A quattro giorni dalla scomparsa di Satoru Iwata è giunto il momento di dare commiato al nostro presidente con un pensiero da parte dei membri della redazione, perché tutti possano condividere il ricordo di una delle figure in assoluto più amate del mondo dei videogiochi.
Yuri DalloEsco dal lavoro. Sono passate da poco le 19 e aspetto il passaggio che mi riporti a casa. Inganno il tempo sfogliando svogliatamente le notizie del giorno e tra i titoli scorgo “Chi era Satoru Iwata?”. Chi ERA. Mi prende un leggera fitta al petto, penso sia un errore di battitura, ma dentro di me ho già realizzato che Iwata non c’è più. Ogni dubbio si dipana quando ricevo le risposte dai miei amici contattati immediatamente su Whatsapp. È tutto vero purtroppo, Iwata, il presidente Nintendo ci ha salutati lasciando un posto vuoto nel suo ufficio, ma anche nei nostri cuori di nintendari e soprattutto di videogiocatori. Se lo abbiamo amato non è perché era il presidente della nostra azienda preferita. Anzi, spesso lo abbiamo infamato per le scelte fatte e politiche attuate. Ci mancherà perché se n’è andata una persona che amava veramente quello che faceva, che amava Nintendo, i suoi personaggi, la sua storia e soprattutto che amava con il cuore i videogiochi.
So long Satoru, grazie per questi anni in Nintendo e per aver continuato a farci sognare e divertire con i videogiochi che tanto amavi. Grazie.Daniele Tria
Non è assolutamente facile rendere a parole il dolore che si prova nel perdere un amico. Specialmente se il dolore è così forte che manco te l’aspettavi. Insomma, non l’hai mai visto di persona, non hai mai parlato con lui faccia a faccia, non hai mai potuto stringergli la mano, eppure c’era, era li e ha lasciato un vuoto veramente grandissimo. Potrà sembrare infantile o banale, addirittura stupido, piangere, letteralmente, per la scomparsa del presidente di un’azienda: ma la verità è che Iwata non era solo un presidente, Iwata era un amico grandissimo, uno di quelli che alla fine lo sai che ti strapperà una risata anche nei momenti più duri. Per me Satoru era Nintendo: la passione che più di ogni altra cosa al mondo ti fa staccare dal mondo reale, ti stampa un sorriso sulla faccia, ti fa piangere d’emozione e ti lascia scottato con delusioni cocenti. La stessa passione con cui si rapportava con noi durante i Nintendo Direct, la passione, con un pizzico di imbarazzo e di sorpresa, nell’aprire per la prima volta il Wii U davanti a centinaia di migliaia di fan collegati a vedere un Nintendo Direct. Il 13 luglio è stata una giornata dura un nostro amico se ne è andato, ma ci ha lasciato in eredità il suo spirito, la sua voglia di fare e fare bene, la sua amicizia. Arrivederci Presidente, grazie di tutto!
Non sono bravo a parlare in queste situazioni, soprattutto dopo aver letto le parole meravigliose di Itoi, Yoshida, degli amici e dei fan che mi hanno aiutato a digerire la notizia con commozione. Ho passato la giornata con le lacrime negli occhi e subito dopo il sorriso sulle labbra pensando a quali vicende fantastiche abbiano influenzato la vita di quest uomo. Credo che ogni mia frase sarebbe superflua, Iwata in un modo o nell’altro si era fatto voler bene da tutti e di conseguenza direi ciò che già sappiamo. Era un genio, un visionario e quando sbagliava dimostrava di essere umano. Sembrava una bella persona, come i protagonisti di tutte le leggende. Possiamo piangere, ma dobbiamo ricordarci che Nintendo è una grande famiglia e il retaggio di Iwata rimarrà per sempre nel cuore della società. Concludo con il tweet che più mi ha commosso, un tweet simbolico, quello di Playstation: “Thank you for everything, Mr. Iwata.”.
Thank you for everything, Mr. Iwata.
