ha analizzato a fondo Nintendo Switch e sono emersi nuovi interessanti dettagli. A colpire di più è sicuramente la presenza di una modalità, accessibile solo agli sviluppatori per il momento, grazie alla quale il clock della GPU ottiene un incremento del 25% circa. Questa modalità non sarà dunque attivabile dagli end user, ma potrà essere settata direttamente dai vari team di sviluppo in caso il software ne richieda l’utilizzo.
Sostanzialmente, quindi, come ben analizzato anche dal nostro Cap Richard, sono stati modificati i punti di lavoro accessibili agli sviluppatori e in modalità portatile ora la console può far funzionare la sua scheda grafica a 307.2Mhz oppure a 384Mhz, offrendo come già detto un boost del 25%. In compenso, però, la velocità della memoria in modalità portatile è stata limitata invece solo a 1331.2Mhz. In precedenza si poteva scegliere tra questa velocità e 1600Mhz. In modalità fissa non è cambiato nulla, si è semplicemente aggiunto il punto di lavoro a 384Mhz ai precedenti di 307.2 e 768.
Questo apre la porta a maggiori performance grafiche in modalità portatile e riduce il gap tra portatile a fissa, passando da due volte e mezza a solo il doppio. Questa riduzione di differenza dovrebbe facilitare la creazione di giochi con differenze grafico/prestazionali meno drastiche tra le due configurazioni. Ovviamente il lato negativo è la minor durata della batteria. Si ipotizza che The Legend of Zelda: Breath of the Wild faccia già uso di questa modalità intermedia e questo spiegherebbe anche il salto non così elevato in termini di risoluzione tra portatile e fissa.
Sono emersi anche altri dettagli, come ad esempio la possibilità di estrarre il lettore MicroSD e, più in generale, una difficoltà nella sostituzione dei componente non troppo marcata, elemento che rende quindi semplici le manutenzioni anche da parte degli utenti. La console utilizza un chipset Tegra X1 modificato prodotto a 20 nm; questo sembra ormai essere appurato definitivamente.
