D’estate è bene assumere grandi dosi di inchiostro!
È piena estate, fa caldo e siamo bloccati in città. Le giornate scorrono lente e afose, e non si riesce a trovare un po’ di sollievo dalla calura e dalla noia. Con questi presupposti, attendevo il ritorno a Coloropoli come un bambino attende Natale: immergermi nel colore e nelle guerre d’inchiostro era il mio sogno (poco) segreto. Non è solamente questione di associare Splatoon alle rinfrescanti battaglie con i super liquidator, che hanno accompagnato le nostre vacanze da nati negli anni 80/90, bensì la consapevolezza che oramai questo gioco è legato a doppia mandata alla stagione estiva, e che gli Inkling passano le loro ferie notevolmente meglio di noi.
Sì, perché loro o battagliano allegramente o spendono il loro tempo in piazza, a mangiare e chiacchierare con i loro amici alla moda, con l’occasionale visitina al centro commerciale, dove vendono vestiti talmente cool che su noi comuni (reali) mortali sembrerebbero ridicoli. Ho già abbondantemente spiegato nella recensione del titolo precedente come questa saga calamarosa abbia creato ben più che un nuovo gameplay, ridefinendo ciò che è stiloso e ciò che va gettato nel dimenticatoio, perciò la vera domanda che mi sono posta avviando Splatoon 2 è stata: dopo due anni Coloropoli è ancora il posto più in nel quale passare i propri momenti liberi? O è forse stata colonizzata da tremende meduse con calzini e infradito? Beh, potete stare tranquilli: è tutto più mitilico che mai.
Sono consapevole che esista una percentuale di giocatori che ritiene il single player in Splatoon un semplice gimmick, inserito per farci familiarizzare con le tipologie di armi e per accontentare i puristi della sacra modalità in singolo. La mia opinione non potrebbe essere più diversa: penso che questa piccola avventura sia una gemma, e che mostri idee di level design davvero interessanti. Esattamente come nel prequel su Nintendo Wii U siamo tenuti a indossare la nostra divisa da recluta e a metterci alla ricerca dello scomparso Pescescossa, completando una trentina di livelli con ambientazioni e modalità varie e stuzzicanti.
Piattaforme girevoli, tappetini su cui saltare, montagne russe e rotoloni condiscono il nostro gironzolare in mondi pieni di nemici polpeschi, pronti a renderci purè di calamari. La principale novità è costituita dalle richieste di Armand, pacifico armaiolo che rincontriamo con piacere, il quale ci fornisce armi specifiche per affrontare i vari livelli, per poi regalarcele e lasciarci decidere se e quando riusarle altrove. Lo spunto proviene probabilmente dalle sfide amiibo di Splatoon, che ci proponevano la stessa missione, ed ho trovato questa novità davvero interessante per scombinare le carte in tavola e aggiungere pepe all’esperienza. Siamo così inoltre costretti a saper maneggiare vari tipi di armi, e nonostante il mio iniziale malcontento nel dovermi destreggiare con lo Splatter élite, ho trovato divertente l’impresa.
I boss da sconfiggere non fanno differenza: anche lì siamo costretti a sottostare ai capricci di Armand, con risultati semplicemente epici. Ricorderete uno scontro rullo contro RULLO GIGANTE per la vostra intera esistenza, garantito. Parlando di sfide, è importante segnalare come la difficoltà media sia stata lievemente aumentata rispetto a Splatoon 1: non sono tanto i nemici a dare più grane, quanto la componente Platform dei livelli, che soprattutto da una certa zona in poi diventano abbastanza ostici e costringono a riflettere sulla propria strategia.
Persino l’hub dal quale accediamo alle varie avventure è diventato più complesso, arricchito da palloncini da far esplodere, da rampe bizzarre e da difficoltà aggiuntive nell’esplorazione, certamente gradite. Una (triste) nota di demerito alla trama: nonostante non sia mia abitudine parlarne, e nonostante nemmeno il titolo precedente raccontasse esattamente Guerra e Pace, è evidente come la carne al fuoco sia davvero poca. Capirete probabilmente da soli cosa stia succedendo in cinque minuti, e non avrete grosse sorprese inaspettate. D’altronde, non c’è bisogno di grande suspense, se il gioco è grande di suo.
Non è particolarmente sorprendente come le battaglie online rappresentino un’enorme fetta dell’esperienza di Splatoon 2. Nonostante siano l’elemento che meno ha subito cambiamenti e aggiornamenti, erano e rimangono un autentico piacere da giocare. Le Mischie Mollusche sono pronte ad accogliere i giocatori dai loro primi minuti di gioco e garantiscono ore di divertimento nello scontrarsi con gli avversari, tentando di colorare più superficie possibile delle arene, tra cui appaiono ambientazioni nuove molto interessanti: soprattutto sono spazi molto ampi, nei quali c’è tantissimo da splattare e si può fuggire abbastanza facilmente.
