Nintendo vs Rare Replay: la qualità è nulla di fronte al prezzo

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Lo ammetto, io adoro la retrocompatibilità nativa e la Virtual Console Nintendo: il fascino di possedere una console che permette di fruire di un ventaglio di titoli che spazia tra ere e generi, affondando nella nostalgia, è una virtù che le altre piattaforme non possono vantare.

Un tocco e mi ritrovo a giocare a Super Mario World così come l’ho giocato ai tempi dello Snes, praticamente pixel-perfect e adattato ai nuovi monitor LCD. Le lacrime si trattengono a fatica e l’unica cosa che spezza l’illusione di essere ancora negli anni ’80 e ’90 è il paddone tra le mani – cosa risolvibile con un classic pad snes replica.

Quanto amore <3
Quanto amore <3

Un’ illusione che costa (anche tanto) però.

Che si tratti di 6, 8 o 10€ a singolo gioco, l’offerta retrogaming di Nintendo – indiscutibile quanto a qualità e opzioni – diventa inappetibile per una grossa fetta di giocatori che ha inequivocabilmente sentenziato come i titoli già apparsi su precedenti console siano praticamente “privi di valore”.

“Tanto me lo gioco emulato sul cellulare”

Illegalità a parte, potremmo stare ore a discutere su quanto il prezzo richiesto per questi titoli possa essere lecito o meno, perché questo è determinato dal mercato.

E quando sul mercato arrivano prodotti come Rare Replay, per giunta su piattaforme della concorrenza, ecco saltare il banco.



30 giochi che spaziano in 30 anni di storia Rare venduti a 30€: una qualità media tutta da rivedere – per lo meno per gli standard attuali – ma con la presenza di quella manciata di titoli che rimangono tutt’ora capolavori e sono quindi in grado di giustificare ampiamente la spesa.

Da leccarsi i baffi, non c’è che dire, anche alla luce delle sfide aggiuntive (a la NES Remix, per intenderci) e ai tanti video extra, il tutto confezionato in un pacchetto decisamente elegante e curato. Anche se è lecita l’obiezione di chi vede in questa operazione commerciale una svalutazione dei marchi della casa londinese. Perché alcuni di questi titoli, rivisti a dovere e ottimizzati per le nuove tecnologie, potrebbero valer bene un investimento più sostanzioso da parte dei consumatori.

Eppure se da un lato è lodevole l’impegno di Microsoft e Rare nell’offrire una tale vastità di titoli ad un prezzo così vantaggioso, è anche vero che il dispendio di risorse immesso nel riportare alla vita questi classici pare ridotto ai minimi termini.



“Me lo potrei giocare emulato sul cellulare e sarebbe uguale”

Lasciando per un attimo da parte le ottime versioni di classici come i due Banjo e Perfect Dark, dotati di una cosmesi rivista già all’epoca della loro edizione “Live Arcade” pochissimi anni fa, e dei titoli retail per Xbox 360 dal valore commerciale prossimo allo zero (parlo dei vari Perfect Dark Zero, Kameo, Grabbed by the Ghoulies – no, Viva Pinata è una meraviglia, non me lo toccate), ecco cos’altro c’è in Rare Replay: una manciata di rom emulate alla bene e meglio.

Si passa da risultati accettabili come nel caso di Blast Corps ad altri che vantano rese altalenanti, per finire con casi che sfiorano il ridicolo, come per Killer Instinct Gold, che così come viene proposto vale ben meno di una app gratuita.

Visto in movimento si apprezza al meglio l'orrore dei fondali a 1080 e dei pg in low res.
Visto in movimento si apprezza al meglio l’orrore dei fondali a 1080p e dei pg in low res.

Ma non siamo qui a sindacare sul valore di un prodotto che (ahimé) non è presente sulle console Nintendo, ma per evidenziare come un’iniziativa di questo tipo, minata da evidenti scorciatoie in fase di sviluppo, vada ad impattare pesantemente sul valore dell’offerta retrogaming della casa di Kyoto, che diventa agli occhi dei giocatori ancor più tirchia e sempre meno furba nella gestione del proprio portfolio.

Non importa rivangare quanto le versioni Virtual Console dei titoli siano fedeli al 100% all’originale (a volte anche preservando i 50htz… ma ehi, questo è un difetto!) e siano ottimizzate per replicare l’esperienza di gioco sui nuovi pannelli – cosa decisamente discutibile nel caso del titolo Microsoft – perché da qualche parte c’è qualcuno che chiede solo 30€ per 30 giochi.

Rare Replay è una sconfitta per Nintendo e un precedente che potrebbe minare il valore della Virtual Console in futuro, salvo radicali revisioni – come l’ideazione di piani di abbonamento o la vendita di pacchetti sconto con più titoli.

Una cosa così non la vedo male...
Una cosa così non la vedo male…

La testarda tutela del valore dei propri prodotti, testimoniata dall’incredibile ostinazione che hanno i titoli first party a mantenere il prezzo pieno anche ad anni dal lancio, sta forse impedendo a Nintendo di conquistare qualche punto in più a livello di immagine.

Non abbiamo dubbi invece sulla questione introiti: se dal 2006 la Virtual Console non è mai cambiata, il motivo è evidente… i giochi vendono e gli incassi ci sono. Aspettarsi che Nintendo cambi qualcosa solo per reggere il confronto con un’operazione estrema come quella di Microsoft è insensato.

Ostinazione e perseveranza, condite da un orgoglio smisurato: che il web e chicchessia derida pure la proposta retro presente su Wii, Wii U e 3DS, perché quello che conta è il fieno che si porta in cascina.

Ma per quanto durerà?

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