The Legend of Zelda: Twilight Princess HD – Recensione

fotorealismo comunicazione Zelda Twilight Princess HD più veloce rispetto a Wii video comparativo The Legend of Zelda: Twilight Princess Manga tema 3DS Intervista ad Eiji Aonuma e Tomomi Sano Motion Controls nato il progetto

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Genere: Avventura
Multiplayer: No
Lingua/e: Italiano (testo)

Scrivere la recensione di uno Zelda non è cosa facile. Scrivere la recensione di uno Zelda uscito 10 anni fa, passato sotto le mani di moltissimi giocatori, che hanno formato la loro opinione critica del gioco, è un compito arduo, ma che qualcuno dovrà pur fare.



The Legend of Zelda: Twilight Princess

è un ottimo gioco. Se dieci anni fa il titolo vi ha rapito, trasportato nelle lande di Hyrule, terrorizzato e sbalordito con la bellezza del crepuscolo, oggi, una decade dopo, non potrà che fare altrettanto. L’atmosfera è immutata, la precarietà del mondo di gioco è ancora palpabile, la disperazione dei personaggi che lo popolano, rassegnati alla loro fine è ancora li ben presente e disturbante. Se la lotta di Midna, e per Midna, vi ha fatto sussultare e affannare nella ricerca di una soluzione per la gente del crepuscolo, continuerete a farlo. Sul piano dell’esperienza, delle emozioni e del divertimento non cambia di una virgola.

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Recensire un remaster in HD ci pone davanti a una questione spinosa circa la natura stessa della valutazione: è necessario saggiare soltanto il lavoro svolto da Tantalus Media nel migliorare l’esperienza visiva originale oppure si manifesta la necessità di rivalutare l’opera con gli occhi del presente e mettere sul piatto della bilancia tutta l’esperienza di gioco? I due approcci portano a risultati e a valutazioni ben diverse.

Tutto il lavoro svolto in fase di remaster è stato dedicato all’aumento della risoluzione – su Wii U il titolo gira a 1080p e a trenta fotogrammi al secondo – e ad un ripensamento di gran parte delle texture del gioco. Quelle che colpiscono di più non sono quelle dei vestiti o dei volti, bensì quelle delle superfici pietrose. I muri delle case e i sampietrini della piazza principale della città del castello, sono sicuramente il punto più alto toccato dalla produzione, insieme ai riflessi sui pavimenti che si trovano in molte ambientazioni.

Lo stesso non si può dire delle texture del terreno della piana di Hyrule o del Monte Morte, dei mostri e degli animali: slavate e brutte da vedere. Purtroppo l’aumento di risoluzione e la visuale cristallina mettono in evidenza tutti quanti i limiti dei modelli di dieci anni fa. La bassa risoluzione e il bloom celavano i difetti nella versione originale, ma in questa riedizione riemergono tutti a galla, e non è di certo un bel vedere.

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Evocativo, ancor’oggi, in ogni suo aspetto.

Tutti i difetti grafici del titolo non sono tanto da imputare al team australiano, che ha svolto egregiamente il suo lavoro, quanto alla natura stessa del titolo: un puro e semplice remaster in HD con poche aggiunte di sostanza, sicuramente Nintendo ha voluto investire poco in questo progetto e ha cercato di ottenere il massimo da una console morente e da un lavoro semplice e veloce.

Siamo lontani dall’operazione che ha accompagnato The Legend of Zelda: The Wind Waker HD: in quell’occasione la riproposizione su Wii U del gioco del 2002 migliorava nettamente l’esperienza. Qui la dinamica non è la stessa.



Manca, e si sente, un rimaneggiamento della colonna sonora: nel 2016 suona male, un bel riarrangiamento avrebbe di certo giovato al titolo e contribuito a trasportarlo degnamente nel 2016. Fortunatamente il materiale di partenza è di ottima fattura e alcuni brani come il Midna’s Lament sono scolpiti negli annali delle colonne sonore per videogiochi. Rimane comunque l’amaro in bocca per l’occasione sprecata.

Il ruolo del Wii U Gamepad nella dinamica del titolo non è da trascurare: il controllo con schermo touch screen sa come snellire e velocizzare l’esperienza di gioco. Il pad serve per avere sempre la mappa e la gestione degli oggetti a portata di mano. In questo modo non c’è bisogno di aprire praticamente mai un menù di gioco e l’azione non viene mai interrotta. Funziona benissimo anche l’off-TV play che sicuramente vi servirà per continuare le vostre avventure in Hyrule anche sotto le coperte.

Gradita aggiunta sono i controlli di movimento che permetto una mira molto più precisa e veloce rispetto a quella con l’analogico, e anche rispetto al puntamento a Infrarossi della versione Wii. Per chi preferisce un esperienza tradizionale, e quanto mai vicina all’esperienza della versione Gamecube del gioco, c’è la possibilità di affrontare tutto il titolo con il Controller Pro. Mi sento di consigliare questa possibilità solo a chi detesta il Wii U Gamepad, in quanto le opzioni di controllo che sono state inserite migliorano la fruibilità del prodotto.

