Che il mondo videoludico sia entrato nell’epoca dei remastered è fatto abbastanza palese e pare proprio che anche Nintendo abbia ormai ceduto all’andazzo. Ognuno la pensa a suo modo: c’è chi considera queste operazioni una perdita di tempo che sottrae tempo e risorse a progetti nuovi e chi, invece, le vede come una buona opportunità per giocare o (rigiocare) vecchie glorie del passato, magari facendo indossare loro lo splendente abito dell’alta definizione.
Il principio dei remastered (oltre a quello di procurare alla software house guadagni magari ridotti, ma tutto sommato facili), è quello di permettere ai giocatori di godere di un’esperienza che (dovrebbe) aggiungere qualcosa al titolo originale: spesso il valore aggiunto si limita all’HD, altre volte sono presenti modalità aggiuntive, contenuti extra et similia.
Ora, dopo questo breve preambolo, parliamo di Resident Evil 4 Wii Edition, che da una manciata di giorni è disponibile sull’eShop del Wii U. Vi assicuro che, pur perplesso dalla pubblicazione su eShop di questo titolo, mi ero approcciato a questa sorta di recensione con tutti i buoni propositi. Il gioco mi piacque tantissimo: lo giocai sia su Gamecube che su Wii, finendolo svariate volte. Dopo aver scaricato il software e giocato per pochi minuti però, l’unica domanda che mi è sorta spontanea è stata: perché?
Che senso ha proporre nel 2015 lo stesso identico titolo uscito nel 2005 su Gamecube e nel 2007 su Wii? Perché riproporre paro paro la versione per Wii senza nemmeno tentare di dare un senso al tutto, sforzandosi di confezionare una versione remastered in HD, spendibile per la pubblicazione anche su PS4 e XboxOne tra le altre cose cose (senza contare l’esistenza di una versione HD per PC/360/PS3 che ben poteva prestarsi all’operazione NdPittanza)?
Perché qualcuno dovrebbe spendere la bellezza di 19,99 € (lo riscrivo affinché qualcuno non pensi di aver letto male: 19,99€, diciannoveeuroenovantanovecentesimi), per un titolo che, se alla sua uscita tecnicamente era all’avanguardia, ora si presenta con tutti i suoi anni sulle spalle e visivamente risulta essere ciò in cui si trasformano tutti i titoli in SD proiettati su dei monitor concepiti per l’HD: in poche parole una roba da far sanguinare gli occhi? Beh ma ci sono dei contenuti extra, no? Sì certo, gli stessi della versione Wii! Ma almeno il supporto al Gamepad sarà stato integrato, vero? Dai, si tratta proprio del minimo sindacale! Ma certo che no: unico sistema di controllo supportato è l’accoppiata Wiimote/Nunchuck.
Il gioco in sé, è bene ribadirlo, non ha nulla che non va e non si discute, era clamoroso dieci anni fa come lo è ora, nonostante l’impatto del gameplay sia oggi meno ficcante di quanto non lo fosse all’epoca. Si tratta in fin dei conti dell’ultimo Resident Evil degno di portare questo glorioso nome, sebbene rappresenti il primo passo della serie verso la marcata deriva TPS che i titoli seguenti avrebbero abbracciato tout-court, relegando l’aspetto horror del titolo a mero orpello.
Sinceramente è inutile girarci troppo intorno: potrei stare qui a raccontarvi di come l’atmosfera sia azzeccata, di come i ganados siano accaniti, di come l’incalzante rumore di sottofondo della motosega vi farà passare attimi di inferno e di come Ashley sia petulante. Ciò che veramente è importante dire è che l’operazione, così com’è, non ha veramente alcun tipo di senso. Anche nell’ipotesi che ci sia qualche anima sciagurata che ancora non abbia mai indossato i panni del fighissimo Leon Kennedy, non mi sentirei di consigliare questa versione del titolo nemmeno al mio peggior nemico. L’opzione migliore è quella di recuperare un Gamecube o un Wii con una versione fisica del gioco, meglio ancora se con un televisore a tubo catodico, o almeno non in HD.
Maltrattare così un gioco come Resident Evil 4, il tutto per una manciata di Euro strappati ai coraggiosi che avranno l’ardire di acquistare questa versione, è una vergogna.