Un’oasi eterna tutta da costruire
Ognuno di noi ha un’oasi felice dove rifugiarsi dopo una giornata faticosa e stressante, e se ancora non l’avete, niente paura: è questa la premessa di Ever Oasis, nuova avventura targata Grezzo (ma che porta con sé il nome del creatore di Secret of Mana Koichi Ishii) a spasso fra le dune e sabbie cocenti. C’era un tempo un grande deserto in cui vivevano delle creature chiamate bulbini che col dono dell’acqua riuscirono a far crescere rigoglioso questo luogo. Assieme a loro conviveva anche una forza oscura chiamata Caos, che a poco a poco cominciò a impossessarsi dell’animo degli essere viventi, costringendo i nostri bulbini a scappare e nascondersi finchè un giorno, un coraggioso ebbe la forza di ribellarsi e col potere del grande albero e di uno spirito dell’acqua si impegnò per creare un’oasi di pace in cui far brillare il più splendente degli arcobaleni, che col suo caldo bagliore proteggeva gli abitanti dell’oasi e teneva lontano il caos.
Prima di fiondarci a capofitto nell’avventura sceglieremo le caratteristiche del nostro alter-ego come colore degli occhi/pelle, genere e nome, un editor certamente non esagerato, ma il personaggio è ben caratterizzato almeno. Cominceremo a fare gavetta quasi fin da subito visto che un giorno diventeremo un capo oasi e il fratello Nour ci spronerà fin da subito a prenderci le nostre responsabilità e lavorare per l’oasi. La solita storia dei GdR, insomma: lavoro in nero, sfruttato e non retribuito. Ovviamente l’idillio non è destinato a durare e presto il Caos entrerà per portare distruzione. Nostro fratello in un ultimo disperato gesto ci salverà trasformandoci in un semino (o qualcosa del genere) e sbalzandoci fuori dall’oasi oramai compromessa. Come primo impiego non c’è male.
Da qua in poi comincerà la nostra avventura vera e propria. Ci ritroveremo in una piccola oasi dove faremo conoscenza con uno spirito dell’acqua di nome Esna, lo spirito protettore di quella piccola fonte si stupirà del fatto che noi riusciamo a vederla visto che solo i germogli del grande albero sono in grado di vedere tali spiriti. Ma allora… non è che siamo un germoglio di grande albero?! E visto che non esistono più spiriti dell’acqua e che anche l’ultima oasi è scomparsa, perché non unire le forze per creare una nuova oasi ancora più grande e splendente di tutte quelle mai esistite? Sento puzza di altro lavoro in nero.
Con una nuova oasi tutta nostra da gestire e senza aver finito l’apprendistato, il timore di sentirsi inadeguati è mitigato da Esna, fortunatamente sempre al nostro fianco come amorevole guida. Ora che abbiamo un’oasi è cosa buona e giusta farci venire ad abitare altri bulbini e baldotti (così si chiamano tutte le altre razze al di fuori dei bulbini). Solo le oasi ci daranno riparo dai pericoli esterni, donandoci tanta allegria, e più bravo e diligente sarà il capo oasi più sarà fiorente e pullulante di vita il nostro piccolo paradiso. A poco a poco verranno sempre più viandanti per stabilirsi e aprire le loro attività, le carinissime bulbotteghe, che a loro volta richiameranno altri potenziali abitanti o semplicemente acquirenti come gli adorabili pingufi, che non diventeranno mai dei residenti. Oltre ai bulbini potranno arrivare anche personaggi di altre razze come i Dra, generalmente forti nel combattimento, ma a differenza dei bulbini nessun altro aprirà negozi.
Ogni oasi ha un arcobaleno che la sovrasta e protegge gli abitanti. Sarà il grado di gioiosità degli abitanti ad alimentarne la luce, se dovesse affievolirsi l’oasi sarà più soggetta agli attacchi del Caos. Il compito di noi capi quindi è cercare di tenere sempre alto il livello di felicità generale per avere un microcosmo sempre più rigoglioso e protetto, ma come possiamo rendere felici i nostri, oramai, compaesani? Semplice, rifornendo di materiale i loro negozi ed esaudendo le loro richieste, avanzando di livello le loro attività che guadagneranno sempre più acqua gemme (la valuta locale). I ricavati verranno divisi con voi, permettendovi di costruire nuovi edifici ed innaffiare i semi del vivaio, dove potremo piantare coltivazioni che genereranno materia di vario tipo. Il vivaio, in seguito, potrà essere gestito da altri bulbini automatizzando il processo di coltivazione.
Accanto alla sorgente, al centro dell’oasi potremo riposare a casa nostra, il cui primo piano ospita il sintetizzafiore, un marchingegno che sintetizza i materiali in nostro possesso per costruire oggetti utili come armi, pozioni o abiti. La felicità dell’oasi accrescerà anche organizzando fiere che porteranno molti visitatori e tutti coi borsellini pieni… d’acqua. Beh, poteva andare peggio, almeno non sono pieni d’aria! Il crafting però si rivela meno vario e utile del previsto: propenderete sempre per l’arma più forte. Infatti le armi non possiedono altre caratteristiche se non la potenza di attacco e l’aumento di uno dei vostri parametri personali (attacco, difesa e fortuna), e non essendoci altre proprietà, nemmeno di elementi, il fattore strategico dell’equipaggiamento è ridotto ai minimi termini. Il gioco sembra avere il suo punto di forza, anziché nella fase di combattimento, in quella gestionale, e gran parte della cura (che è tanta) è riposta nell’estetica. Se cambiarsi d’abito o equipaggiare una lancia nuova ha poco effetto sulle nostre statistiche, ha tutt’altra presa sul nostro colpo d’occhio, dato che ogni veste e arma è proposta in maniera visivamente differente l’una dall’altra.
