Nella metà degli anni ’90 la Nintendo era senza dubbio regina dei sogni tecnologici di ogni bambino. Il NES e lo SNES erano in milioni di case e il Game Boy sembrava essere un dispositivo di vitale importanza, tanto che i bebè appena usciti dal grembo si mettevano direttamente a giocare a Tetris. B-Type, Livello 9. Così, con l’avvicinarsi del 2000 e l’avvento della Playstation, Nintendo continuò per la propria strada, sperimentando e creando oggetti particolari, a volte di successo, a volte troppo costosi e ingombranti. Un esempio? La storica coppia del fallimento: Game Boy Camera e Game Boy Printer!
Nel 1998 Game Boy Camera toccò gli scaffali dei negozi, dove tra l’altro rimase. Ma cos’era questo oggetto d’avanguardia tecnologica? Una fotocamera digitale che funzionava da accessiorio per ogni modello di Game Boy. Oggi siamo abituati a scattare foto con tutto ma per i tempi l’idea era abbastanza innovativa da lasciare qualcuno a bocca aperta, tanto che nel 1999 Game Boy Camera entrò nel Guinnes dei Primati come “fotocamera digitale più piccola del mondo”! Questa, però, fu la sua unica conquista. Stiamo parlando di una fotocamera costosa in grado di scattare soltanto foto in bianco e nero alla pessima qualità di 256×224, tutto senza alcun aiuto a livello di messa a fuoco e senza filtri instagram. Povero Peter Parker!
Una volta avviata, l’enorme scheda di gioco presentava 3 modalità: “Scatta”, “Guarda” e “Gioca”. La prima permetteva non soltanto di scattare foto, ma di fare autoscatti, modificare le immagini e addirittura creare piccoli montaggi. La modalità “Guarda” invece, offriva delle slideshow e delle animazioni in puro stile Game Boy; anche in questo caso però l’originalità era alla base di tutto: con “Hot-Spot” si potevano collegare diverse foto tra loro creando una sorta di avventura grafica che funzionava cliccando in punti segreti decisi dall’utente, collegati successivamente ad altre foto. Infine la modalità “Gioca” incorporava 4 minigiochi che utilizzavano le foto come easter-egg, ad esempio al posto di personaggi o nemici. Ball era il remake dell’omonimo gioco per Game & Watch (stavolta con una musica israeliana in sottofondo), DJ un simulatore con cui comporre chiptunes personalizzati e Space Fever II il seguito di un vecchio gioco arcade sullo stile di Xevious. Totalizzando 2000 punti nel suddetto minigioco, si sbloccava Run! Run! Run!, una corsa ad ostacoli.
Le possibilità creative erano tantissime per i tempi, eppure Game Boy Camera non ebbe successo. Forse gli sviluppatori già lo sospettavano e per questo cosparsero il gioco di messaggi inquietanti. Già il Mario ballerino sullo schermo di avvio avrebbe traumatizzato diversi bambini, senza contare l’interfaccia generale piena di stranezze. Selezionando “Run” dal menu, il gioco rispondeva con un’immagine dell’Africa a la scritta “Stai sorpassando l’equatore – Jambo Nintendo!”. Niente di inquietante, peccato che ogni tanto premendo lo stesso pulsante una di queste immagini sarebbe comparsa
con tanto di scritta: “Who are you running from?”, ovvero “Da chi stai scappando?”. Queste stesse immagini sarebbero comparse anche in caso di errore di sistema, ovviamente accompagnate da un effetto sonoro adeguatamente terrificante.
Come se non bastasse, durante i titoli di coda bastava premere “B” per ritrovarsi la figura di un giapponese danzare sullo schermo in maniera inquietante. Gira voce questo simpatico omino fosse proprio Shigeru Miyamoto!
Abbiamo capito che per divertirsi con la Game Boy Camera occorreva essere bambini molto particolari, coraggiosi ma soprattutto pieni di soldi, perchè per sfruttarla al massimo era giusto comprare la Game Boy Printer, una stampante termica da attaccare alla console portatile. Che dire di questo aggeggio? Costava molto, utilizzava una carta proprietaria quindi difficilmente recuperabile e mangiava 6 pile AA in poco tempo. Per quanto questi oggetti possano sembrare creativi ed interessanti visti al giorno d’oggi, cosa avrebbe detto un bambino ai tempi? “Mamma, voglio un Nintendo 64! E magari una macchina fotografica vera.”