Quando Microsoft decise di immettersi nel mondo videoludico, circa tre lustri fa, la situazione del mercato gaming era quanto mai complessa: era il periodo in cui Nintendo proponeva il glorioso GameCube dopo gli alti e bassi del Nintendo 64, il marchio Playstation era già monumentale e la povera meravigliosa Dreamcast già si avviava ad un ritiro prematuro.
Ovvio che quando l’azienda di Redmond decise di fare il grande passo, si guardò un po’ intorno, e parlando di videogiochi non si può non guardare al Giappone, mercato presso il quale la Xbox non è mai riuscita a brillare: gli annali di quel periodo ricordano un felicissimo supporto di SEGA allo scatolone nero-verde.
Ma stando a quanto detto da Seamus Blackley, co-creatore della prima console di Bill Gates, ai tempi le idee (e le utopie) messe sul tavolo delle discussioni erano le più svariate, e qualcuno consigliò addirittura di acquisire la casa di Kyoto.
È chiaro che si sta qui trattando di un discorso di probabilità difficili, se non impossibili, da realizzare. Eppure, il detto mai dire mai è sempre valido, ancor più se si ha a che fare con alcuni dei colossi del mercato mondiale.
Come procede ora lo sappiamo: Nintendo è Nintendo, e Microsoft sta da allora lasciando un’impronta profonda nella storia del console gaming con la sua Xbox.
Ma il pensiero, come l’oceano, non si può fermare, cantava Lucio Dalla: prende forma nella mente un Mario che combatte alieni per evitare che vengano attivati gli Halo, da giocare in cooperativa online su Live.