Il platform 3D, genere che è stato sinonimo della parola videogioco per molti di quelli che hanno vissuto gli anni ’90, non se la passa troppo bene di questi tempi. Le avventure che ci vengono proposte oggi sono sempre più spesso infarcite di scelte da compiere, statistiche, connessione online: pare che la formula “corri e salta, e se vuoi raccogli”, non basti più. Un ventennio fa invece le software house scoprivano le tre dimensioni su schermo e la levetta analogica (coff, coff…buona parte delle rivoluzioni videoludiche provengono da Nintendo…coff coff…), instillando nei giocatori il senso di meraviglia a 360° e la possibilità dell’esplorazione.
“Corri e salta, e se vuoi raccogli” dicevamo. Soffermiamoci sull’ultimo aspetto di questa triade, la raccolta: alcuni dei titoli dell’epoca vennero a costituire quel sottogenere che oggi chiamiamo collectathon, caratterizzato per l’appunto dalla centralità dell’elemento di ricerca e collezione di alcuni oggetti di gioco. Il Nintendo 64 fu probabilmente il primo punto di concentrazione di questo filone, partendo con l’invincibile Super Mario 64 passando per Banjo-Kazooie dell’allora suprema Rare. È a questa corrente che va avvicinato FreezeMe, vero e proprio tributo al genere dai catalani Rainy Night Creations, platform in 3D per Nintendo Wii U dallo stile e colori che urlano agli anni Novanta del secolo passato. L’accostamento formale è obbligatorio, andiamo a vedere se le premesse vengono rispettate nei contenuti.

L’incipit della trama di FreezeMe ci viene narrato con una deliziosa sequenza in banco e nero: gatti dittatori, vortex temporali, insomma le classiche cose di tutti i giorni. Il primo aspetto a colpire, d’impatto, è lo stile grafico: coloratissimo, vivacissimo; e spigolosissimo. Sembra che invece della Nintendo Wii U abbiamo acceso una piccola macchina del tempo, se mi giro forse vedo mia madre che stira con la tv su Bim Bum Bam, e appeso alla parete c’è il mio attestato di merito in quinta elementare nello studio del flauto dolce. So cosa vi starete a domandando a questo punto: flauto dolce?
L’aspetto grafico vive di due anime a seconda dei differenti schermi: su quello di casa i colori sono più luminosi ma si perde fluidità, mentre sul paddone la situazione è inversa, con panorami più bui ma decisamente scorrevoli.
Il mondo rappresentato, tra funghi giganti, piattaforme mobili e distese verdi ricorda esplicitamente i classici per Nintendo 64 citati in precedenza e non solo, senza dimenticare il più recente collectathon per pc A Hat In Time (le cui musiche sono state composte, guarda caso, da quel Grant Kirkhope autore della colonna sonora di Banjo-Kazooie), così come il charater design.
C’è però un punto a sfavore che potremmo definire congenito a questo stile: il 3D vecchia scuola è uno stile grafico che in genere risulta invecchiato peggio rispetto alla controparte 2D, che invece oggi è sovente usato con intenti artistici. Girare per il mondo di FreezeMe può invece risultare anacronistico, e a ciò vanno aggiunte varie imperfezioni di sviluppo. Nel complesso però il comparto video fa la sua buona parte, così come l’audio.

Se l’impressione iniziale è positiva (e il sottoscritto non nasconde la propria personale euforia quando si trovò a scrivere la news dell’annuncio del gioco), le perplessità giungono quando iniziamo a premere i bottoni. Perché la regola aurea dei platform è sempre, e da sempre, la stessa: contenuti riducibili all’essenziale, ma esecuzione che deve rasentare la perfezione. In questo senso FreezeMe presenta numerose sbavature.
Salti, piattaforme, buche, menù classico insomma: in più disporremo di una macchina fotografica che può congelare i nemici, perché…perché? Non ne ho idea, magari sarà l’argomento della prossima puntata di Voyager o Mistero, ad ogni modo di tratta di un espediente che offre buone meccaniche d’azione. Il nostro girovagare sarà scandito dalla raccolta dei Pigcoins e dei Cubi Dorati: questi ultimi servono per procedere nel gioco e costituiscono dunque l’obbiettivo ludico. Alcuni personaggi ci affideranno delle missioni per ottenerli, altri ancora saranno custoditi da una sorta di “boss”: FreezeMe offre insomma differenti soluzioni esecutive.
Il problema principale risiede nella giocabilità: la telecamera non è il massimo e anzi può infastidire, affrontare gli avversari è tutt’altro che fluido, ed infine i salti sono imprecisi e a volte snervanti. Purtroppo questi sono i tipici fattori determinanti per il successo di un platform ed in particolar modo di un colletathon, quindi l’analisi del gameplay svela un FreezeMe visibilmente ammaccato. Il rammarico è amplificato dal fatto che i contenuti sono copiosi e diversificati, quindi di materiale per giocatori e completisti ce ne sarebbe in abbondanza. È inoltre presente una bizzarra modalità cooperativa per due giocatori che comandano insieme la protagonista, la piccola R.

In conclusione, FreezeMe rappresenta un’occasione parzialmente mancata, che comunque definisce un buon punto d’inizio per la giovane software house di Barcellona. Le idee e la passione non mancano a questi ragazzi e si vede: servirà l’esperienza a renderli dei maestri. Ad maiora semper allora.
Per il momento, al prezzo di €13,99 sull’eShop e sul sito Nintendo, l’acquisto è consigliato ai soli fanatici del genere, meglio ancora se approfittando di qualche futuro sconto.