Il primo marzo 2017 arriva sugli schermi dei cinema italiani Logan, nuovo lungometraggio dedicato all’X-Men canadese ispirato (vedremo presto con quanta fedeltà) alla serie a fumetti Vecchio Logan (Old Man Logan) del 2008.
Qui a NintendOn come ben sapete siamo sempre sul pezzo, ed il momento si presenta il migliore per una rapida carrelata dei titoli per console della Grande N con protagonista il mutante dalle basette importanti.
Wolverine (NES, 1991)
Logan inizia la sua carriera videoludica personale su Nintendo Enterteinment System: Wolverine è un action in 2D con una spruzzatina di platform ricordato soprattutto per il suo elevato livello di difficoltà. Presenti alcuni immancabili dell’epoca, come il livello acquatico e quello tenebroso, mentre il nostro crepa di mazzate (leggasi in pugliese) una quantità di nemici degna dei migliori Bud Spencer e Terence Hill. Tra un livello e l’altro, una schermata d’intermezzo riempita dalle battute minacciose di un Sabretooth in forma smagliante. Finché non le prenderà anche lui.
Wolverine: Adamantium Rage (SNES, 1994)
In molte delle storie contenute negli spillati Marvel, Wolverine dimostra di avere un gran brutto caratteraccio, e che potrebbe magari trarre beneficio da qualche lezione di yoga o da una buona tisana di valeriana. Il gioco per Super Nintendo, insomma, è quello che ha senz’altro il titolo più pertinente. Dopo una schermata iniziale accompagnata da un ignorantissimo beat hip hip in 16-bit con tanto di vocal “Wolverine!”, il titolo mostrava una veste grafica niente male e l’aggiunta dei boss di fine livello, nel mezzo di un’azione che si fa sempre più articolata. Curiosità: la versione per Sega Genesis/Megadrive differiva per alcuni dettagli, come nella trama, o nella soundtrack se pensiamo che all’arrogante sottofondo citato in precedenza venne preferito un accompagnamento tetro e ansiogeno.
X-Men: Wolverine’s Rage (Game Boy Color, 2001)
Ah, il Game Boy Color. Quanta cromatica portatile in soli due bottoni. Logan si fa in 40 sprites attraverso un ulteriore action 2D, nel quale bisognava andare da un punto A a un punto B entro un tempo limitato facendosi strada poco gentilmente attraverso i nemici. Alcune sezioni sono talmente lineari che è possibile arrivare a fine livello praticamente correndo e basta, senza attaccare mai (fanno eccezione, in questo senso, le boss fight). All’improvviso un sapore di vintage e di scomodità senza limiti: il sistema di salvataggio a password.
X2: Wolverine’s Revenge (GameCube/Game Boy Advance, 2003)
Nel 2003 il mutante col potere rigenerativo fece doppietta in casa Nintendo, approdando sia su home console che su portatile. Mentre su Game Boy Advance Wolverine continua a combattere scorrendo su due dimensioni, sul magico cubetto viola abbiamo per la prima volta un action 3D. Entrambi i titoli superarono la sufficienza nella media delle testate videoludiche, con la versione portatile posta un gradino più in alto: la piccola cartuccia nero-grigia brilla per varietà, accompagnandoci nei posti di Logan (dal Giappone alla Xavier’s School) e mostrandoci una bella sfilata di vecchie conoscenze (Omega Red, Magneto, Pyro e Sabretooth).
X-Men Origins: Wolverine (Wii/Nintendo DS, 2009)
Passano sei anni e lo stesso sdoppiamento avviene col tie-in dell’omonimo film del 2009. Che fosse con Wiimote e Nunchuk o su doppio schermo, l’ultima apparizione di Logan per console Nintendo registrò un’accoglienza critica decisamente più fredda rispetto alle controparti della concorrenza console e PC; del resto neanche il film viene ricordato come la miglior storia su pellicola dell’Arma X. A disturbare contribuisce la percezione di lontananza dalle vicende originali: il videogioco è narrativamente lontano dal film, il quale a sua volta non è fedele alla biografia di Wolverine così come la conosciamo dalla sua fonte primaria, ossia il fumetto. La domanda resta sempre la stessa, inascoltata e sofferente nei secoli dell’uomo: perchè?
Come avrete notato, sono stati considerati solo i titoli dedicati unicamente a Wolverine, e non tutti quelli in cui il personaggio Marvel compare (come i titoli sugli X-Men o alcuni con Spiderman).
I tie-in hanno avuto solo negli ultimi anni un’impennata qualitativa. Ma c’è stato un tempo in cui per ogni fumetto, film, cartone o probabilmente qualsiasi prodotto commerciale (fino ai più impensabili), ne veniva sviluppato il corrispettivo videoludico, e la qualità era generalmente bassa, quando non infima. Eppure questi titoli trovano il loro significato nel ricordo, nel piacere che si poteva avere nell’impersonare il proprio eroe, oppure nel collezionismo più puntiglioso, per entrare in contatto con ogni incarnazione, ben riuscita o ridicola che fosse, del proprio beniamino.
Avete a cuore uno dei giochi sopra menzionati dedicati a Wolverine, o a qualche altro fumetto? Ditecelo nei commenti!