Azure Striker Gunvolt – Recensione

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Genere: 2D action
Multiplayer: No
Lingua/e: Italiano

Scrolliamoci subito di dosso il macigno: Azure Striker Gunvolt non è Mega Man, sebbene ci sia della polvere di Mega Man X. Perché se è vero che la serie di Inafune ha un set robotico, ci permette di cominciare dal livello che vogliamo e può essere riassunto come un titolo dove si salta e si spara, in Azure Striker Gunvolt vengono decisamente meno l’aspetto platform e di trial & error in favore di un sistema di combattimento più complesso, vivace, dinamico e diversificato, pur senza, guarda caso, l’assimilazione dei power-up dai boss.

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Con l’intenzione di non spoilerare la trama a nessuno, Azure Striker Gunvolt tratta la storia di un’energia septimale a disposizione di alcuni adepti, dotati di grandi poteri, supervisionati dal gruppo dei Sumeragi, che in realtà li sfrutta per esperimenti e secondi fini. Qui entra in gioco il QUILL, un gruppo di resistenza di cui fa parte Gunvolt che è dotato dell’energia septimale, che ha come scopo quello di mandare a monte i piani dei Sumeragi e proteggere gli adepti. La trama si infittisce quando Gunvolt, all’inizio del gioco, si trova di fronte a Lumen, che il QUILL vuole uccidere, ma lui sceglie di salvare.

Nel tentativo di fermare i Sumeragi affronteremo boss dall’ambiente stereotipato, con un sottofondo musicale eccezionalmente composto in termini di ritmo e contesto, assieme ad alcuni temi cantati. Ogni livello è suddiviso in almeno tre parti, di cui l’ultima dedicata al boss, che ci accoglie sempre con una breve scena di dialogo.

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Se da una parte si apprezza lo sforzo di creare una trama convincente, per giustificare il mondo di gioco, e delle cutscene disegnate, dall’altra un adattamento e dei dialoghi non eccellenti e un utilizzo smodato del caps lock, rende questo aspetto oltremodo secondario, a tratti invasivo nelle interruzioni di gioco, soprattutto visto il genere di appartenenza, che fa della trama un orpello in favore di azione su azione.

Il gameplay è però il vero fiore all’occhiello di Azure Striker Gunvolt, che riprende la scuola del game design: il cartello è una sconfitta, le spine sono una banale soluzione. Veniamo difatti buttati nell’azione di gioco senza spiegazione e impariamo per necessità, cestinando la parola tutorial.

Grazie ad un sistema di punti esperienza e livelli, con armamentario migliorabile e abilità da sbloccare, affrontare un nemico non equivale solo all’ovvia pressione di Y per sparare; potremo infatti utilizzare le nostre “piume di tuono”, per essere poetici, per creare una bolla d’energia che colpirà i nemici marcati – ovvero contrassegnati da un cerchio blu/giallo/rosso a seconda del numero di spari precedenti alla bolla. Inoltre son presenti abilità in grado di creare vortici di energia, spade laser, recuperare punti vita, recuperare energia tuono, assieme all’equipaggiamento per doppi salti, efficienza dei colpi e via dicendo.

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Di conseguenza il gioco spinge il giocatore a correre e sparare eliminando gli ostacoli, arrivando più in fretta possibile al boss, tant’è vero che alla fine del livello ci ritroviamo un punteggio e un rank, da cui dipendono anche i materiali per l’equipaggiamento.

Le battaglie contro i boss sono interessanti e propongono una discreta caratterizzazione, assieme ad una difficoltà che superati i boss iniziali si alza, ma per il completamento non necessita di particolari abilità se non nell’impennata finale, che ci porterà nella maggioranza dei casi ad un fastidioso backtracking per livellare il nostro Gunvolt.

La pixel graphic di Gunvolt è sopraffina, le animazioni sono fluide e si rimane estasiati da quanto ancora possa dire questa tecnica nonostante i progressi moderni.

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La ciliegina sulla torta, gratuita per i primi 3 mesi dall’uscita, è però Mighty Gunvolt, una sorta di “megamanata”, dalla bassa difficoltà, che permette di vivere, in piccolo, le avventure di gioco impersonando Gunvolt, Beck di Mighty No.9 e Ekoro di Gal Gun. Riducendo all’osso la struttura di gioco, portando il tutto in 8-bit, si respira aria di Inafune ed è un di più esilarante, delizioso, soffice e pannoso che presenta la medesima cura del fratello maggiore: vale la pena giocarlo tutto d’un fiato.

Azure Striker Gunvolt è dunque un ottimo pacchetto, un gioco ben regolato, con i suoi punti meno forti, sostenuto da un team capace e con un obbiettivo che è andato oltre la riproposizione megamaniana, osando, non senza inciampare, e creando un solido 2D side-scroller action.

8.1

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