Sono tutti azionisti con i giochi degli altri

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Da Pokémon GO a Monster Hunter, la forza di un brand

Nintendo Co., Ltd è un’azienda multinazionale capace di diversificare il proprio business secondo trend di mercato in crescita, puntando, dunque, su settori remunerativi che per anni l’hanno resa l’azienda solida che è oggi.
E poi c’è il mercato azionario, che rappresenta l’opportunità filosofica di capitalizzare l’immateriale, o quasi. Nintendo è quotata in borsa, e mai troppo scandalo ha creato sul mercato, salvo alcune eccezioni, che meritano un’analisi, a mio avviso, necessaria, per comprendere il fenomeno in atto in questi anni per la compagnia.

Facciamo due conti...
Facciamo lavorare la testa…

Tralasciando in questo caso gli andamenti legati ai prodotti interni, i core Nintendo, la mia idea di mercato, certamente errata non me ne vogliano gli economisti, io parlo da naif del settore, è quella di un vero e proprio mercato, dove esporre le proprie merci, ma migliore è il marketing e l’offerta, maggiori sono le probabilità di incasso, al di là della qualità: conta l’etichetta.

Pokémon GO è, era, sarà un fenomeno di massa che ha catalizzato investimenti ed è stato associato a Nintendo e questo ha inciso sul mercato, facendo schizzare le azioni in borsa, ma la realtà dei fatti è che Nintendo non ha avuto a che fare con il titolo mobile, a tal punto che nei risultati del fiscal year non è stato neanche menzionato. Non ha avuto impatti remunerativi diretti, tranne, forse, di riflesso angolato di tripla sponda, per le i diritti derivanti da The Pokémon Company. Ma il titolo in borsa ha volato eccome, l’etichetta ha vinto e gli investitori si sono arricchiti.

Dopo-arricchiti

CapCom ha annunciato l’arrivo di Monster Hunter XX su Nintendo 3DS ™ e Nintendo Switch ™ e la lira si impenna (cit.), un allegro mercato attribuisce meriti a Nintendo nello gestire un deal di partenariato con la software house giapponese.
Il punto a cui sto arrivando, evidentemente, è che la capacità di Nintendo di brandizzare contenuti non proprietari sta portando attenzione, valore economico e immagine alla compagnia nipponica. La strategia di fidelizzazione funziona, il concetto di esclusiva ha cambiato significato, non si tratta più di vendere macchine grazie al titolo unico, ma, invece, di operare strategicamente su IP di successo in grado di ampliare la portata economica con investimenti differenziati e di relativa spesa. Nintendo è la casa di Pokémon, è la casa di Monster Hunter e lo dimostra il mercato azionario che ha risposto tiepidamente su CapCom.

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Beh, ha reagito bene! COMPRA!

La possibilità di generare revenue azionarie e solidità finanziarie con annuncio è una frontiera nuova per il gaming, finora ancora molto legato alla vendita al dettaglio, del prodotto o merchandise. Nintendo è finalmente approdata nel mercato delle idee, nell’early access della finanza, e lo ha fatto persino con contenuti altrui.
Certamente può sembrare una banalità il tutto, e la volatilità dei risultati può sempre portare a forti ribassi, ma è qui che entra in gioco la solidità di Nintendo, capace di mantenere alto il momentum con i suoi titoli che se da una parte non smuovono il mercato, dall’altra aprono i portafogli dei clienti, mettendo in moto la macchina a fisarmonica fatta di annunci che generano clamore e rebound di azioni e stabilità con prodotti di successo.

Dunque, in conclusione, complimenti al certosino lavoro di Nintendo che prosegue nella strategia di continuous talking attraverso titoli interni, indie e centellinati annunci futuri che tengono alto il morale di investitori, azionisti e appassionati.

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