Anche quest’anno, che siate degli ultras delle festività natalizie o dei Grinch senza scampo, il 25 di dicembre è alle porte.
Parliamoci chiaro: ogni qualvolta si tratta di dover fare un regalo, noi videogiocatori siamo dei termini davvero davvero semplici. Il più delle volte basta un disco o una cartuccia a renderci entusiasti, rifuggendo da preziosismi barocchi e dagli odiosi presenti convenzionali (molto spesso il gamer preferisce un gioco in offerta a cento magliette o simili).
È capitato però che alle volte l’arrivo di Babbo Natale e della Befana abbia combaciato con delle uscite storiche di Nintendo, rendendo i doni ancora più indimenticabili.
Eccovi alcuni memorabili regali di Natale Nintendo. Vi consiglio tisana alla cannella e biscotti prima di iniziare la lettura.
Ah, una brevissima doverosa premessa: è sottinteso che il Natale abbia un valore religioso, culturale e umano immenso, e che la pratica dello scambio dei doni sia solo una delle sue tante espressioni, per forza di cose la più controversa e dettata anche da alcuni freddi meccanismi economici.
Ma qui ci concentriamo sulla magia che il ricevere un regalo può scaturire, quella magia attraverso la quale i videogiochi ci fanno crescere come dei bambini adulti, salvando e coltivando l’aspetto ludico, che è una componente fondamentale dell’esistenza e della sopravvivenza.
Ma ora iniziamo.
Partiamo con un Natale di casa nostra.
Le feste natalizie significano da sempre albero con calze appese, luci, renne, renne, e renne. Ma nel dicembre del 2006, fu anche un’aria di futuro a pervadere le case dei giocatori italiani.
Cosa troviamo sotto l’albero? Wii.
La follia più totale si scatena in brevi istanti. Giocare con un telecomando? Sensore di movimento? Cosa sta succedendo nella mia vita?
La vera presa di coscienza avviene facendo partire Wii Sports. Si finisce a smaltire l’esagerato cenone giocando a tennis o a bowling in cameretta. Zie e nonni insospettabili si fiondano sulla scatoletta bianca, rivendicano il loro turno di gioco facendo leva sul rispetto dovutogli in virtù degli anni in più sulle spalle. In pochi minuti è il delirio, in poche ora è grande evento sportivo indoor, in pochi giorni è clausura tra le mura domestiche.
Natale 2006, Wii in Italia: passami una fetta di pandoro e il telecomando, grazie.
Salto spaziotemporale: Nord America, fine 1996.
È un periodo fervente: Fidel Castro compie il suo storico viaggio in Vaticano, Bill Clinton viene rieletto come Presidente degli U.S.A. per la seconda volta.
Ma di questo ai giocatori statunitensi non può importare. Prendiamone uno a caso. Chiamiamolo Phil: ciao Phil.
Da qualche tempo Phil vive male: dorme poco, in maniera agitata, fa sogni ricorrenti. Ha un’ossessione. Un’ossessione coi baffi, la salopette, un inconfondibile accento italiano. E per la prima volta, con tre dimensioni. Qualche amico ci ha già messo le proprie immeritevoli mani sopra, ma non lui, non Phil, il suo compleanno è in aprile e i suoi voti a scuola sono la vergogna dell’intero albero genealogico familiare.
Phil, e tantissimi come lui, possono solo sperare nella generosità di Santa Claus.
I sonni già difficili diventano sempre più corti col lento doloroso trascorrere del tempo: 64 bit…stick analogico…4 porte per il multiplayer…
Poi arriva il giorno. Phil ringrazia i suoi Santi in paradiso, mentre inizia a capire scartando la confezione regalo. È successo: per Natale ha ricevuto un Nintendo 64 con Super Mario 64.
Da allora, di Phil, si sono perse le tracce. Ma pensiamo che la sua reazione sia stata pressappoco questa:
Ritorniamo un attimo in Italia? Ma sì, che il Natale piace passarlo in casa.
Natale vuol dire anche fiaba, atmosfera onirica. Tutto può accadere a Natale. Tra le candele accese e i canti, le nonne dipinte di rughe che cucinano dolci, è ancora più bello immergersi in mondi fantastici. E così a Natale prendono vita i folletti, le fate, gli gnomi.
Sono le vacanze natalizie del 1998.
In tv c’è La spada nella roccia della Disney, un profumo indefinibile di leccornie circola in ogni ambiente, il librone delle fiabe di Andersen è accomodato sul divano vicino all’albero, sfogliato da poco. Un piccolo pacchetto in mezzo agli altri doni: c’è il tuo nome sopra. La confezione non pare particolarmente resistente: cartone? Apri con delicatezza per non rischiare di compromettere la debole impaccatura. Un attimo di sorpresa mista ad incredulità. Ti si scalda il cuore, si tratta del dono giusto al momento giusto.
Le fiabe possono continuare, c’è un elfo in più in casa: hai ricevuto Zelda Ocarina of Time.
Chiudiamo, com’è giusto che sia, questo breve tour dei regali natalizi di Nintendo lì dove i sogni si avverano, ciò che pare inimmaginabile accade e ogni più piccolo angolo nasconde cose incredibili e sconosciute. Non è la fabbrica di cioccolato di Willy Wonka, ma il Giappone.
Nel Sol Levante il Natale è tutta un’altra cosa. Ne ho trascorso uno qualche anno fa, da solo, nella bellissima Matsuyama, e la distanza culturale e del folklore è in quei giorni quasi invalicabile. Ciò non toglie che i giapponesi, a Natale, si scambino doni.
Fine del 1990.
Il periodo natalizio sta arrivando, in qualche modo, anche a Yokohama. Vicino al porto non c’è ancora l’enorme ruota panoramica, e ciò che si staglia dinanzi agli occhi è l’infinità dell’Oceano Pacifico, gonfio di freddo invernale.
I giocatori stanno attendendo qualcosa. Un box rettangolare grigio, fratello di sette anni più giovane di un’altra scatola magica rossa e bianca. Come i colori delle festività del 25 dicembre. Tra un ramen bollente e una passeggiata nel quartiere cinese, qualcuno di loro sta per ricevere questo qualcosa, che rispetto al suo fratello più grande, viene già chiamato Super. I nipponici tendono a rendere tutto super. E tanti, tantissimi giocatori, quel Natale riceveranno un super regalo.
E voi, che Natale ricordate collegato a Nintendo?
Scrivetecelo nei commenti, e buonissime Sante Feste da NintendOn!