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Le funzionalità touch semplificano molto la gestione dei menù

Il supporto agli amiibo è marginale e trascurabile per la gran parte: il pezzo forte, l’antro delle bestie, che si sblocca utilizzando l’amiibo di Link Lupo, è una sezione totalmente estrapolata dal gioco. Una volta terminata la nostra corsa nell’antro si verrà catapultati nell’ultimo luogo in cui il titolo ha salvato i progressi. Nel mio playthrough, in modalità classica, non ho mai sentito il bisogno, ne avuto la necessita, di utilizzare l’amiibo di Zelda o di Link per ripristinare i miei cuori o le mie frecce. Se siete giocatori navigati probabilmente non avrete mai occasione di utilizzarli.

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Il miiverse è ovviamente supportato anche con gli appositi timbri, ormai un classico nei titoli Nintendo per Wii U, che troverete disseminati in tutto il mondo di gioco che vi permetteranno di scrivere post sul social network videoludico con i caratteri Hylia e con le sagome di alcuni personaggi chiave dell’avventura.

Valutando soltanto la performance di Tantalus Media e la buona riuscita del porting HD il progetto è da promuovere a pieni voti: è assolutamente in linea con titoli simili apparsi su console della concorrenza.

Twilight Princess, si ripresenta stracolmo di contenuti, con nove dungeon principali uno più bello dell’altro, un discreto numero di sidequest e molti collezionabili: la missione secondaria di Xenia farà contenti gli amanti degli insetti e dei collecthaton. Le ambientazioni, sebbene classiche, sono come al solito molto varie e accattivanti, prime tra tutti il picco nevoso e il regno del crepuscolo.

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Fly like a butterfly, sting like a bee

Il gameplay, seppure un po’ datato è quasi perfetto. Il titolo si fa giocare benissimo, gli scontri con i nemici sono avvincenti se affrontati per la prima volta, la varietà di mosse eseguibili è buona e come al solito quasi ogni nemico ha una chiave di lettura particolare per essere battuto. Purtroppo sono le animazioni che fanno da contorno a gettare un velo di opacità a tutto quanto il sistema di controllo e di combattimento. Skyward Sword, seppure con un gameplay molto diverso da quello di Twilight Princess, è avanti anni luce.

Fortunatamente l’incedere dell’avventura è ben bilanciato: per le prima fasi di gioco si alternano dungeon, esplorazione di villaggi e overworld a raccolta delle gocce divine, che con questa riedizione è stata leggermente alleggerita. Dopo aver superato il dungeon del patibolo, e con l’avvicinarsi delle battute finali della storia, il susseguirsi dei labirinti, e quindi delle fasi d’azione, si fa più incalzante e avvincente lasciando al giocatore le parti migliore del titolo: combattimenti, puzzle ambientali e boss.

Certo, le nuove dinamiche di progressione varate con gli ultimi episodi per console portatile, e mi riferisco a A Link Between Worlds, non sono minimamente contemplate, e ne risulta una sequenzialità di situazioni lineare e guidata. L’unico modo per distrarsi un po’ dalla missione principale è quello di dedicarsi alla ricerca di frammenti di cuore opzionali o di cimentarsi nei mini giochi che si trovano in tutto il Hyrule.

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Senza parole

Vero punto di forza di tutta la produzione sono comunque i labirinti e i rispettivi boss. Non vi troverete mai in una situazione uguale all’altra, gli enigmi vi faranno grattare il capo più di una volta (mi riferisco a coloro che non giocano il titolo da tempo o che si apprestano a giocarlo per la prima volta), i boss di fine dungeon sono una gioia per gli occhi e davvero divertenti. L’azione è sempre chiara, di facile lettura e offre una sfida bilanciata. Certo, se avete già giocato il titolo più volte parte della sfida verrà a mancare:  è stata inserita la modalità eroica proprio per questo, e si può rendere ancora più ardua utilizzando l’amiibo di Ganondorf il quale aumenterà ulteriormente i danni subiti per tutta la sessione di gioco.

La trama e l’ambientazione, con l’intrecciarsi del Regno della luce e del Crepuscolo è ancora emozionante e riesce a tenere alta l’attenzione del giocatore per tutta l’avventura, nonostante qualche periodo morto tra un dungeon e l’altro: la vicenda di Midna e del crepuscolo viene pian piano svelata nel corso di tutta l’avventura e Zant non entra in scena sin dalle prime battute di gioco, ma si manifesta verso la fine, una fugace comparsa che a conti fatti non fa giustizia al personaggio in sé, al suo background narrativo e al suo fantastico design.

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Pensavo fosse Zelda, invece era Dark Souls…

In conclusione c’è da sottolineare che siamo nel 2016, di acqua sotto i ponti ne è passata. Questo capitolo di Zelda mostrava già all’epoca quanto fosse necessario un rinnovamento per la serie e, dieci anni dopo, si percepisce ancora di più la sensazione di avere tra le mani un prodotto che fatica a reggere la prova del tempo: le innovazioni di Skyward Sword in campo ludico, quelle di A Link Between Worlds nell’incedere dell’avventura e la rinnovata  bellezza di Wind Waker HD oscurano un po’ la grandiosità di Twilight Princess. Questa riproposizione risulta oggi, purtroppo, irrilevante.

È doveroso consigliare il gioco soltanto a coloro che non hanno mai avuto il piacere di giocarlo, questa è senza dubbio la versione migliore, ma se conoscete a menadito le lande di Hyrule e il regno del crepuscolo pensate bene all’acquisto: l’alta definizione, il supporto agli amiibo, il Wii U Gamepad e la modalità eroica potrebbero non bastare a giustificare la spesa.

Siamo dinnanzi a un “semplice” remaster da manuale.

8.0

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