— PlayStation (@PlayStation) July 13, 2015
La scomparsa di alcuni ha la capacità di muovere il sentimento di intere platee. Succede con cantanti, attori, presentatori televisivi, e con chiunque riesca, si spera con sincerità e giustizia d’intenti, ad entrare nella quotidianità di tante vite, non personalmente, ma attraverso il proprio operato. Se viene a mancare in seguito ad un terribile male il Presidente di Nintendo, è normale la reazione e l’emozione degli appassionati di videogiochi. Ma se è mio padre a chiedermi per telefono dell’accaduto, forse vuol dire che si sta andando oltre il confine della nicchia appassionata. Perché sei riuscito a rinnovare un intero mondo, un settore della scienza e della tecnologia, riuscendo, come mai in precedenza, a renderlo accessibile a chiunque, fino ai più diffidenti. Ciò sta nel coraggio del samurai e nella fantasia del bambino. Perché se sei il Presidente, specialmente in Giappone, sai che tutte le responsabilità (per natura umana giungono per prime quelle negative) ricadranno su di te. E se quindi, da Presidente, decidi di giocare con due schermi in tasca, o con un semplice telecomando, allora la forza di quel samurai e di quel bambino sono impressionanti.
La malattia non può uccidere le azioni, le opere che un uomo ha compiuto.
Adesso è in Cielo, nella nuova vita.
Grazie mille, Presidente.
Difficile definirlo “presidente” di primo acchito, forse solo per i vestiti formali, perché l’atteggiamento era da compagno di classe da poco conosciuto, che ti tratta con rispetto ma amichevolmente, al tuo livello, con quella voglia fare “compagnia” che invoglia la socialità. Satoru (e so che mi perdonerà se lo chiamo per nome), in cerca di un rapporto più diretto con i fan, si inventa un nuovo modo di comunicare con i Direct, che nell’immaginario diventano subito leggendari scrigni ricolmi di “bombe” pronte a sconvolgere il mondo videoludico. Non è stato sempre così, ma i Direct hanno creato un ambiente “intimo” per inscenare un teatrino molto personale, instaurando un rapporto con i fan fatto di battute, siparietti ormai entrati nella storia, idee che comunicano passione e inventiva ma soprattutto voglia di divertire e divertirsi, e cos’altro c’è di più “videogiocoso” se non questo? Nintendo non poteva desiderare un presidente più in linea con il proprio cuore pulsante: divertimento leggero e spensierato. In questo momento ci starà sicuramente osservando, sorridendo, con in mano un casco di banane. Ora, finalmente, puoi mangiarle, Satoru!
Ricordo ancora il giorno che scegliemmo un Iwata nella sua classica posa da “Direct” per il retro della nostra primissima t-shirt: nessuno nello staff ebbe da obiettare, tutti erano assolutamente d’accordo nello scegliere lui come simbolo della nostra divisa, perché per tutti incarnava lo spirito vero del nintendaro.
Quindi inutile stare lì a ricordare il suo grandissimo operato da game designer, o da programmatore, né tantomeno da CEO della Nintendo Company Ltd., perché, in fondo, tutto ciò che davvero è rimasto nel cuore dei fan e delle persone che piangono la sua scomparsa, non sono le sue grandi capacità imprenditoriali o creative, quanto più la sua immensa e impressionante umanità, capace di rendere inaspettatamente vicina ai fan una figura che, per il ruolo che rivestiva, avrebbe dovuto essere tutt’altro che bonaria e caciarona come invece abbiamo potuto letteralmente godere in questi anni.
Ecco quindi chi era il vero Satoru Iwata: non solo un presidente, non solo un game designer, ma un uomo geniale, autoironico, umile e soprattutto UMANO.
Grazie Mr. Iwata per l’amore sconfinato che hai riposto nel tuo lavoro, grazie per averci donato tante bellissime emozioni, grazie per essere stato il simbolo di noi nintendari per questi 13 indimenticabili anni.

Mi ero appena svegliato. Avevo giusto la forza di prendere il cellulare e, come ogni mattina, collegarmi e vedere cosa fosse successo nel mondo mentre dormivo.
Leggo i messaggi dei miei amici, quelli sul gruppo del sito e capisco che c’è qualcosa di terribilmente sbagliato. L’ultima cosa che mi sarei aspettato era questa. Iwata non c’era più. I sentimenti si sono accumulati, contrastanti tra di loro. Durante l’ultima fase del suo mandato, ero sempre stato tra i primi a denigrarlo, sperando anche in un cambiamento ma adesso, nel mio cuore, regna la paura. Dell’ignoto o di altro nemmeno io lo so, ma avevo perso una persona che, per quanto non mi stesse simpatica, amava la sua azienda come un videogiocatore, amava ciò che faceva e puntava sempre al meglio. L’unica cosa che tutti, nintendari e non, dovrebbero fare è ringraziarlo per tutto ciò che ha realizzato. Grazie Presidente.
