A cinque anni dall’uscita su PSP arriva anche su Nintendo 3DS Corpse Party, titolo horror dal marcatissimo sapore nipponico. Infatti nel Paese del Sol Levante, ma non solo, la saga rappresenta una linea narrativa di grande fortuna, che oltre a essere giocata può essere letta nei manga e nelle light novel, o guardata negli anime. Abbiamo parlato di linea narrativa non a caso: la storia della Heavenly Host Elementary School, infatti, si rifà molto più al racconto che al gioco.
Una scuola maledetta, un sedicente rito dell’amicizia, realtà parallele: lo starter pack per un disastro è completo. La trama di Corpse Party muove da un gruppo di amici e una loro insegnante che una notte, rimasti soli a scuola a raccontarsi storie spaventose al buio (ok, questo era abbastanza chiaro), decidono di compiere un rituale preso da internet (prego?) per restare amici per sempre (ah ok, sì sì benissimo). Perché, vi starete domandando anche voi. Forse un calo di potassio collettivo, ma tant’è che da questo momento le cose prenderanno una piega decisamente terrificante. Controllando i differenti personaggi attraverso i vari capitoli, percorreremo le sanguinolente aule dell’istituto didattico cercando di capirci qualcosa.
Il perno del gioco risiede tutto nella sua fabula, ma al giocatore tocca anche dover muovere i protagonisti. L’altra peculiarità caratterizzante di Corpse Party infatti risiede nella sua struttura: ossia quella di un’avventura grafica con elementi (pochi) da gioco di ruolo. La prima caratteristica si manifesta nei lunghissimi dialoghi, la seconda nel muoversi tra gli ambienti di gioco con visuale dall’altro, interagendo con alcuni oggetti e risolvendo puzzle. Il risultato è positivo ma non fluidissimo, soprattutto non calibrato, in quanto le righe da leggere sono moltissime, le azioni da compiere poche. Questa doppia anima può spiazzare o anche frustrare: la trama avvince, ha molti spunti che catturano l’attenzione (specialmente per gli amanti di un certo horror di stampo nipponico), ma non risulta godibile come in una vera e propria avventura grafica perché continuamente interrotta dalle parti da giocare in senso più stretto; queste ultime, dal canto loro, possono coinvolgere per il sistema tipicamente GDR, ma risultano spesso troppo lunghe, con possibilità d’azione limitate. Tale effetto negativo viene amplificato da alcune scene di morte che si protraggono davvero troppo a lungo, per la sofferenza del giocatore oltre che del personaggio morente: dopo schermate di didascalie e battute, capita di dover ripetere una determinata sezione anche diverse volte, col rischio di ricadere in un loop lentissimo finché non venga trovata la via giusta per sopravvivere. Intendiamoci, la sperimentazione è sempre ben accetta, anche l’ibrido, specie se funge da trampolino per nuove consolidate entità, ma almeno per il momento l’opera di Marvelous USA/XSEED Games rischia di non sembrare né carne né pesce.
La fabula si snoda con modalità interessanti, attraverso i punti di vista dei diversi personaggi. I dettagli son ben curati, e risulta naturale il premere su ogni elemento su schermo per scoprirne l’entità e magari l’utilità. Per ogni capitolo completato se ne sblocca uno extra oltre al successivo, mentre per ogni livello sono sparse numerose tessere identificative di altri studenti della scuola, ognuna con la propria raccapricciante storia dietro: insomma, il materiale per tenerci occupati non manca. Unica pecca è la presenza della sola lingua inglese, particolare che annulla totalmente il prodotto per chi non la conosce.
Tutto è impregnato di mood nipponico, dai dettagli orrorifici come le porte bloccate con ammassi di capelli, a quelli più osè in senso tipicamente nipponico fatti di occhiate alle gonne delle studentesse e riferimenti alle parti intime dei personaggi. Nel contesto della vicenda narrata l’inserimento di questi elementi alleggerisce l’atmosfera, apparendo ma al tempo stesso grottesco (e in alcuni punti, un po’ forzato), influendo sulla generale sensazione di alienazione.
L’impatto visivo di Corpse Party svolge bene la sua funzione in quanto a scenografia e fotografia: i colori sono cupi, gli ambienti squallidi e alcuni dettagli davvero raccapriccianti. Tuttavia, si tratta tecnicamente di una realizzazione tutt’altro che spettacolare, in quanto l’azione si muove fluidamente ma in un 2D dall’alto forse troppo old school nella realizzazione. Non pervenuto l’effetto 3D, praticamente inesistente.
Il sonoro è ben fatto, effetti e sottofondi che aiutano ad immergersi negli orrori della scuola, intervallati da alcuni efficacissimi momenti di silenzio che fanno venire voglia di stringere forte a sé la prima persona o pupazzo presenti nelle vicinanze.
In conclusione, Corpse Party risulta un titolo la cui dicotomia tra avventura grafica e gioco di ruolo è granitica, complicando la via al giudizio oggettivo. La storia cattura, l’atmosfera creata è vincente, ma quando si passa dalla narrazione al gioco si corre il rischio di passare anche dall’interesse alla frustrazione. Disponibile solo in digitale, sull’eShop e sul Nintendo Network al prezzo di €29,99, è consigliato solo a chi non teme una storia horror raccontata al ritmo di passo di uno zombie.