Mi piace Kirby. Mi è sempre piaciuto, mi trasmette una splendida sensazione di pace e morbidezza ed ho giocato quasi tutti i suoi titoli, dai Dream Land per Game Boy fino agli ultimi titoli pubblicati per Nintendo 3DS come Triple Deluxe o Planet Robobot, rimanendo però sempre nel confine dei canoni della serie, del platform, del 2D. Ho giusto dato un’occhiata, tempo fa, al particolare Kirby Air Ride per GameCube e non mi sembrò male. Fui quindi contento quando mi venne assegnato Kirby’s Dream Course, gioco che, almeno così mi era stato detto, è un “simpatico spin off con Kirby che fa la pallina da minigolf” [so come raggirare i miei polli ndElflum]. Bene, gioco di minigolf e Kirby, due cose che mi piacciono messe insieme, perfetto no? Non proprio, la realtà è ben diversa, in senso sia positivo che negativo.
Il gioco, sviluppato da HAL Laboratory e prodotto, tra gli altri, anche da Shigeru Miyamoto e Satoru Iwata, fu pubblicato su SNES nel 1994 e non presenta alcuna storia. Il titolo si snoda attraverso otto livelli, ognuno dei quali è composto dalle classiche otto buche. e si presenta con una simpatica e colorata grafica isometrica che permette di muovere liberamente la visuale all’interno dello scenario, cosa che ci fa presto scoprire la presenza di nemici all’interno degli intricati scenari e, soprattutto, la mancanza di una buca. La peculiarità di questa interpretazione atipica del gioco della buca, infatti, è che questa compare solo dopo aver sconfitto l’ultimo avversario, cosa effettuabile semplicemente colpendoli. Il meccanismo per colpire la piccola pallina rosa è elementare, basta premere il pulsante A al momento giusto per imprimere più o meno forza nel tiro ed eventualmente variare anche il punto colpito, in modo da dare un diverso effetto.
Oltre ai classici nemici sono presenti anche quelli speciali che, proprio come nella versione platform classica, donano al piccolo Kirby una serie di poteri, attivabili tramite il pulsante B. Così, ad esempio, se prendete l’ombrello, una volta effettuato un tiro ad arco potete premere il pulsante per planare leggiadramente oppure, con il power up della roccia, cadrete a strapiombo nel punto da voi scelto, e così via. Ogni buca, come regola vuole, ha il suo par, il suo grado di difficoltà, ma non è possibile effettuare tiri infiniti, infatti si hanno a disposizione, dall’inizio della partita, quattro vite. Ogni tiro ne sottrae una, ogni nemico sconfitto ed ogni buca ne aggiunge una, una volta terminate si ha il game over. Se invece si riesce a terminare tutte le otto buche si guadagna una medaglia in base all’andamento della partita. È presente inoltre una simpatica modalità multiplayer in cui, all’interno dello stesso scenario, sono presenti due diverse palline Kirby, comandate a turno da due giocatori, che possono anche colpirsi per sottrarsi vite l’un l’altro (le palline Kirby, non i giocatori).
Kirby’s Dream Course appare quindi come un gioco molto particolare e sui generis, dove il minigolf si fonde alle atmosfere tipiche della serie diventando un pretesto per l’esplorazione delle spesso contorte arene, dove la curva di difficoltà si impenna già dopo pochi tiri, in pieno stile vintage. Il primo impatto, almeno per me, è stato più che altro negativo, visto che mi aspettavo un classico gioco di minigolf ma, superata la diffidenza iniziale, ho cominciato ad apprezzare meglio il titolo per quella che era la sua natura quasi ibrida. I controlli, anche se macchinosi durante le primissime fasi di gioco, diventano presto un ostacolo superabile e Kirby’s Dream Course si trasforma in un ottimo scacciapensieri, un titolo mordi e fuggi che, grazie al sistema dei punti di ripristino, permette di fare giusto un paio di buche per poi staccare e ricominciare più in là.