Ziggurat è un titolo che al primo sguardo lascia ben sperare e sotto sotto cela un gran cuore indie che sa come toccare le orde giuste per muovere il pubblico, il problema è che il cuore non pompa sangue a sufficienza. Una software house spagnola che si cimenta con un bell’FPS fantasy, rogue-like, brutale, tostarello ma pieno di contenuti.
Il titolo di Milkstones studios è una sorta di doom fantasy in cui l’obiettivo è quello di raggiungere la fine di ogni livello, battere il boss e arrivare al successivo. L’elemento interessante è che l’esperienza di gioco dipende da quello che vuole fare il giocatore: può decidere di essere pragmatico e di mirare dritto al boss di fine livello, e sperare di ucciderlo con le armi base che gli vengono affidate dal gioco, oppure può scegliere di esplorare ogni centimetro di ogni livello, rischiando di incontrare temibili mostri, per racimolare esperienza e power up che potrebbero rendergli più facile la vita.
È davvero un mix interessante che mischia elementi action a elementi da gioco di ruolo in un insieme di dungeon crawling dove morire significa dover ricominciare tutto da capo. L’ansia di perdere la vita, e i progressi, è davvero una bella sensazione da provare, e soprattutto sprona il giocatore a migliorarsi di continuo: uccidere mostri fa guadagnare punti esperienza che servono per salire di livello e sbloccare power up. Ma non è tutto, prima di iniziare una partita è possibile scegliere tra una moltitudine di personaggi, che si sbloccano man mano che si alza il numero di uccisioni, ognuno con abilità e armi differenti dal precedente.
Sebbene posta in questi termini l’azione di gioco possa sembrare ripetitiva, a mettere una pezza alle limitatezze del gameplay e alle scarse risorse di una software house indipendente arriva l’elemento che va tanto di moda tra gli indie: la generazione procedurale e casuale dei livelli. In ogni run le stanze saranno sempre diverse, con diverse combinazioni di nemici, boss, power up, stanze e percorsi. L’esperienza cambia tantissimo di volta in volta, tant’è che affrontare il primo livello potrebbe trasformarsi da una tranquilla passeggiata tra i cadaveri dei nemici a in un girone infernale da cui difficilmente uscirete vivi.
Completare i livelli comunque sblocca dei power up nuovi che potranno essere utilizzati, se trovati nei livelli, nelle run successive. Disseminati nei livelli ci sono i potenziamenti che si possono acquisire in appositi sacrari: ovviamente per acquisirli bisogna rinunciare a qualcosa, che sia una porzione di vita o un debuff random, è sempre un trade-off di qualcosa che si possiede per qualcosa che ci fa gola o ci potrebbe aiutare.
Purtroppo però, la limitatezza delle risorse, si fa sentire in altri aspetti del titolo. Se Ziggurat fa la sua modesta figura in termini tecnici e grafici su PC o su console più prestanti, su Wii U il gioco è a tratti imbarazzante. Il lato artistico è di buon livello, la modellazione poligonale modesta, il problema, enorme, sono le performance. Tutta la struttura del gameplay, di buon livello, si tiene in piedi su delle fondamenta tecniche che qui spesso lasciano a desiderare, inficiando l’esperienza generale.
Non si tratta di incuria della software house, anzi quanto è riuscita a fare denota una particolare attenzione nel porting, avvertibile nella miriade di impostazioni per il Wii U Gamepad: si può decidere di visualizzare il gioco in combo con la TV in tanti modi diversi, il Wii U Pro controller è supportato, l’off-tv play anche.
Il titolo gira pesantemente sotto la soglia dei 30 FPS, a occhio anche meno dei 24, e non si fa problemi a bloccarsi, letteralmente, nelle fasi di caricamento delle stanze o di lotta più concitata contro un buon numero di nemici. Un peccato immane che rovina le buone intenzioni di Milkstones.
Probabilmente, la risposta a questa tragedia tecnica è da ricercarsi nell’hardware di Wii U e/o nell’incapacità della software house di svilupparci a dovere: il gioco non sembra dispendioso in termini di potenza bruta eppure l’esperienza di questo gioco, davvero molto interessante, è davvero funestata da problemi tecnici che affossano tutto il gioco, ed è un gran peccato.