Il lato GdR della produzione consiste nel lasciare la nostra comoda oasi e viaggiare nel deserto dove incontreremo mostri che competono con quelli di Dark Souls. No, ovviamente i mostri sono tutti abbastanza innocui e in alcuni casi pure pucciosi come i panteratti, e visibili sulla mappa, casomai voleste evitare uno scontro. I mostri oltre a passeggiare nel deserto, li troveremo dentro i dungeon, una sequenza di caverne con qualche enigma. Enigmi e combattimento richiedono comunque un minimo di strategia grazie alle abilità specifiche dei personaggi. Ad esempio Roto ha l’abilità riccio rotolante che permette di raggiungere posti altrimenti inaccessibili ed aprire un varco per gli altri. Alcuni mostri sono più sensibili ad un tipo di arma rispetto ad un’altra e ne subiscono di più i danni, per esempio i penteratti o tigronigli sono più sensibili agli attacchi con la spada.
Quando andremo in battaglia comporremo la nostra squadra scegliendo uno o due personaggi ma saremo sempre noi a gestire tutto, scordatevi totalmente di giocare con amici in locale o online. Il gioco non supporta neanche la funzione streetpass. Inoltre i vostri compagni si gestiranno autonomamente, per fortuna è possibile cambiare il personaggio in real time, evitando stalli da scarsa IA (state attenti a eventuali attacchi kamikaze, vi ho avvertiti). I quarzi di luce, protetti dal boss di turno, riflettono l’anima di chi li possiede, irradiando di nuova luce la vostra oasi. Il sospetto è che questa dell’oasi da portare in auge sia una mera scusa da parta di Esna per rifarsi il trucco, dato che ogni volta che le porterete un quarzo ne userà il potere per diventare più grande e rifarsi il look… salvo poi tornare come prima in breve tempo, un po’ come noi donne quando ci trucchiamo il giorno prima per poi svegliarci al mattino trasformate in panda sonnacchiosi.
Ever Oasis quindi è GdR all’acqua di rosa, dallo stampo classico e con combattimenti real-time, che può fungere da introduttivo al genere o attrarre chi cerca contaminazioni in salsa Fantasy Life, al quale si accosta con meno profondità ma con altrettanta cura e condividendone i toni solari e pastellosi. Data la semplicità di azioni, i consigli di Esna diventano ben presto ridondanti. Nonostante la qualità della produzione sia alta, Ever Oasis annovera dei problemi che potrebbero far storcere il naso a chi cerca un jrpg fluido e/o snello. Problemi di telecamera e di stabilità nell’enemy targeting rischiano di farvi mangiare il 3DS per la frustrazione, anche se ovviamente non è la norma. Inoltre il rischio di deambulare senza sapere cosa fare è sovente dietro l’angolo, Esna ce la mette tutta (anche troppa direi) per consigliarvi al meglio, e la mappa inferiore è senz’altro di aiuto, ma parca di indicazioni quando servirebbero. In generale questi difetti non compromettono la bellezza generale dell’opera, e la voglia di continuare è sempre presente, ma a volte si cade in preda a tempi morti e una generale lentezza propria dell’impianto di gioco che rimandano alla media dei giochi di questo genere di una decina di anni fa.
Ever Oasis è uno splendido ibrido imperfetto, che non prende in considerazione determinate conquiste del genere per fruibilità generale, e si compone di due anime, una gestionale/manageriale, su cui c’è ben poco da recriminare, e l’altra caratterizzata da un combat system troppo basico per poter piacere ai giocatori hardcore, e troppo legnosa per poter parlare di capolavoro, nonostante gli spunti iniziali e la cura promettessero di più. Questa recensione però non deve essere una condanna: Ever Oasis riesce a coinvolgere con i suoi buffi personaggi, e quando hai voglia di accendere il 3DS solo per vedere i frutti del proprio lavoro nella tua oasi, l’obiettivo è centrato. I personaggi sono tutti ben caratterizzati, colorati e con abilità interessanti. Man mano che l’oasi diventa sempre più rigogliosamente verde, e le botteghe più ricche, ci viene restituito quel calore che diamo al gioco mentre scartabelliamo tutte le possibilità di crescita della popolazione bulbina. Nonostante l’approccio risulti essere un po’ troppo guidato e i problemi di lentezza di cui sopra, mi sento di consigliare Ever Oasis al target a cui è rivolto: a chi cerca un ibrido jrpg con un impianto gestionale più curato delle fasi di combattimento, e a chi vuole introdursi al genere senza essere violentato da un Shin Megami Tensei. Ovviamente lo sconsiglio a chi cerca una sfida dura, e a chi potrebbe essere sopraffatto dal Caos troppo facilmente.