Mira, quasi tre anni dopo. Ne è passata di acqua sotto i ponti per Nintendo da quel Direct in cui venne annunciato il nuovo titolo dei Monolith Soft., diretto da quel Tetsuya Takahashi di cui abbiamo abbondantemente avuto modo di parlare. Tre anni di attesa, di speranze, di grandissime aspettative per l’erede di Xenoblade Chronicles, considerato all’unanimità uno dei più grandi giochi di ruolo (se non il più grande) dell’ultima decade. Finalmente, dopo essere uscito in Giappone la scorsa primavera, Xenoblade Chronicles X è arrivato in occidente.’
Non siamo troppo avanti nel futuro, anno 2054. La Terra viene coinvolta in un conflitto tra due razze aliene. Non c’è modo di trattare, non c’è il tempo di capire cosa sta succedendo. Navi interstellari lasciano il pianeta, venendo distrutte quasi tutte poco dopo il decollo. La Balena Bianca riesce a passare l’atmosfera e a sfuggire ai nemici, passando due anni alla deriva, fino a quando non viene intercettata da una delle due specie ostili e colpita. Le varie parti della nave si sganciano nel tentativo di salvare l’equipaggio, mentre precipita su un pianeta sconosciuto, non presente in nessuna mappa spaziale: Mira.
Qui, due mesi dopo l’atterraggio, il nostro avatar, privo di memoria, viene ritrovato da Elma, un colonnello del BLADE che ci prende subito sotto la sua ala protettiva. Così, Mira si spalanca pian piano sotto i nostri occhi, consci che le poche centinaia di abitanti di Neo Los Angeles potrebbero essere tutto quel che rimane della razza umana nell’universo.
Il BLADE è il cuore di Neo L.A., un’organizzazione militare privata che costituisce il nuovo governo mondiale. Appartenere al BLADE significa assolvere a vari compiti per ricominciare a vivere serenamente, evitando gli stessi errori e sventando le minacce che inevitabilmente sono presenti su un pianeta alieno. Lo scopo primario è la colonizzazione. Esplorare e installare sonde su Mira per espandere il FrontierNav, un sistema che permette di monitorare l’area circostante alla sonda, estrarre minerali, risorse preziose o fornire supporto in battaglia. Differenti sonde assolvono differenti compiti e le risorse e i minerali sono la base su cui si fonda l’economia di Neo L.A.
L’impostazione del gioco ruota tutta attorno al ruolo del giocatore nell’organizzazione: non ci sono eletti o predestinati, per guadagnare stima e consensi bisogna impegnarsi, bisogna riscuotere consensi e farsi notare completando le missioni che vengono assegnate di volta in volta. Il BLADE è diviso in otto gruppi che svolgono differenti compiti come esplorare, sventare minacce esterne, risolvere conflitti. Sceglierne uno non esclude la possibilità di poter completare missioni appartenenti agli altri, è possibile cambiare gruppo in ogni momento e per tutti, l’obiettivo comune è l’installazione delle sonde e l’esplorazione.
Xenoblade Chronicles X è un titolo capace di spiazzare il giocatore numerose volte. Spiazza inizialmente per la vastità del mondo di gioco, per una linea dell’orizzonte che non termina mai. Spiazza per il sistema di combattimento che richiede abilità e allenamento per uscire vincitori dalle lotte. Spiazza per un sistema economico che funziona, vive e si sviluppa grazie alle nostre scelte e alla nostra gestione delle risorse del pianeta. Spiazza per lo stile narrativo, appagante ma spesso straniante. Spiazza perché riesce a trasmettere davvero la sensazione di essere uno tra tanti, in un mondo che cresce e prospera grazie a noi. Xenoblade Chronicles X richiede calma per essere apprezzato, richiede dedizione e tempo per capirne i ritmi e non farsi spaventare da tutto quello che abbiamo davanti.
Come detto, siamo su un pianeta per lo più sconosciuto, con una sua flora e una sua fauna in armonia. Mira è esplorabile interamente e liberamente, qualunque posto visibile agli occhi è raggiungibile e conquistabile. Le barriere, i luoghi non visitabili, sono formati da nemici dal livello superiore al nostro oppure da montagne, superabili solo in volo, in un secondo momento. Diviso in cinque continenti dalla differente geologia, è un mondo con condizioni meteo che possono variare da un secondo all’altro. Tempeste di fulmini, bufere di neve, aurore boreali sono solo alcuni degli spettacoli che ci lasceranno senza fiato.
Visivamente, Mira è incredibile. Il motore grafico creato da Monolith è semplicemente impressionante. Una volta ottenuto lo skell è possibile volare per tutti e 400 i km quadrati del pianeta senza tempi di caricamento visibili, fuori e dentro Neo L.A., libertà totale. Il Wii U mostra ancora una volta di possedere i muscoli, se sfruttati.