Ricordo di quando la scritta “executive producer: Hiroshi Yamauchi” fu sostituita da “executive producer: Satoru Iwata”. Avevo 14 anni e ancora non mi preoccupavo di chi fosse il presidente di Nintendo. A distanza di 13 anni sono ben consapevole che quella scritta sta per cambiare nuovamente, ma non dimenticherò mai Iwata. Sotto la sua presidenza sono infatti arrivati DS, Wii, 3DS e Wii U, con una quantità di capolavori che non elenco perché ne dimenticherei qualcuno.
Grazie di tutto Presidente!
Chiunque sa quanto ammirassi Satoru Iwata in tutto e per tutto, dal suo essere personaggio pubblico, alle sue doti di programmatore, alle sue scelte avveniristiche da CEO come l’Oceano Blu, fino al coraggio di chiedere scusa, senza nascondersi dietro a niente a nessuno, ma ciò che nessuno sa è tanti mesi fa ci scambiai alcune mail, principalmente per rendergli noto come NintendOn gli avesse dedicato la sua maglietta staff. Non scorderò mai l’emozione di sapere che un CEO di una multinazionale si fosse preso anche solo 30 secondi per rispondere a quello che era ai tempi un piccolissimo sito Nintendo, solo per un grazie e complimenti per il lavoro svolto, con l’augurio di diventare grandi. A Iwata importava, di tutto ciò che poteva avere davanti agli occhi, importava delle conseguenze sia positive che negative di ogni decisione che si prendeva in Nintendo. Difficilmente vivremo ancora un periodo così felice come il trio Iwata, Reggie, Miyamoto, e sempre difficilmente qualcuno prenderà facilmente il suo posto, possiamo solo sperare che la sua forma mentis, il suo curarsi delle cose, dei giocatori, degli sviluppatori, dell’azienda, possa essere il mantra di chi gli succederà.

“Even if we come from different sides of the world, speak different languages. Even if we eat too many chips, or riceballs. Even if we have different tastes in games. Every one of us, here today, is identical, in the most important way, each one of us has the heart of a gamer.” – Satoru Iwata, GDC 2005
Diego InserautoCom’è possibile frignare come una scolaretta al primo giorno di scuola per la dipartita di una persona che non ho mai conosciuto? Forse dovrei andare da uno psicanalista, conscio che alla parola “presidente” io non risponderei: Satoru Iwata. Il presidente è l’uomo dietro alla scrivania che prende decisioni e Iwata non era solo questo ma un giocatore come noi. Un giocatore privilegiato perché dirigeva l’azienda migliore del mondo ma sapete cosa? Condivideva. Sì, lui si metteva in prima linea, che fosse E3, Direct o Iwata Asks lui mostrava, smontava, valorizzava quello che ci avrebbe fatto divertire da lì a poco. No, Iwata non era un dito che spingeva il bottone rosso, Iwata era quello che sbucava da uno schermo per picchiare Reggie e perfino quello che ci ha chiesto scusa per le difficoltà di Wii U. Quindi sì, è possibile emozionarsi fino alle lacrime perché ci mancherà. Mancherà al mercato come il rivoluzionario dalle mille invenzioni inaspettate, a Nintendo come uomo di affari che ha salvato l’azienda da acque stagnanti per portarla alla ribalta e a me come persona pronta a mostrami il suo sorriso sincero davanti a ciò che amava: i giochi Nintendo. Ecco cosa abbiamo in comune: Io e Iwata siamo Nintendo. Grazie, presidente e giocatore.MarimouseDifficile scrivere qualcosa adesso, soprattutto qualcosa che non suoni patetico o scontato, qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa se non: grazie. Grazie Iwata per tutto quello che ci hai dato, che mi hai dato. Da piccola i miei momenti di sconforto erano allietati dal Nintendo 8 bit e da Kirby, il tuo gioco. E dire che non lo sapevo che era tuo! Come avrei potuto? In quei momenti Kirby mi restituiva il buonumore. Oggi nemmeno quello basterebbe. L’unico sollievo è sapere che resterai nel mio cuore grazie ai tuoi meravigliosi personaggi e ai tuoi mondi visionari e colorati. Mi piace pensare che adesso sei a Dreamland, e spero tanto mi manderai una cartolina. Ciao, presidente!Alessandro ConcinaNon sono mai stato un accanito sostenitore di Satoru Iwata e di certo non farò finta di esserlo ora. Negli ultimi anni sono stato spesso in disaccordo con le scelte operate da Nintendo ed ero il primo ad auspicare un avvicendamento alla guida dell’azienda. Se sull’Iwata Presidente, o meglio businessman, avrei dunque molto da ridire, molto diverso è il discorso per quanto riguarda l’Iwata uomo. La passione, le dedizione e la cura che ha sempre dimostrato di mettere nel suo lavoro sono fattori che lo hanno fatto apprezzare a tutti; il tono leggero e confidenziale con cui conduceva i Direct lo facevano quasi sembrare un amico; i siparietti con Reggie e Miyamoto ci hanno fatto capire che Iwata amava veramente il suo lavoro. Il suo merito più grande è certamente quello di aver, con le unghie e con i denti, preservato lo spirito di Nintendo e questo, più di ogni altra cosa, ci fa capire che nel suo cuore lui si sentiva veramente un giocatore. Mi piace immaginare che ora sia con Yamauchi e Yokoi a ridere, scherzare e parlare di quanto i videogiochi moderni siano noiosi. Addio Presidente. Ti sia lieve la terra.
