Premessa: vi ricordiamo che “L’angolo del Nintendaro imbruttito” solitamente ospita le opinioni schiette e taglienti di Makuro, gamer veterano ed esperto del settore, e possono a volte differire da quello che è il pensiero della redazione di NintendOn. Questa settimana il buon Makuro ha gentilmente prestato il suo spazio a Elflum, le cui opinioni possono differire da quelle della redazione di NintendOn.
Come vi comportereste se la vostra panineria preferita annunciasse su Facebook un nuovo panino, uno di quelli succulenti la cui sola immagine mette in moto le vostre papille gustative, e arrivati finalmente a ora di cena il commesso, facendo spallucce, vi dicesse: “Ci spiace, finiti” ?
Probabilmente non ne fareste un problema grosso, la città straripa di paninerie. Immaginate di girare l’angolo alla ricerca della prossima e il commesso con aria da gradasso vi dice “Dovevate prenotare con largo anticipo! Non troverete più nulla!”. Tutte le paninerie insomma sembrano assolutamente inadatte nel compito di mettere insieme due fette di pane, una di prosciutto e una mozzarella per sfamarvi. Sembra piuttosto improbabile no?
Adesso siete Nintendo. Da più di trenta anni siete abituati a immettere sul mercato prodotti composti da plastica, silicone, schermi, stagno, gomma e tanto altro materiale per formare dei cheeseburger che prendono il nome di console, giochi e accessori. In tutti i mercati di tutti i continenti. Magari non sarò un ingegnere ma se mi chiedessero se è più facile produrre un Wii U compreso di scatola, manuali, cavi, gamepad dotato di schermo e con un gioco già in memoria oppure un action figure di dieci centimetri racchiusa in uno scatolo di cartone e plastica probabilmente risponderei: la seconda.
Spiegatemi allora, com’è possibile che non si trovino questi benedetti amiibo in nessuna panineria! Forse mi sono confuso un poco ma avete capito.
Quando vennero presentati durante l’E3 2014 i nostri occhi da nintendaro luccicarono. Erano incantevoli e funzionali anche, dato il loro utilizzo in più giochi invece che in uno all’anno come per la concorrenza. Persino i meno avvezzi nell’esporre pupazzi in casa o nel collezionare gadget erano tentati nel prenderne uno, un Mario o un Link magari, fosse solo per avere qualche extra in-game.
Già prima di scorgerli nei negozi iniziano le noti dolenti: il prezzo e la qualità. Non solo gli Amiibo costano di più degli Infinity e degli Skylanders, ma il calo di qualità del prodotto finito rispetto ai prototipi è imbarazzante.
Link guarda verso il basso e ha un sostegno verdastro e spesso anziché sottile e trasparente come mostrato a Los Angeles. Marth? Un marziano. Peach ha perso tanti dettagli per non parlare dell’aspetto budinoso della sciarpa di Sheik. Cosa dice quindi il nintendaro immusonito? Li voglio tutti!
Dato che la prima ondata prevedeva dodici Amiibo capirete che non tutte le tasche possono permettersi tutte le statuine al day one. Urge scegliere quale prima e quale dopo. Improvvisamente e senza criterio alcuno, certi amiibo iniziano a diventare di difficile reperibilità, Pit, Villager e Wii Fit Trainer in testa. Il mondo comincia a delirare. Prodotti difettosi di cui solitamente si parla tramite imprecazioni e che in una realtà normale sarebbero oggetti di scherno e prenderebbero polvere sugli scaffali, diventano ricercatissimi e tanti quattrini fanno scialacquare a poveri gonzi convinti di aver trovato il santo graal nipponico. Nell’ordine: una Peach senza gambe, una Samus con due cannoni, un Marth con due spade, un Fox senza ciglia, un amiibo invisibile, tre uomini e una gamba, l’inglese e il francese su un aereo, Abatantuono dio delle barzellette della tribù di Ihstar: tutti su ebay!
Nel frattempo annunciano altri amiibo e gente straniera venuta da terre lontane porta con sé misteriosi canti e narra esotiche leggende secondo le quali esisterebbero anche gli amiibo di Rosalinda e Shulk. Strazianti racconti di sfollati. Madri che allattano in lacrime che ai nostri microfoni sostengono “Abbiamo visto commessi di catene prenotare gli amiibo di Splatoon, se li tengono per sé, se li rivendono su ebay! Ci avevano promesso Meta Knight! Perché non arriva? Perché il governo non interviene? Siamo in Europa solo per pagare le tasse??? Siamo stufi della casta! Miyamoto! Aonuma! Sakurai! Fate qualcosa! Non vedete come stiamo? Fate qualcosa!”
Non abbiamo avuto il coraggio di dire alla plebaglia di cui sopra che anche Sakurai non riesce a trovare gli Amiibo. Con tutti questi problemi di stock, durante la prima wave fonte di malcontento, trasformatosi in costernazione e incredulità per le successive (perché diamo per buono che non credessero nelle potenzialità del prodotto inizialmente, ma se ne fai altri e nemmeno si trovano allora Nintendo, sei proprio S*****a!), la mossa geniale, lo scacco matto, il match point della casa di Kyoto è, udite udite: l’amiibo dorato di Mario! Aspetta, aspetta, arriva la bomba: solo in america! Sei già svenuto? Non avevo ancora finito: in esclusiva per Walmart! Perché Nintendo non è più una casa di produzione di videogiochi giapponesi: è la casa delle libertà!
Ovviamente suddetto amiibo raggiunge cifre che un’azienda che produce coppe e medaglie riterrebbe folli. Ciononostante nulla ha fermato la nostra azienda preferita nell’annunciare nuovi amiibo, stavolta dedicati a Mario Party 10. Per non destare immotivate preoccupazioni Nintendo ha rassicurato gli esercenti sulle disponibilità di questa nuova ondata di amiibo anche se la conferma ufficiale sarà data da Satoru Iwata direttamente nella prossima puntata di Chi L’Ha Visto?, nella quale gli amiibo di Mario Party 10 stessi saranno protagonisti.
Quello che più mi amareggia, per dare un senso a questa follia, è che Nintendo dovrebbe sentirsi in obbligo di rendere comuni, se non tutti gli amiibo, almeno alcuni. Perché non puoi dirmi che l’amiibo di Toad sblocca una modalità aggiuntiva e poi devo cercare contatti con la yakuza per averne uno. È l’equivalente di mettere un dlc di Capitan Toad su eShop, ma solo per i primi diecimila fortunati che telefoneranno. E la lira si impenna!
Nintendo, in ultima, si è comunque scusata per i problemi relativi agli amiibo garantendo ai propri fan che gli amiibo più introvabili verranno presto ristampati, per l’ovvia gioia del popolino che li chiede e la comprensibile ira di chi ha pensato di poter campare di bagarinaggio. In Giappone hanno già cominciato, contenti?
Ad esempio guardate questa bella ristampa del villager, con la fronte spaziosa come quella del mostro di Frankenstein, gli occhi più piccini e così vicini alla bocca da far venire la pellagra a uno studioso di fisiognomica e con il naso in 2D: non è un amore?
Ve lo dico io qual’è il modo perfetto per farsi perdonare: creare un sito che si chiama www.telodoiolamiibo.qualcosa in cui si può comprare l’amiibo direttamente da Nintendo e averlo spedito senza spese di spedizione in stile Amazon o ancora meglio inserire gli amiibo tra i premi riscattabili dello star catalogo. Ricevere Little Mac in omaggio con un Big Mac. Perché l’amiibo non può essere un’apostrofo marrone tra le parole Compralo Subito.