Handheld e appeal ad un pubblico più vasto: ecco le criticità che Nintendo deve affrontare

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Anche le festività natalizie del 2014 sono passate e, smaltiti cenoni, pranzi, panettoni e pandori vari,  anche nel il mondo videoludico si tira un attimo il fiato e tirare un bilancio delle vendite del periodo più importante dell’anno. A tal proposito il New York Times ha intervistato David Cole, analista alla DFC Intelligence, società di analisi nel mercato dell’elettronica di intrattenimento, il quale, nella sua disamina, ha ovviamente toccato anche l’argomento Wii U.

Cole sostiene che le buone performance di vendita dalla home Nintendo nel periodo natalizio dimostrino come Nintendo riesca, da una parte, a mantenere fedeli i suoi fan di vecchia data, mentre, dall’altra, non è riuscita a replicare nemmeno in minima parte l’ampliamento della propria utenza come accaduto col Wii.

Inoltre, un grosso problema che l’azienda deve affrontare è la crescente penetrazione nel mercato del gaming mobile di smartphone e tablet, settore dove Nintendo non è presente. La più grande preoccupazione è dunque rappresentata  dalla perdita di quote nel settore portatile e, d’altra parte, la sostanziosa contrazione dei numeri hardware e software del 3DS rispetto al suo predecessore, ne è il segnale più concreto e tangibile.

Possiamo dunque notare un cauto ottimismo: l’analisi  di Cole è equilibrata, pur non mettendo sul piatto nessuno spunto particolarmente nuovo. Notiamo però, con piacere come, dopo un inizio di ciclo vitale in cui se ne sono sentite di ogni, gli analisti sembrano finalmente aver raggiunto una maturità di giudizio sufficiente per esprimere pareri equilibrati su Wii U e Nintendo. Hooray!

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