Nell’infelice parentesi del Wii U, almeno per quanto riguarda il lato vendite, Nintendo ha tirato fuori dal cilindro l’idea degli amiibo che si è rivelata subito vincente. La loro vendita non sembra mostrare segni di rallentamento, nonostante i continui problemi di disponibilità e la loro relativamente scarsa utilità come valore aggiunto nei vari software. In relazione all’argomento, Venture Beat ha chiesto a Satori Bernbeck, analista alla EEDAR, un’opinione sul mercato degli amiibo e la loro relazione con l’industria videoludica. Bernbeck ha rilevato come gli amiibo sono stati una stampella della vendite fallimentari del Wii U e hanno rappresentato un’abile mossa per ricavare maggior profitto possibile dalla limitatissima base installata della home Nintendo:
Dal momento che il Wii U non gode di grande popolarità, Nintendo aveva bisogno di un modo per monetizzare al meglio sfruttando la loro fanbase. Gli amiibo hanno fatto proprio quello; Nintendo ha comunicato di aver venduto oltre 21 milioni di unità a fine ottobre. Considerate anche le vendite natalizie, il profitto ricavato dagli amiibo è di oltre 270 milioni di dollari. Il rate di vendita non mostra segni di rallentamento, per cui anche nel 2016 rappresenterà un’ottima fonte di introiti per Nintendo.
Bernbeck osserva come il mercato delle figures non sembra aver raggiunto il punto di saturazione. La contemporanea presenza sul mercato di Disney Infinity, Skylanders, amiibo e Lego Dimensions farebbe pensare che il limite sia stato raggiunto, considerando anche il costo cumulativo, ma in realtà non è così:
Nonostante l’elevato numero di competitors sul mercato, le vendite delle varie figures non sembrano mostrare segni di rallentamento e non si sono cannibalizzate il mercato vicendevolmente. Gli amiibo hanno contribuito alla crescita di questo mercato e gli altri prodotti non hanno accusato un declino di popolarità.
Gli amiibo, comunque, hanno ancora molto margine di crescita. L’idea originale prevedeva di renderli protagonisti in vari titoli, facendo sì che il oro utilizzo apportasse un plus in molti giochi; in realtà questo obiettivo è stato in gran parte disatteso, dal momento che le figures garantiscono, in genere, solo skin aggiuntive o bonus secondari. Tatsumi Kimishima, in una recente intervista, ha toccato proprio quest’argomento, lasciando intendere che in futuro le cose potrebbero cambiare:
L’integrazione degli amiibo nei vari titoli è paradossalmente l’aspetto meno riuscito dell’intera operazione. Anche Tatsumi Kimishima, di recente, ha ammesso di non essere soddisfatto dell’utilizzo degli amiibo che, al momento, sono visti dagli utenti solo come dei feticci da collezione. Le possibilità di utilizzo sono molteplici, ma Nintendo non è ancora riuscita a sfruttarle né a fornire ai videogiocatori incentivi abbastanza forti da convincerli a comprare gli amiibo per il loro utilizzo in-game. Kimishima ha assicurato che Nintendo si sta impegnando per trovare nuovi modi di implementazione delle figures all’interno dei giochi: un problema che dovrà essere risolto nel prossimo anno.