Avere Switch in Giappone è come vincere la lotteria. Letteralmente!
Questo articolo è a cura di Luca “Moor-Angol”, nostro amico di lunga data, pronto a fare capolino con le sue mille curiosità dal Giappone, dove risiede. Potete trovarlo sulla sua pagina Facebook, o in qualche store giapponese alla ricerca di Nintendo Switch.
Il successo di Nintendo Switch pare abbia colto un po’ tutti alla sprovvista: dapprima la stampa, poi il pubblico ed infine Nintendo stessa. Lanciato lo scorso marzo in tutto il mondo, Switch ha iniziato subito a vendere benissimo, tanto che risultava esaurito un po’ ovunque. Piano piano la situazione è migliorata, e anche se in Nord America ancora adesso le unità disponibili vengono vendute immediatamente, è proprio in Giappone che si sta verificando il problema maggiore.
Inizialmente le unità disponibili settimanalmente erano intorno alle 45-50.000, ed andavano subito esaurite, situazione simile al Mini-Famicom (il nome giapponese del Mini-NES); purtroppo a causa di un problema di fornitura di un determinato componente la produzione non è mai decollata anzi, secondo alcune testimonianze potrebbe essere anche calata, tanto che nel mese di giugno è comparso un comunicato ufficiale da parte di Nintendo of Japan nel quale la casa di Kyoto si scusava per le difficoltà di approvvigionamento.

Cosa è successo? La produzione delle NAND, le memorie flash che vengono utilizzate da gran parte dei prodotti elettronici attuali, ha subito un calo dovuto presumibilmente a Toshiba, situazione aggravata dall’aumento di domanda causata dal lancio imminente del nuovo iPhone. A causa di questo quindi la distribuzione di Switch ha subito un notevole rallentamento, tanto che dopo la Golden Week (la settimana di festa in Giappone che va dagli ultimi giorni di aprile alla prima settimana di maggio) le unità disponibili sono scese ad una media di 25.000 settimanali.
Se quindi prima era possibile acquistare Switch solo dietro prenotazione, visto che nei negozi non era mai disponibile, l’ulteriore calo di maggio ha costretto quasi tutte le più grosse catene di negozi a indire una lotteria per poter acquistare l’ultima console Nintendo. Seguendo l’esempio di Playstation VR, anch’essa disponibile in quantità notevolmente minori rispetto alla domanda, ogni settimana soltanto pochi fortunati possono entrare in possesso di Switch.

Spinto dalla curiosità e dal fatto che ottobre non è poi tanto lontano, sabato 15 luglio ho quindi deciso di provare a partecipare a questa fantomatica lotteria. Il procedimento in sé è molto semplice e veloce: per registrarsi basta andare in negozio nell’orario stabilito, che di solito è dalle 9:00 alle 10:00 di mattina; alle 11:00 viene fatta l’estrazione e i fortunati vincitori hanno tempo fino alle 15:00 per ritirare la console.
Con questo sistema non si è costretti ad accamparsi fuori dal negozio in attesa dell’apertura, stando quindi magari ore ed ore in coda, ma ci si può registrare in qualsiasi momento visto che con l’estrazione chi si registra alle 9:00 ha le stesse probabilità di vincere la console di chi magari si è presentato 5 minuti prima della scadenza del termine. Quando ci si registra viene chiesto di quale colore si desidererebbe la console, successivamente viene consegnato un braccialetto di carta con un colore ed un numero: questo sarà il nostro “biglietto” per provare a vincere Switch.

Una volta ricevuto il braccialetto si può fare quello che si vuole, si può persino tornare a casa e consultare l’elenco dei numeri estratti tramite Twitter; io ho deciso di fare un giro nel negozio, anche perché con l’aria condizionata era più piacevole che stare fuori e sorbirsi i circa 35 gradi che accompagnavano quel sabato mattina.
Alle 10:55 la sezione videogiochi del negozio si riempie di gente, tutti curiosi, tutti speranzosi, tutti con il bracciale che fa da spartiacque tra gioia e delusione. Finalmente arrivano le 11:00 e con la classica puntualità nipponica (ovvero al massimo cinque minuti di ritardo anche perché, sfatiamo un mito, non è vero che i treni sono sempre puntuali) ecco arrivare due commessi con un cartello.
_人人人人人人_
> 速報!! <
 ̄Y^Y^Y^Y^Y^Y ̄
ご連絡遅れて申し訳ございません。
Nintendo Switch当選結果が出ました!!
下記番号の皆様おめでとうございます~!!
| ・ω・)ノ ⌒ ㊗ pic.twitter.com/XjXsfWgMVO— ?️ビックカメラ大宮西口そごう店 (@bic_ohmiya) July 15, 2017
Subito mi fiondo per controllare e, con notevole sorpresa, vedo che ci sono solo venti numeri. Controllo anche la parte posteriore del cartello per scaramanzia, ma non cambia nulla, sempre e solo venti numeri. Considerato che si saranno registrate circa un 100/150 persone (io ero arrivato alle 9:10 per cui ho avuto modo di osservare l’andirivieni) forte è stata la mia sorpresa, poi tramutata in delusione, per l’esiguo numero di console disponibili.
In più bisogna aggiungere che per entrambe le colorazioni di Switch erano stati usati due differenti colori di braccialetti, grigio e giallo per la versione nera, viola e azzurro per quella colorata, quindi solo se numero e colore corrispondono si può comprare la console.
Io avevo il 921 grigio, ed è uscito il 926. [CENSURA].

In definitiva la situazione è abbastanza problematica, specie considerato che questo venerdì esce l’attesissimo Splatoon 2 (di cui c’è anche un bundle), mentre a fine agosto sarà la volta di Monster Hunter XX. C’è chi dice che la diminuzione attuata a maggio sia stava voluta da Nintendo per permettere di avere un adeguato stock, appunto, al lancio di Splatoon 2, però c’è davvero il rischio che questo fine settimana non saranno poche le persone che dopo tanta attesa non potranno giocare con Switch.
Nintendo ha dichiarato che la situazione dovrebbe migliorare per la fine di agosto per poi stabilizzarsi in autunno: non a caso a fine Settembre uscirà l’iPhone e questo permetterà a Foxxconn di concentrarsi maggiormente su Switch; del resto l’azienda cinese non può essere biasimata considerato che Apple rappresenta per loro circa la metà delle loro entrate.
A me (e a tanti altri giapponesi) non resta che aspettare o tentare ancora la sorte nelle prossime settimane. L’unica cosa certa è che io ad ottobre giocherò a Super Mario Odyssey, costi quel che costi!