Prima di lasciarci, il mai troppo lodato, Gunpei Yokoi, rivelò uno dei segreti che si celavano dietro al design del Virtual Boy. Già all’epoca Nintendo iniziò ad avere un occhio di riguardo verso le donne e una scelta di design della sfortunata console 3D di Nintendo ne è la prova: il design fu influenzato anche dal make up delle donne.
Non pensavamo che un head-mounted display fosse necessario per un sistema di realtà virtuale che non usava nessun tipo di motion tracking. Eravamo preoccupati dei possibili pericoli della tecnologia degli HDM, ma avevamo anche considerato il fatto che se una donna truccata avesse usato il visore, la persona successiva avrebbe esitato a utilizzarlo! Quindi abbiamo cambiato il design affinché si potesse semplicemente guardare dentro l’apparato per apprezzare l’esperienza 3D. Il design originale fu mostrato allo Shoshinkai show, ma avevamo piani per creare anche un adattatore per le spalle cosicché non si dovesse usare un tavolo per sfruttare il sistema.
Il Virtual Boy non è stata la prima console 3D di Nintendo:
La prima console a sperimentarlo, fu il Famicom 3D System nel lontano 1987. Si tratta di una periferica molto particolare che sdoppia le immagini di gioco sullo schermo televisivo. Attraverso un paio di occhiali, i quali mostrano al giocatore una immagine per occhio, queste vengono rapidamente alternate per garantire un primo e rozzo effetto tridimensionale dello schermo.