Le armi sono in gran parte quelle presenti nel titolo precedente, con qualche aggiunta piuttosto interessante come i Repolper duo o lo Sparasole, che sarà rilasciato per il multiplayer dopo l’uscita del titolo, ma i loro attacchi secondari e speciali sono stati tutti modificati, introducendo novità corpose. Sfruttare la Cromosfera, che vi fa rotolare colorando il terreno per poi esplodere oppure il Vernischianto, con il quale vi elevate in alto e poi vi schiantate sul terreno uccidendo ogni forma di vita nei dintorni, è davvero uno spasso. Ci vorrà sicuramente del tempo per abituarsi ai cambiamenti e scegliere il proprio stile di combattimento personale, e sarà tempo ben speso.
Già solo il singolo cambiamento dell’attacco del Rullo, che ora permette di lanciare una scia di colore verticale saltando, è in grado di modificare l’esperienza di gioco più di quanto si possa pensare. Durante la fase di recensione sono stata in grado di provare anche le modalità Ranked, per le quali è necessario raggiungere il livello 10, obiettivo non proprio agevole vista la scarsa affluenza nei server.
Il Bazookarp, la Zona Splat e la Torre Mobile sono state modificate in piccoli dettagli, aggiungendo ad esempio dei check-point per la Torre o permettendo di sfruttare dei trasportatori col Bazookarp, ma rimangono in generale fedeli alle modalità del predecessore, e promettono di offrire nuovamente ore ed ore di intrattenimento. Non mi è stato possibile testare la modalità Lega (accessibile solo dal Rank B- e pensata per giocare con un team già formato) né intuitivamente la possibilità di creare stanze per gli amici, ma sono certa che le potenzialità siano ottime, specialmente dato l’imminente arrivo dell’applicazione di chat vocale, tanto attesa e forse temuta.
Il dessert, si sa, arriva alla fine del pasto ed è di gran lunga la portata migliore. Allo stesso modo ho deciso di concludere questa analisi parlando della Salmon Run, che è il dolcetto finale che rende il titolo incredibilmente appetibile. Questa modalità consente di sfidare orde di Salmoni e Salmonoidi, bizzarre creature munite di armi di distruzione di massa (laser, ma anche temibili pentole e padelle), che alla loro morte rilasciano preziose uova. Premesso che guardare le uova di pesce di per sé mi fa venir fame, ho trovato immensamente divertente collaborare con amici o estranei per riuscire a superare le varie ondate, recuperando le uova d’oro necessarie e posizionandole nel cesto che le contiene.
Nella Salmon Run potete aspettarvi qualsiasi cosa: la marea sale e scende, la varietà dei nemici è discreta e può capitare di ritrovarsi immersi nella nebbia o di veder calare la notte all’improvviso. Sono piuttosto certa che dopo il lancio verrà aggiunta ulteriore carne (ovvero pesce) al fuoco, per cui vi consiglio vivamente di cementarvi nella caccia al salmone appena possibile. Questa modalità consente inoltre di ottenere interessanti bonus da utilizzare nelle battaglie online, in primis dei coupon per deliziose bevande preparate in piazza da Gamberto.
Non ci si può esimere dal dedicare due righe ai cambiamenti apportati all’esperienza di gioco mediante il passaggio tra Wii U e Switch. Sì, perché effettivamente Splatoon 2 è una sorta di Splatoon allargato e levigato a perfezione, che non può scontentare né i vecchi né i nuovi giocatori. Nintendo ha deciso di andare oltre il concetto di porting, e ancora di più che con Mario Kart 8 Deluxe, che già presentava aggiunte, ha realizzato un titolo meritevole di acquisto e con le sufficienti migliorie per farlo amare da tutti.
In primis, Switch offre la possibilità di giocare in modalità portatile: nonostante si debba ammettere che giocare con il tablet possa essere piuttosto scomodo per chi è abituato ai sensori di movimento, l’opzione non è da sottovalutare. Utilizzare un controller ed il tablet come schermo risolve parzialmente il problema, consentendo di mirare con adeguata velocità e comodità. Connettersi con gli amici e creare squadre in multiplayer locale potrebbe essere la punta di diamante di Splatoon 2, anche se appare chiaro come non sia un evento di tutti i giorni l’incontro di 8 possessori di console e gioco (perlomeno al di fuori dal Giappone!).
Lo spostamento del gameplay su un unico schermo non ha condizionato in alcun modo l’esperienza: ero scettica sul dover utilizzare la mappa su schermo, richiamandola premendo X e scegliendo così dove trasportarmi seguendo i miei compagni, ma in realtà il tutto è molto più comodo ed immediato di quanto possa sembrare. Sono rimasti, insomma, solo i pregi del titolo, arricchiti da una grafica molto migliorata (seppur con qualche rallentamento a Coloropoli, del tutto ininfluente sul gameplay) e da notevoli contenuti extra, tra cui nuove musiche davvero fantastiche ed orecchiabili. Da segnalare inoltre come tutti gli amiibo di Splatoon siano compatibili col titolo, anche se ad onor del vero non offrono reward entusiasmanti, escludendo qualche capo di vestiario già visto nel prequel. Applausi finali per i nuovi personaggi introdotti: adoro Alga e Nori alla follia. Sì, entrambe. Prendere o lasciare.