KickBeat: Special Edition – Recensione

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Genere: Rhythm Game
Multiplayer: Offline
Lingua/e: Audio inglese, sottotitoli in italiano

“Round 1: fight!”

No no, non è un picchiaduro…

“Tieni il tempo, con le gambe con le mani”

No, decisamente no…

“Let the (rhythm) battle begin!”

PERFETTO!

Kickbeat incarna una strana commistione di generi in un titolo che, alla fine dei conti, così strano non poi non lo è affatto. Il gioco, sviluppato dai talentuosi Zen Studios – software house ungherese con all’attivo titoli come Castlestorm e Zen Pinball – è fondamentalmente un rhythm game in cui non bisogna seguire delle note a schermo, come nei vari Beatmania, ma massacrare orde ed orde di nemici, sempre però rigorosamente a ritmo di musica.

La storia è molto semplice e ben raccontata tramite dei filmati realizzati con dei disegni fatti a mano. La sfera della musica è stata rubata, il mondo intero rischia di rimanere senza le sue canzoni preferite e l’allievo Lee dovrà riportare la sfera al monastero in cui era custodita, sottraendola al malvagio imprenditore che l’ha rubata. Parte quindi alla sua ricerca, dal monastero, e attraversa varie ambientazioni come un ring di boxe o i tetti di altissimi palazzi fino allo scontro finale. Non è nulla di esaltante ma alcuni siparietti vi strapperanno un sorriso.

"Il mio dio è il rock'n'roll."
“Il mio dio è il rock’n’roll.”

Il protagonista, al centro dello schermo, deve via via colpire i nemici che si avvicinano da quattro diverse direzioni, corrispondenti ai quattro tasti A, B, X e Y del Gamepad, seguendo sempre il ritmo della canzone in sottofondo. Sul pavimento compare il Taijitu, simbolo di yin e yang, le cui due sezioni rappresentano l’una la barra della vita e l’altra il potere Chi. La prima, una volta azzerata a causa dei colpi ricevuti, comporta il game over. La seconda, una volta riempita sconfiggendo nemici, attiva il potere Chi che raddoppia i punti raccolti. Inoltre, moltissimi avversari portano con se dei potenziamenti. Per raccoglierli bisogna premere velocemente due volte il pulsante d’attacco e si potrà in questo modo acquisire differenti bonus come uno scudo, che protegge da un certo numero di colpi, un moltiplicatore di punteggio, un’onda d’urto che annienta i nemici più vicini o semplicemente dei punti addizionali. Una volta che si avanza abbastanza nella storia viene anche sbloccata la modalità multigiocatore, rigorosamente offline.

La difficoltà del gioco sembra stranamente tarata verso l’alto, con una modalità normale che, per i neofiti del genere, potrà sembra anche troppo ardua. I nemici, avvicinandosi al giocatore, fanno comparire a terra il pulsante corrispondente alla loro posizione e nel momento dell’attacco vengono circondati un’aura bianca, che indica anche l’istante ideale per colpirli. Il problema è che nei momenti più concitati è veramente difficile leggere per bene la scena di gioco e, aumentando di un solo livello la difficoltà, vediamo già scomparire l’indicazione dei pulsanti a terra. A tutto ciò si aggiunge pure una telecamera dinamica che serve solo a farvi venire il mal di testa, con movimenti sconclusionati e fuori tempo. Per fortuna, quest’opzione è disattivabile, fatelo subito!

Comincia a farsi complicata la situazione...
Comincia a farsi complicata la situazione…

Il gameplay è atipico rispetto a quelli che sono i tradizionali rhythm game, prendendo di peso elementi come l’eliminazione dei nemici e la barra della salute direttamente dai picchiaduro, ma fa il suo lavoro. Lo stile grafico è molto particolare, a tratti grezzo nella realizzazione dei personaggi ma al contempo ricco di dettagli ed elementi a schermo. Il frame rate è stabile e mostra una grande cura da parte di Zen Studios nella trasposizione del gioco nella sua versione Wii U, cura che altre grandi software house non hanno mai dimostrato verso i porting dei loro giochi sulla home console di casa Nintendo. I tempi di risposta dei comandi sono precisi, senza il benché minimo ritardo, inoltre è presente, all’interno della schermata principale del gioco, una classifica online dei migliori punteggi aggiornata costantemente e il gioco off-tv è supportato in quanto il paddone, durante le sessioni di gioco, restituisce le stesse immagini visibile sulla televisione quindi, una volta spenta la suddetta, potete continuare tranquillamente a menare nemici.

Una menzione d’onore (e una di demerito) va alle musiche e al ritmo dei nemici. La colonna sonora farà felici gli amanti dei generi musicali più duri, accogliendo tracce drum & bass dei Pendulum, il metal di Marilyn Manson e Rob Zombie, l’hip hop degli Styles of Beyond e molto altro ancora. I nemici, però, non si avvicinano seguendo rigorosamente il ritmo della canzone. Potrebbero infatti seguire la linea vocale, la linea di basso o il ritmo della chitarra, rendendo impossibile prevedere con precisione quando arriveranno i colpi e richiedendo un livello di concentrazione molto elevato. Se tutto questo risulta fattibile alla difficoltà normale grazie alle indicazioni dei pulsanti a terra, ai livelli di difficoltà più alti il tutto si trasforma in un incubo quasi impossibile da superare. Altre piccole note negative sono l’impossibilità di importare tracce all’interno del gioco, cosa prevista dalla versione PC del gioco e che aumenterebbe a dismisura la durata del titolo, e il non poter postare immagini  sia sul Miiverse che su Internet.

Altro che Matrix!
Altro che Matrix!

Nonostante questi piccoli elementi negativi, il gioco rimane un titolo valido e di un genere ancora assente su Wii U, il rhythm game. Gli appassionati del genere non dovranno farsi mancare Kickbeat nella propria ludoteca, tentando di rincorrere sempre il punteggio migliore all’interno di ogni stage.

7.5

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