Il livello di ogni singolo dettaglio del pianeta, dai fili d’erba alle rocce, agli animali che popolano il pianeta, lascia a bocca aperta. E più di ogni cosa impressionano le scelte stilistiche utilizzate nei cinque continenti del pianeta, impressiona una direzione artistica che trasuda passione e amore per il videogioco. Impressiona, tanta freschezza e capacità di stupire ancora, dopo aver settato uno standard per il genere cinque anni fa con Xenoblade Chronicles. Eppure Mira è viva, respira, avvolge e cattura, affascina, spaventa e intimorisce per la sua vastità e le dimensioni di alcuni luoghi e alcune creature. Di fronte a tutto questo, vengono tranquillamente perdonati il pop-in di alcuni elementi, probabilmente inevitabile per la gestione ottimale del motore grafico e alcuni mostri presenti fisicamente ma incorporei e compenetrabili dall’avatar fino al momento in cui vengono attaccati.
Diversi aspetti della struttura di base del gioco sono mutuati da Xenoblade Chronicles, ma vengono ampliati, evoluti e migliorati, come nel caso del combat system: il menù di battaglia è ispirato a quello di un mmorpg, con le icone delle tecniche e degli attacchi visibili nella parte bassa dello schermo; l’attacco base è automatico e ogni tecnica ha un suo tempo di ricarica prima di poter essere utilizzata. Differenti colori corrispondono a differenti tipologie di mosse (da vicino, dalla distanza, curative e power-up, difensive). Tra classi di base e avanzate, ne esistono 16 in tutto tra cui scegliere e ognuna corrisponde, nelle tecniche utilizzabili e nelle statistiche, a un tipo di combattente diverso. Le classi avanzate possono disporre anche di alcune tecniche ereditate dalle classi precedenti. Ogni tipo di specializzazione da diritto ad alcune abilità, utilizzabili in battaglia, in grado di modificare le statistiche e attivare alcuni effetti specifici in combattimento. L’avatar principale è modificabile in tutto e per tutto, mentre i personaggi secondari, guidati dalla cpu, hanno classi predefinite che rendono obbligatorio scegliere bene i componenti del party in base al proprio stile di gioco.
L’armatura copre interamente il corpo ed è possibile acquistare ed equipaggiare parti per gambe, braccia, busto, testa e due armi, una per braccio. Alcune armature e armi inoltre, possono essere potenziate o fuse per crearne di nuove più forti. La libertà è tantissima e lo sviluppo e le caratteristiche del personaggio sono interamente dipendenti dalle nostre scelte.
Non essendo presente in Xenoblade Chronicles X la Monado, non è possibile avere previsioni sulle mosse del nemico e cambiare le cose durante le battaglie. Un’altra differenza è la modalità di cura dei personaggi in campo. Allenamento, tempismo e riflessi sono necessari per comprendere ed assimilare in fondo il sistema di combattimento. Concatenando tecniche dello stesso tipo e colore degli alleati è possibile ricevere punti salute. Una volta che uno dei compagni avrà utilizzato una tecnica, la nostra icona del corrispettivo colore brillerà per qualche secondo, permettendo di attivare la catena. Sono ovviamente presenti tecniche curative, ma esclusive di poche classi avanzate.
Questo porta alla creazione di differenti strategie in battaglia, per evitare di rimanere senza possibilità di cura fino alla ricarica della tecnica o rischiare il tutto per tutto attaccando ferocemente. L’icona del pulsante b comparirà spesso richiedendo la pressione istantanea del tasto, potenziando le mosse utilizzate o garantendo una cura extra. Ci vuole tempo, ci vogliono sconfitte, ma il sistema di combattimento è decisamente più profondo di quello visto nel predecessore.
Una volta ottenuto lo skell, il mech ormai iconico, finalmente tornato protagonista utilizzabile nella saga, è possibile combattere appassionanti battaglie aeree, con alcune piccole variazioni rispetto a quelle da terra umane. Ogni tecnica utilizzabile dallo skell corrisponde a una differente arma acquistata ed equipaggiata. In aggiunta ai parametri già esistenti, vi è il consumo del carburante, diverso per ogni arma/tecnica utilizzata. Inoltre, è possibile fermare all’interno di un campo di energia un nemico sbilanciato, rendendolo inerme e vulnerabile agli attacchi per dieci secondi.
Presente anche questa volta la barra della tensione, che al suo massimo, 3000, da la possibilità di riportare in vita un compagno umano nelle battaglie a terra o attivare la modalità turbo (con umani o skell), un temporaneo power-up che potenzia ogni mossa, una sorta di all-in, fondamentale per vincere alcune battaglie.
