Il 13 aprile 2006 è una data importante per gli appassionati di J-rpg di tutta Europa perché segna l’arrivo di una saga, quella di Dragon Quest, tanto importante da definire il genere stesso e la cui mancanza nel vecchio continente era vissuta come un affronto da ogni videogiocatore. L’odissea del re maledetto, uscito per Playstation 2, è stato un successo di vendite tale da aver definitivamente convinto Squarenix a stendere un piano di rilancio della saga (o meglio di commercializzazione anche al di fuori del Giappone, dato che in patria la saga di Yuji Horii ha sempre goduto di ottima salute) attraverso la localizzazione di tutti gli episodi, man mano attualizzati ai formati correnti, ovvero Nintendo DS e più di recente Nintendo 3DS e mobile. Quando i costi di questa lodevole iniziativa sono diventati troppo onerosi da giustificare la spesa, Nintendo ci ha messo lo zampino, con la sua storica tenacia e perseveranza nel coltivare le IP, anche quelle altrui. Così come accaduto ai tempi del Gamecube con la saga di Resident Evil, infatti, l’ecosistema Nintendo è l’unico a poter garantire al giocatore la fruizione di ogni singolo capitolo della saga uscito fino a oggi, almeno per quanto riguarda il mercato giapponese. Unica eccezione, proprio l’ottavo capitolo, tanto amato e apprezzato sul monolite nero di Sony, uscito già più di un anno e mezzo fa nella terra del sol levante su Nintendo 3DS, e in arrivo tra poco più di un mese anche in occidente e a pochi di distanza dal monumentale Frammenti di un sogno dimenticato.
Se per il settimo capitolo il re-design che ha modernizzato l’estetica e il gameplay è palese per qualsiasi paio di occhi, considerando la piattaforma d’ origine, per Dragon Quest VIII la memoria e il cuore di chi lo ha giocato ai tempi potrebbero insinuare dubbi sulla qualità del porting. Dubbi assolutamente infondati, dato che anche in questo caso non si tratta di porting, appunto, ma di remake. Il lavoro di ricostruzione ci conforta dal primo frame d’animazione e alla prima nota che esce dalle ridicole casse, la maestosità dei vostri ricordi non viene tradita affatto dal piccolo Nintendo 3DS, pronto a restituirvi un gioiellino che luccica proprio come lo ricordavate. Quello che a conti fatti dovrebbe essere un lavoro di riduzione, da alcuni modelli minori più poveri di dettagli passando per la colonna sonora non più orchestrale, non sembra tale grazie a una cura assolutamente maniacale nello strizzare anima ma soprattutto corpo del 3DS, e offrendoci quella che probabilmente sarà la versione definitiva di questo classico della storia recente dei videogiochi. Ma c’è di più.
Finora ho elencato i punti di attrattiva maggiore per i neofiti che non hanno potuto dissolvere la maledizione del malvagio giullare Dhoulmagus sul regno di Trodain dieci anni fa ma Project Armor non si è affatto dimenticata dei veterani che hanno già salvato il re e la figlia Edea, tramutati in un mostro e in una puledra all’inizio dell’avventura. Per questa categoria di giocatori, innamorati del tratto di Akira Toriyama e della trama profonda di Horii, ci sono tanti motivi per immergersi di nuovo nel regno immaginato da Level-5. La trama infatti è stata arricchita con diverse cut-scene, realizzate per far luce su dettagli trascurati nell’originale tramite nuovi dialoghi. Due nuovi personaggi andranno ad aumentare il nostro party e di conseguenza la storia, con nuove linee di dialogo. Due nuovi personaggi quindi? Non è questa la sede ideale per svelare tutto ma posso azzardare che potrebbe suscitere grande interesse un finale alternativo, inserito ad hoc per questa versione.
Se l’idea di tuffarvi di nuovo in dungeon zeppi di incontri casuali vi terrorizza, ben consci di quanto nel gioco il grinding e la casualità siano parti fondanti della saga, sappiate che almeno la casualità è stata mitigata con interventi netti e sagaci. La possibilità di poter vedere i mostri su schermo, anziché mordersi le dita per l’ennesimo fade-in inaspettato allevierà gli animi di chi vuole arrivare al boss più agilmente e di chi vuole già avere un’idea di quale gruppo di mostri andrà ad affrontare. Dato che adesso tutti i mostri sono visibili, i potentissimi affamigerati nemici vengono segnalati da un apposito simbolino (due spade incrociate). Una novità invece sfrutta lo spotpass, caratteristica unica del Nintendo 3DS, per mandare e ricevere oggetti, e se ci fosse un premio per l’originalita delle quest probabilmente andrebbe alla nuova che vi chiede di scattare foto, con la pressione contemporanea dei dorsali, a degli Slime d’oro. Dragon Quest Snap!
Tanti altri piccoli cambiamenti alle meccaniche renderanno l’esperienza meno legnosa e più gradevole, piccoli accorgimenti che perfezionano ancor più un gioco che è saldamente nell’olimpo dei migliori del genere. Sarà possibile salvare nella mappa ad esempio, anziché soltanto in chiesa, dopo l’avanzamento di livello i personaggi vedranno ripristinata le barre degli HP ed MP, ogni personaggio potrà avere tre classi con l’aggiunta di una classe specifica per il combattimento a mani nude di una esclusiva e i punti abilità sono stati bilanciati. Dulcis in fundo, il calderone alchemico in cui forgiare le proprie armi, incluse quelle finali, adesso offre risultati istantanei.
Dragon Quest VIII: L’odissea del re maledetto è un faro nella storia dei videogiochi e avremo tempo per valutare se la sua luce è ormai fioca e spenta o se, grazie a un vigore nato dal cesellamento di casa Square-Enix, la scena attuale possa essere ancora illuminata da questo vecchio gigante.

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