Funk of Titans è un gioco totalmente fuori di testa: impossibile non cominciare l’articolo con questa dichiarazione. Il titolo della software house spagnola A Crowd of Monsters, uscito originariamente per XboxOne, non ha molte frecce al suo arco per farsi apprezzare ma tra queste vi è senza dubbio l’assoluta non convenzionalità della vicenda trasposta a schermo.
L’indomito Perseo, figlio di Zeus, si lancia a capofitto in un’avventura nel corso della quale dovrà affrontare molte divinità per riportare ordine nell’Olimpo nel nome del potente padre.
Raccontata così, la storia non ha nulla di strano. Facendosi invece beffe dell’intera mitologia greca, Funk of Titans ci presenta un contesto molto diverso: Perseo è un gueriero afro che deve viaggiare per l’intero Olimpo e affrontare personaggi strampalati (compresa una Medusa trash all’ennesima potenza) per far prevalere il funk su altri generi musicali invisi a Zeus. Per far ciò deve raccogliere centinaia di vinili, cavalcare un Pegasus a reazione, facendosi aiutare nell’impresa da un Ercole brufoloso e sovrappeso e da Aretha (no, non Atena).
Come accennato sopra, la vicenda è quanto mai assurda ma in fin dei conti va bene così: l’idea di fondo è buona e funziona perché saranno molto frequenti i momenti in cui ci si troverà a ridere per le assurde trovate del team. Il problema è che tutto il peso della produzione si regge su questo e per quanto si possa apprezzare la cosa, la prova sul campo rivela che tutta questa bella struttura ha delle fondamenta molto fragili, pronte a crollare miseramente già dopo pochi minuti di gioco.
Intendiamoci, non è tutto da buttare. Se vi piacciono i platform e se la vicenda vi sembra deliziosamente assurda allora il titolo, almeno parzialmente, vi potrà piacere e saprà divertirvi, sebbene il divertimento sarà di breve durata: nel giro di tre ore si giunge comodamente ai titoli di coda. Se avete l’animo completista e volete recuperare tutti i collezionabili, potete aggiungere un altro giro di lancette di orologio ma capite bene che ci attestiamo comunque su livelli molto bassi. La longevità rappresenta dunque un primo ordine di problema: non insormontabile, certo, perché spesso sono meglio una manciata di ore di gioco di qualità che venti ore annacquate e tirate per le lunghe.
Il gameplay di Funk of Titans è però talmente ripetitivo e poco vario che la breve durata dell’avventura diventa qui quasi un pregio: questione di prospettiva. Il titolo è un platform, quindi parliamo già di un genere i cui fondamentali sono estremamente semplici, del tipo: vai dal punto A al punto B saltando in giro per lo scenario. Gli esponenti del genere devono dunque fare leva sul level design e sulla varietà di nemici e ambientazioni per far colpo sul giocatore e non farlo sprofondare nella noia dopo pochi minuti; sfortunatamente, Funk of Titans risulta gravemente deficitario sotto tutti questi aspetti.
Nel corso dei tre mondi dell’avventura principale si affrontano gli stessi tre (TRE!) tipi di nemici, si compiono sempre le stesse azioni e i (pochi) cambi di ambientazione hanno impatto pressoché nullo sugli scenari di gioco. Tale inno alla ripetitività è poi aggravato da una scelta di gameplay particolare, ovvero quella di far muovere Perseo in maniera automatica. Potete anche scordarvi lo stick analogico di sinistra perché non vi servirà assolutamente a nulla: il vostro compito sarà solo quello di saltare, saltare e saltare. Tale aspetto ha delle ovvie ripercussioni sull’esperienza di gioco, in primis quella di rendere il tutto molto meccanico, impedendo di fatto qualsiasi deviazione che il giocatore voglia fare dai binari prestabiliti.
Gli scenari non sono nemmeno costruiti male ma è praticamente impossibile goderne perché la velocità di avanzamento è sostenuta ed è necessario restare attenti a nemici, spuntoni e quant’altro si frapponga sulla strada del nostro eroe. La difficoltà del titolo non è particolarmente elevata perché, sgravati dal compito di muovere il personaggio, ci si può concentrare completamente sui salti e il tutto si riduce a una mera questione di tempismo nel premere il pulsante A.
Le variazioni sul tema sono peraltro assai poche: le boss fight sono veramente terribili e si riducono a una triste serie di quick time events; è possibile personalizzare armi e aspetto di Perseo ma, sebbene sia divertente vederlo andare in giro con la maschera di Jason Voorhees di Venerdì 13, l’impatto sul gameplay di tali variazioni è inesistente anche perché i nemici vengono abbattuti sempre con un solo colpo, a prescindere dall’arma impugnata; i livelli bonus in groppa ad un improbabile Pegasus a reazione si ripetono sempre uguali a sé stessi e anche qui la noia non tarderà ad arrivare.
Anche per quanto riguarda i comparti tecnico e sonoro le ombre superano le luci. Sebbene tecnicamente il titolo non sia male, benché non stupisca particolarmente, capita spesso che durante lo scroll automatico dello scenario, il gioco tenda a scattare leggermente ma ripetutamente, con effetti deleteri sulla propria percezione visiva: il tutto risulta davvero molto fastidioso. Sorprendente, in negativo, è la colonna sonora: da un gioco con le premesse di cui sopra, ci si aspetterebbe un mix variegato e frizzante di sonorità pop, rock, rap e funky. Invece il tutto si riduce tristemente ad una manciata di brani che si ripetono per tutta la durata del gioco.
Tirando le fila del discorso, è impossibile non evidenziare come il titolo sia minato da una serie di gravi problemi, non ultimo il prezzo di vendita su eShop: 8,99 € non sono pochissimi in relazione alla quantità e alla qualità dell’offerta. A un costo minore avrei anche potuto consigliarvi di dargli un’occhiata perché in fondo l’idea è molto simpatica ma, in tutta onestà, al momento ci sono modi molto migliori di investire tale somma sullo store digitale del Wii U.