Emil PetrovCi sono quelle figure a cui ti affezioni, nel tempo, senza realmente accorgertene. Le stimavi già per il loro operato, per il loro contributo a una forma specifica di arte ma senza farci caso, incominci a voler loro bene. Satoru Iwata era anche questo. Molto più di una colonna portante della storia dei videogiochi, era un amico, una figura che parlava direttamente con noi, i giocatori. Ci raccontava storie, aneddoti, si prendeva le responsabilità quando le cose andavano male e scherzava e rideva quando andavano bene. Cercava sempre di mostrare quello che dovrebbe essere l’unico vero lato del mondo videoludico, quello divertente. Quello fatto di passione, sorrisi, mantenendo sempre a mente che l’unica, vera cosa che conta, è divertirsi. Ricordandoci che un’esperienza videoludica deve essere vissuta con il sorriso, che sia prima, durante o dopo, non importa. Sorrisi e, a volte, qualche lacrima.
Come quelle versate da milioni di persone dopo il vuoto che, un caro amico, ha lasciato. Grazie di tutto presidente.Nicola MancusoCome quasi tutti i fan di Nintendo non ho conosciuto di persona Satoru, eppure la sua scomparsa mi ha spezzato il cuore. Perché una persona che non ho mai incontrato, una persona con cui non ho mai parlato, ha lasciato un vuoto così grande dentro di me, come a tutti voi? Semplicemente perché aveva a cuore le persone, voleva farle divertire. Iwata era un po’ come uno di quegli zii che, anche se pieno di lavoro, trovava comunque venti minuti al mese per prendere il treno e venire a farci visita, anche solo per fare due chiacchiere o per farci sorridere con qualche battuta strana che mette in imbarazzo gli altri parenti. La tenerezza delle sue gesta e la bontà delle sue intenzioni sono i momenti che ci hanno colpito e dei quali spesso ci siamo dimenticati. Nonostante gli errori che ha commesso nella sua vita e le liti in famiglia, vorremo sempre bene a quello zio strano ma gentile che ci voleva solo far divertire e sorridere prima di tornare a casa.
Grazie di tutto, Iwata.Pietro Spina
Sono stato svegliato alle 2:00 del 13 luglio da una telefonata che, semplicemente, diceva: “Pit, è morto Iwata?“. Dopo una news scritta con il vuoto nella testa e 3 ore a ciondolare inebetito, ho passato la giornata a pensare a cosa scrivere, a come esprimere in parole quel profondo senso di smarrimento che mi ha accompagnato e che tutt’ora fatica ad abbandonare il petto. Dopo aver raccolto i pensieri di tutti i colleghi, eccomi qua.
Possiamo ricordare innumerevoli volte le sue gesta come programmatore o le coraggiose conquiste come presidente, ma le lacrime versate da molti erano per piangere l’uomo prima ancora del presidente. Perché Satoru Iwata ha lavorato in tutti questi anni portando avanti un’azienda e diventandone al tempo stesso il punto di contatto con il pubblico, senza la necessità di qualsivoglia figurante carismatico a sostituirlo davanti alle telecamere. I Nintendo Direct rappresentavano il legame, diretto appunto, instaurato tra le due parti separate solamente da uno schermo.
Iwata ci lascia un’eredità preziosa, poiché i sui ultimi atti sono stati compiuti con la consapevolezza di non poter far parte del futuro che lui stesso stava creando. Umiltà, disponibilità e responsabilità, insieme alla voglia di sorridere e di far sorridere, hanno caratterizzato quello che per molto tempo sarà considerato IL presidente di Nintendo.
Grazie ancora di tutto, presidente.