distruggerli per poterlo attaccare direttamente… ma ogni volta si cambia posizione e numero, rimescolando le carte in tavola. Pazienza e acume tattico sono l’unica via per avere la meglio.
Abbiamo iniziato ad amare Mario + Rabbids: Kingdom Battle fin dal primo momento un po’ per la simpatia dei bizzarri conigli e, sicuramente, per l’affetto verso il team di Ubisoft Milano, ma neanche nella nostra immaginazione più sfrenata avremmo potuto immaginare di uscire così soddisfatti dalla nostra prova: sia chiaro, non per iniziale mancanza di fiducia, piuttosto per quanta qualitù e ironia siano riusciti a condensare i ragazzi in questo progetto assolutamente originale per una console Nintendo. Il tattico in stile XCOM non è il vostro genere? Non per questo dovete rinunciare a priori ad un gioco simile, che siate nintendari o meno: sembra sia tempo di aggiungere (prova finale permettendo, ma rimandiamo a fine agosto) un altro gioco nuovo e fresco alla libreria di Switch, con la sicurezza che i nostri storici eroi saranno trattati con il dovuto rispetto… pur condividendo lo schermo con dei compagni davvero fuori di testa. Ah giusto, questo è un pregio!