Nell’ultimo periodo il compianto presidente Satoru Iwata ha parlato spesso di allargare gli orizzonti della compagnia concedendo licenze a terze parti per la produzione di vari oggetti e opere basati sulle famose IP di Nintendo. Non a caso sono recenti i rumor su un film di Super Mario in mano a Sony e una serie TV basata sulla serie di Zelda creata da Netflix. L’idea non è nuova ed è sicuramente buona, ma il rischio è alto.
Per capire quali siano le intenzioni di Nintendo oggi è necessario conoscerne il passato e lo faremo parlando di un progetto che in pochi ricordano, basato sulla serie Metroid.
La cacciatrice di taglie più amata dai nerd ha affascinato molto Nintendo durante l’era Gamecube, quando si sperava che un’IP dallo stampo maturo avrebbe variegato l’offerta della società agli occhi del pubblico occidentale. Così tra remake, nuovi episodi 2D/3D e spinoff, Metroid si stava ritagliando una posizione fortissima tra le serie più famose e si dirigeva verso una delle ambizioni più grandi per un videogame: la trasposizione cinematografica. Un rischio alto, appunto.
La produzione del film venne inizialmente affidata alla Zide/Perry Entertainment, quelli di Final Destination ed American Pie per intenderci, che abbandonarono subito il progetto senza rivelarne i motivi. Fu John Woo, regista di film d’azione tra i quali Face/Off e Mission: Impossible II ad acquisire i diritti di Metroid con l’intenzione di creare un’opera fedele ai videogames. La notizia fece il giro del mondo, IMDB creò una pagina per il film e i nintendari cominciarono a chiedersi chi avrebbe interpretato Samus Aran.
Di seguito la trama del film: “In una galassia un tempo pacifica, la prosperità viene sconvolta di colpo con la scoperta di una nuova specie aliena chiamata Metroid da parte di una squadra di spedizione. In grado di fagocitare altre forme di vita per assorbirne l’energia e moltiplicarsi, questa razza rappresenta una terrificante minaccia. La cacciatrice di taglie Samus Aran viene assunta dalla Federazione Galattica per eliminare i Metroid, ma ella scoprirà presto che i Pirati Spaziali hanno rubato alcune larve per creare un’armata”. Come potete leggere la storia sembrava prendersi poche libertà, questo perché Nintendo non voleva ripetere gli errori del passato, come spiegò Brad Foxhoven, presidente della Tiger Hill ad IGN che aggiunse:
“Alla Nintendo erano fan dei lavori di John Woo (n.d.r. Miya e compagnia sono dei tamarri!). Sapevamo che molta della mitologia di Metroid somigliava ad altre opere sci-fi, perciò volevamo proporre alcune idee nuove che Nintendo avrebbe approvato. Inoltre i personaggi erano stati creati anni fà su sistemi di gioco limitati a livello grafico e di animazioni, il design di questi doveva subire dei cambiamenti per una rappresentazione live-action […] La sfida per noi fu che Nintendo imparò dal film di Mario ad essere ancora più restrittiva sui propri diritti, limitando molta della collaborazione.”. Furono senza dubbio 3 anni di duro lavoro per i ragazzi di Tiger Hill che assunsero diversi sceneggiatori per la storia tra cui David Greenwalt, autore di Buffy, Angel e Grimm.
“Ci piaceva David perché portava con sè una forte sensibilità per le protagoniste femminili. Ovviamente questo era un must, con Samus come figura chiave in tutto ciò […] volevamo vederla lottare, essere umiuliata e costretta a sollevarsi contro le difficoltà. Ovviamente volevamo vedere anche le belissime armi in tutta la loro gloria.”. Purtroppo però, con i primi passi verso una caratterizzazione del personaggio, Nintendo si mostrò ancora più chiusa per motivi comprensibili.

Fu così che col tempo il film venne abbandonato e i diritti scomparvero. Ma oggi sappiamo che Nintendo ha di nuovo grinta e un po’ di coraggio in più, nonostante lo stesso Miyamoto abbia da poco spiegato quanto un film possa essere vincolante per una serie, tutto è possibile. Come disse Foxhoven alla fine della sua intervista “Ci sono un po’ di dirigenti ad Hollywood che sono cresciuti giocando a Metroid e che potrebbero essere disposti a dedicarvi il tempo necessario insieme a Nintendo”. Male che vada, possiamo sempre tenerci Other M… ma male proprio.