Con l’analogico destro è possibile mirare a parti specifiche del nemico e risulta strategicamente importante distruggerle per indebolirlo o privarlo di alcune mosse altrimenti molto pericolose. I compagni possono agire indipendentemente, selezionando la migliore azione possibile al momento oppure obbedire a ordini tattici, senza però mai poter essere controllati indipendentemente. L’ia è comunque di buon livello, comportandosi spesso meglio del giocatore nella gestione delle mosse e nella tattica contro gli avversari.
Completando le quest ed esplorando, difficilmente il gioco richiede lunghe sessioni per aumentare il livello, anche se è consigliato arrivare a parità di livello contro i boss, altrimenti problematici.
La colonna sonora di Xenoblade Chronicles X è, in una parola, eccezionale. Hiroyuki Sawano non è certo un esordiente e non ha bisogno di presentazioni, ma il compito di non far rimpiangere Yoko Shimomura e Yasunori Mitsuda era decisamente arduo. Eppure, l’impresa è riuscita. 55 brani in totale, racchiusi in una colonna sonora composta da 4 dischi, con tanti brani cantati. Una miscela di pop, rock, funk, hip-hop registicamente ineccepibile che rimane in testa. Dal brano che accompagna l’introduzione all’epicità dei pezzi drammatici alla leggerezza della canzone di sottofondo durante il volo con gli skell, ogni scelta è ponderata alla perfezione.
Di ottima fattura anche il doppiaggio inglese, che riprende parte del cast di Xenoblade Chronicles e la traduzione scritta, totalmente in lingua italiana.
Xenoblade Chronicles X ha due aspetti che potrebbero dividere le opinioni e i giudizi dei giocatori. Il primo, noto da tempo, riguarda il character design dei personaggi. Takahashi ha usato in Xenoblade Chronicles X lo stesso stile che ha caratterizzato i protagonisti delle sue saghe e la resa visiva, su schermo, è decisamente meno allarmante di quanto visto nei video o nelle foto lungo i mesi passati. I personaggi secondari hanno quasi tutti una miglior caratterizzazione rispetto al primo Xenoblade e il loro ruolo nella trama è centrale, quasi ogni abitante di Neo L.A. è unico, con la sua vita, le sue richieste e la sua personalità.
Il secondo aspetto è lo stile narrativo. Xenoblade Chronicles X presenta una trama centrale ricca di colpi di scena, capace di rivaleggiare con quella di Xenoblade. Più corta ma con toni e contenuti più drammatici e maturi, in un crescendo costante di eventi emozionanti. Ma il tutto, viene narrato, deciso e definito secondo i ritmi ed i tempi del giocatore.
Le missioni si dividono in capitoli principali, missioni intesa, caccia e raccolta. Le prime sono le quest che compongono la storia e gli eventi principali, le seconde sono quest secondarie, fondamentalmente parti della trama principale che aiutano a comprendere meglio gli eventi e i personaggi al centro della narrazione, le ultime due tipologie sono missioni semplici con obiettivi sul campo. Quello che è importante comprendere è che il centro di tutto, nel gioco, è il ruolo dell’avatar all’interno del BLADE. Per questo, dopo ogni missione, qualunque essa sia, si fa ritorno al quartier generale per fare rapporto e da li, si ricomincia. Le missioni richiedono pre-requisiti da completare prima di poter essere accettate e, una volta soddisfatti, è possibile completarle in qualsiasi momento.
Non esiste un percorso lineare da prendere nel gioco, sta tutto al giocatore e l’impatto iniziale potrebbe essere spiazzante, rischiando di trovarsi di fronte a una narrazione eccessivamente frammentate e con tempi morti. Completare i capitoli principali, vedere tutta la storia o capire bene il mondo che ci circonda? Completare il gioco in 70 ore o in 150? Approfondire le dinamiche e le relazioni tra personaggi ed espandere l’economia di Mira oppure limitarsi ai compiti assegnati senza conoscere gli abitanti di Neo L.A.? Tutto, è in mano nostra.
Xenoblade Chronicles X detta ancora una volta lo standard. Un jrpg con una mole di contenuti assurda, profondo nel sistema di combattimento, nella gestione del mondo di gioco e nello sviluppo del personaggio. Tecnicamente e sotto l’aspetto sonoro fuori parametro, è un titolo che richiede tempo e dedizione per essere compreso, amato e capito al 100%. E per restituire emozioni come pochi altri esponenti del genere hanno fatto negli ultimi anni. Capolavoro? Rpg del decennio? Definizioni che servono a poco, quel che conta è la sostanza. E Xenoblade Chronicles X ne ha tantissima, a patto di avere il giusto tempo da dedicargli. Non ve ne pentirete.
NB. Per motivi legati alle tempistiche e all’impostazione delle modalità, non è stato possibile testare accuratamente le opzioni di gioco online. A breve verrà pubblicato un articolo in cui ne parleremo in modo approfondito.